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Attraverso lo Stretto, per lanciare una sfida alla sclerosi multipla

Cristina Guidi

Cristina Guidi è uno dei tre volti della campagna “#SMuoviti”, lanciata quest’anno dall’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), per celebrare i cinquant’anni della propria attività

Nella mattinata di oggi, 21 giugno, tenta la traversata dello Stretto di Messina, per lanciare una nuova sfida alla sclerosi multipla, con la quale convive da sette anni: è Cristina Guidi, trentaseienne romana, che si misurerà in questa avventura, promossa dalle Associazioni Nuotando Con Amore di Roma e Baia di Grotta di Messina, in collaborazione con l’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla). Cristina, infatti, è uno dei tre volti della campagna denominata #SMuoviti, lanciata quest’anno dalla stessa AISM, per celebrare i cinquant’anni della propria attività.
«Il nuoto – spiega – è diventata una passione in concomitanza con la diagnosi di sclerosi multipla ed è una passione cresciuta giorno dopo giorno. All’inizio, in piscina, mascheravo i segni sulle gambe con una grande goffaggine: parlare della malattia non era facile. Oggi non mi fermo: voglio attraversare a nuoto lo Stretto di Messina!».

L’iniziativa non sarà in realtà una “solitaria”, ma una traversata non competitiva di gruppo, con la partecipazione di una trentina di persone provenienti da tutta Italia. Come spiega l’organizzatore Luciano Vietri, del sottogruppo di Cristina farà parte anche Emanuele Mari di Comacchio (Ferrara), che proverà una doppia traversata (andata e ritorno), dedicandola sempre alla lotta alla sclerosi multipla.
La partenza, dunque, è prevista per le 9.30 di domani da Messina, dalla Contrada Punta Faro, e l’arrivo sarà circa un’ora e mezza dopo. Dal canto suo, la FICR (Federazione Italiana Cronometristi) certificherà la traversata.

La sclerosi multipla, lo ricordiamo, è una grave malattia del sistema nervoso, che può colpire in qualsiasi momento. Cronica e progressivamente invalidante, può esordire ad ogni età, ma viene per lo più diagnosticata nei giovani tra i 20 e i 40 anni e nelle donne, che risultano colpite in numero doppio rispetto agli uomini. Al momento non esiste ancora una cura definitiva. (B.E. e S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa e Comunicazione AISM (Barbara Erba), barbaraerba@gmail.com.

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