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Investire sulla cultura (e che sia accessibile)

Reazlizzazione grafica con tanti omini colorati intorno alla scritta "CULTURE"«Siamo organizzazioni impegnate da anni nella pratica delle arti e della cultura come dimensione essenziale del benessere, dello sviluppo e della coesione sociale, per la nostra generazione e per quelle che verranno, nel nostro Paese, nello spazio Europeo e Mediterraneo, guardando al futuro con una prospettiva globale. Aderiamo al network europeo Culture Action Europe (CAE), insieme a più di 150 altre organizzazioni in tutta Europa, perché: crediamo che la cultura debba stare al cuore del dibattito e delle decisioni pubbliche; crediamo che l’Europa possa essere la culla di una nuova società, sostenibile e democratica, fondata sulla pace, il rispetto della diversità culturale e il dialogo; vogliamo essere presenti in Europa e fare sentire insieme le nostre voci dove e quando si prendono decisioni che hanno impatto sul nostro modo di vivere. Per questo, in occasione delle Elezioni Politiche 2018, chiediamo ai candidati di tutti gli schieramenti un impegno a sostenere nella prossima Legislatura, un incremento della quota di bilancio pubblico nazionale dedicata alla cultura fino a raggiungere lo 0,6% nel triennio 2018-2020, dall’attuale 0,3%. L’obiettivo è dare piena attuazione alla Costituzione Italiana e all’articolo 27 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo: «Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici».

Meritava certamente di essere riportata in versione integrale l’apertura del Manifesto Italiano di Culture Action Europe (CAE), che rivolgendosi a tutti i candidati alle prossime elezioni del 4 marzo, fissa tre obiettivi principali da raggiungere in Italia sul piano culturale, vale a dire l’accessibilità alle risorse, gli interventi per favorire la crescita e l’acquisizione di competenze, la garanzia, in tutti i piccoli Comuni, di almeno un presidio culturale.
Nello specifico del primo obiettivo, particolarmente significativo è quanto si scrive al terzo punto, parlando di Accessibilità fisica, sensoriale e cognitiva e attirando l’attenzione sulla necessità di: «eliminare le barriere di accesso agli spazi e alle risorse culturali; promuovere l’accessibilità in autonomia delle persone con disabilità; intervenire e supportare la mobilità per territori/aree/quartieri a bassa densità di popolazione e/o per persone con difficoltà allo spostamento autonomo».

Tra coloro che hanno aderito al Manifesto vi è il Forum Nazionale del Terzo Settore, di cui fa parte anche la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). Il componente per il Forum della Consulta Cultura, Sport, Turismo e Benessere, Carlo Testini, dichiara: «Diversi segnali ci dicono oggi che la nostra società ha bisogno di riposizionare la cultura in primo piano nelle prossime azioni di Governo da intraprendere per disegnare un futuro di sostenibilità, inclusione, consapevolezza e innovazione. Dal canto suo, il Terzo Settore ricopre un ruolo fondamentale nell’àmbito della promozione culturale: sono infatti oltre 58.000 in Italia gli enti non profit che se ne occupano, con più di 22.000 addetti e circa un milione di volontari. Come Forum lavoriamo costantemente per dare sviluppo a queste realtà e permettere loro di essere leva di piccoli quanto grandi cambiamenti sociali». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: stampa@forumterzosettore.it.

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