Nuovi criteri per i fondi dedicati all’assistenza degli alunni con disabilità

Restano invariati (75 milioni) i fondi nazionali a supporto delle spese di Regioni e Città Metropolitane, per i servizi di assistenza agli alunni con disabilità. Cambiano però i criteri di ripartizione (riguardanti le sole Regioni a Statuto Ordinario), guardando molto più agli alunni con disabilità iscritti che non alla spesa media sostenuta in passato dalle scuole. «Bene – secondo Vincenzo Falabella, presidente della FISH – che il decreto di riparto sia giunto prima dell’inizio della scuola, il problema è se e come le Regioni e gli Enti Locali si sono organizzati»

Due bambini con disabilità insieme a un'assistente alla comunicazione

Due bambini con disabilità insieme a un’assistente alla comunicazione

Il nuovo anno scolastico sta per partire con significative novità rispetto alle risorse assegnate alle Regioni a Statuto Ordinario, che a loro volta le ripartiranno a Province e Città Metropolitane, per far fronte alle spese relative all’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche o sensoriali.
Complessivamente si tratta sempre di 75 milioni di fondi nazionali, per supportare le spese che da qualche anno – dopo la soppressione delle Province – sono a carico di Regioni e Città metropolitane, per servizi necessari a garantire il diritto allo studio degli alunni con disabilità. In particolare, si tratta di organizzare il servizio di trasporto degli alunni con disabilità delle scuole secondarie superiori e gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione personale agli alunni con disabilità fisiche o sensoriali.
Se tuttavia la cifra è rimasta invariata, sono però cambiati i criteri di ripartizione. Nel 2015, infatti, le risorse (15 milioni) erano state ripartite in base alla sola “spesa storica”, ovvero la spesa media sostenuta dalle Province per le medesime funzioni nel triennio 2012-2014; nel 2016 il 60% delle risorse (70 milioni) era stato ripartito sulla base del numero degli alunni con disabilità nelle scuole superiori di ciascuna Provincia e il 40% sulla spesa storica; lo scorso anno, infine, i 75 milioni erano stati divisi per il 70% in base al numero degli alunni con disabilità iscritti nelle scuole superiori e per il 30% in base alla spesa storica. Quest’anno, invece, le percentuali sono diventate dell’80% in base al numero di alunni iscritti e del 20% in base alla spesa storica. Restano escluse le Regioni a Statuto Speciale.

Alcune conseguenze? A Roma ci saranno 872.000 euro in meno, Napoli ne guadagnerà 400.000. Lodi avrà 427.000 euro più dell’anno scorso, Milano ne perderà 347.000 e Brescia 379.000. E ancora, Perugia ne avrà 193.000 in più, Reggio Emilia 250.000.
Nel complesso, a livello regionale, Campania, Emilia Romagna, Puglia e Toscana vedranno aumentare significativamente le risorse disponibili: +879.000 euro in Toscana, +861.000 euro in Emilia Romagna, +357.000 euro in Campania, +309.000 in Puglia. La Lombardia invece perderà nel complesso 1.159.000 euro, il Lazio starà a -869.000, il Piemonte a -426.000 euro.

Nel 2016 Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), aveva evidenziato come «fissare il riparto sulla base della spesa storica» fosse «un atto miope, non equo e discriminatorio» [se ne legga anche sulle nostre pagine, N.d.R.]. Oggi lo stesso Falabella dichiara che «il maggior peso del numero degli alunni iscritti va nella direzione di una maggiore equità», sottolineando che in precedenza «Regioni con numeri analoghi di alunni con disabilità iscritti venivano penalizzate da una spesa che in passato era stata non adeguata». Il Presidente della FISH, però, ricorda anche che i 75 milioni di euro stanziati dal Governo sono «lontani dai 112 della spesa storica annua documentata», in riferimento al triennio 2012-2014.

All’atto dell’intesa sul riparto, il vicepresidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome Giovanni Toti ha dichiarato: «Abbiamo chiesto al Governo di far diventare strutturale questo fondo e di incrementarlo fino al raggiungimento del fabbisogno che l’Esecutivo stesso ha stimato pari a 112 milioni».
La Conferenza Unificata ha dato il sostanziale via libera al riparto nella seduta del 1° agosto scorso, nell’ottica di dare certezze alle Regioni prima dell’avvio dell’anno scolastico, benché vada fatta registrare anche una “mancata intesa”: «Le Regioni a Statuto Speciale – ha spiegato infatti Toti – hanno manifestato il proprio dissenso per il fatto di non essere state incluse nella ripartizione. Le Regioni a Statuto Ordinario hanno però concordato all’unanimità e proposto appunto al Governo una ripartizione delle risorse per l’80% attribuita in base al numero degli alunni con disabilità iscritti nelle scuole secondarie di secondo grado e per il 20 % basata sulla spesa media del periodo 2012-2014».

«È positivo – commenta in conclusione Falabella – che il decreto di riparto sia giunto prima dell’inizio della scuola, il problema è se e come le Regioni e gli Enti Locali si sono organizzati, perché ci sono ancora problemi su questo fronte». (Sara De Carli)

La presente nota costituisce il riadattamento di un testo già apparso in «Vita.it». Per gentile concessione.

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