Promuovere la cultura dei diritti delle persone con disabilità visiva

Viene accolta con favore, dall’UICI, l’Interrogazione Parlamentare presentata nei giorni scorsi, riguardante la vicenda della persona non vedente accompagnata dal proprio cane guida, invitata ad uscire da un Liceo della Sardegna. «Visti i continui fatti di cronaca – dichiarano dalla stessa UICI – diventa urgente agire in modo che vi sia una maggiore vigilanza sull’applicazione delle normative già esistenti a tutela della libertà e dei diritti delle persone cieche e ipovedenti». Il tutto, però, in parallelo a «percorsi formativi nelle scuole, che aiutino a sviluppare una maggiore inclusione»

Cane guida al guinzaglio di una persona con disabilità visivaÈ arrivata anche un’Interrogazione Parlamentare sulla vicenda denunciata nei giorni scorsi dal nostro giornale, riguardante una persona non vedente accompagnata dal proprio cane guida, invitata ad uscire da un Liceo della Sardegna.
«Indipendentemente dai torti e dalle ragioni che emergeranno – commenta a tal proposito Mario Barbuto, presidente nazionale dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) – è importante che da questo caso si traggano delle riflessioni per fare il punto sull’attuale stato dell’inclusione scolastica a livello delle nostre Istituzioni e le sue eventuali prospettive di miglioramento. Ci preme in particolare evidenziare come sia fondamentale che una società civile come la nostra sappia mettere in atto tutti i sistemi possibili per assicurare agli studenti con disabilità visiva la piena accessibilità agli strumenti educativi, al pari delle persone normodotate».
La citata Interrogazione Parlamentare è stata accolta con favore dall’UICI, poiché, come si legge in una nota, «diventa urgente, visti i continui fatti di cronaca, agire in modo che vi sia una maggiore vigilanza sull’applicazione delle normative già esistenti a tutela della libertà e dei diritti delle persone cieche e ipovedenti».
«Tuttavia – aggiungono dall’UICI – le leggi e le regole da sole non bastano, se non sono sostenute dalle buone prassi, dalla volontà di promuovere un vero processo di integrazione attraverso percorsi formativi nelle scuole, che aiutino a sviluppare una maggiore inclusione, abbattendo quelle barriere culturali e quell’errata mentalità sociale che ancora oggi costituiscono un grande ostacolo alla sua realizzazione». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Alessandra Pigoni (apigoni@imageware.it).

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