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“Cinemanchìo”: prevarrà l’apparenza o la sostanza?

Venezia, 5 settembre 2017, presentazione di "Cinemanchìo"

La presentazione di “Cinemanchìo” all’interno della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia dello scorso anno

Esiste un confine che separa l’apparenza dalla sostanza. Non è sempre facile e nemmeno scontato riconoscere queste due dimensioni. L’apparenza è un pacchetto regalo, ben visibile, che solitamente utilizza un simbolo per semplificare la sua interpretazione. La sostanza (dal latino substantia = ciò che sta sotto) è qualcosa che molto spesso non si vede, ma che agisce in modo profondo e decisivo sull’essenza stessa delle cose.
Cinemanchìo [di tale progetto si legga approfonditamente nel box in calce, N.d.R.] ha lavorato per fare emergere questa differenza e arrivare al confine che separa sostanza e apparenza. L’apparenza era rappresentata dalle tecnologie e dalle buone pratiche che servono per realizzare la resa accessibile del prodotto culturale. La sostanza è quella costituita da tutto il lavoro culturale e sociale che deve accompagnare quegli strumenti, affinché il prodotto culturale sia realmente fruibile e possa diventare l’elemento primario e imprescindibile per la qualificazione sociale e per la crescita culturale dell’individuo.

Gli errori commessi nell’ambito dell’offerta culturale sono innumerevoli e i danni sono ormai sotto gli occhi di tutti. Non vogliamo dunque correre il rischio di riprodurre esperienze che si fermino all’annuncio e alla concessione dell’evento fine a se stesso. Non vogliamo usare il simbolo dell’accessibilità per far credere a tutti che basti uno strumento per garantire accesso alla cultura.
Una proposta culturale che si fermi al semplice inserimento di strumenti tecnologici e pratiche ambientali non ha nulla a che fare con la cultura stessa. Perché un progetto culturale raggiunga spessore e serietà, deve avere una prospettiva a lungo termine e una capacità di coinvolgimento attivo in termini di consapevolezza, legittimazione e incisività. Infatti, senza una visione d’insieme, lo strumento introdotto, qualsiasi esso sia, equivale al nulla.

Cinemanchìo ha investito del suo in termini di impegno e di attività ed è arrivato a quel confine grazie a un lavoro di responsabilità e di sostanza messo al servizio del Paese. Per superare questo confine, serve ora l’intervento delle Istituzioni che possono decidere se potenziare questo progetto e farlo diventare un trampolino di lancio per una grande iniziativa sociale e culturale oppure trasformarlo in una barriera insormontabile che esclude, discrimina e condanna tante persone alla marginalità culturale e sociale. Se le Istituzioni ergeranno un muro di gomma tra milioni di persone e il diritto di partecipare all’offerta culturale, se ne dovranno assumere la responsabilità.
Da questo passaggio dipende la vita o la morte di un processo culturale che potrebbe rendere l’Italia una grande avanguardia nel campo della cultura per tutti.

Entro questo mese di gennaio, dunque, si saprà se in particolare il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini ha a cuore questa tematica, che è cruciale per la vita democratica della nazione.
Per milioni di persone con disabilità e per le loro famiglie servirebbero pochi spicci, in confronto ad altri progetti ben più privilegiati che ottengono finanziamenti milionari.
Il mondo del cinema ha già manifestato la sua piena disponibilità a partecipare attivamente alla proposta di Cinemanchìo. Dalle Associazioni di Promozione Sociale arrivano segnali di forte sostegno. Da tante persone che seguono con interesse e speranza questo progetto giungono proposte e contributi che metteremo in campo nei vari territori. Manca soltanto quel sì, quello delle Istituzioni, che dovrebbe essere un passaggio normale e immediato in un paese che vuole rispettare la sua Costituzione.
Noi siamo pronti e abbiamo ampiamente dimostrato di non cercare lo slogan autoreferenziale, ma di essere totalmente al servizio del Paese, per un grande progetto di innovazione sociale e culturale.
Come tantissimi altri operatori in tutta Italia abbiamo lavorato con impegno e soprattutto con amore. Dobbiamo ora vedere riconosciuto questo impegno e questo lavoro e dobbiamo sapere che nessuno avrà il coraggio di uccidere questo progetto e di non soffocare questo amore.

Coordinatore del Progetto “Cinemanchìo”.

Cinemanchìo
Tale progetto – presentato ufficialmente alla Mostra Internazionale dell’Arte Cinematografica di Venezia dello scorso anno – costituisce l’esito di un lungo lavoro, partito da lontano e svolto in sinergia dalle Associazioni Consequenze, Torino + Cultura Accessibile, Blindsight Project e Red, impegnate ormai da tempo a promuovere progetti volti a rendere accessibili i prodotti culturali alle persone con disabilità sensoriali e cognitive.
L’iniziativa è riconosciuta dal Ministero dei Beni Culturali e delle Attività Culturali e del Turismo, sostenuta dalla SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) e si avvale della collaborazione di APRI (Associazione Piemontese Retinopatici e Ipovedenti), ANFFAS Piemonte (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), APIC (Associazione Portatori Impianto Cocleare), CPD di Torino (Consulta per le Persone in Difficoltà), ENS (Ente Nazionale Sordi), Fondazione Istituto dei Sordi di Torino, FIADDA Piemonte (Famiglie Italiane Associate in Difesa dei Diritti degli Audiolesi), FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), Tactile Vision, ISITT (Istituto Italiano per il Turismo per Tutti), UCI Cinemas, UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e ANPVI (Associazione Nazionale Privi della Vista e Ipovedenti).
I partner sociali sono l’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), il Pio Istituto dei Sordi di Milano e la FIADDA, quelli tecnici Sub Ti Access e Moviereading, i media partner, infine, «Diari di Cineclub» e la nostra testata «Superando.it». (S.B.)

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