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Scuola: purtroppo è sempre emergenza disabilità

Andrew Wyeth, "Up in the Studio", 1965

Andrew Wyeth, “Up in the Studio”, 1965

Come si legge in una nota della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), «con uno specifico dossier diffuso qualche giorno fa, il Ministero dell’Istruzione ha segnalato l’iscrizione nella scuola statale di 245.723 alunni con disabilità, in crescita rispetto allo scorso anno. Di questi, 21.434 frequentano la scuola dell’infanzia, 89.029 la primaria, 66.823 la secondaria di primo grado, 68.437 la secondaria di secondo grado. Il Ministero riporta anche i dati sugli insegnanti di sostegno: in quest’anno scolastico ne sono previsti 141.412. In linea teorica, quindi, ogni insegnante di sostegno segue mediamente poco meno di due studenti.
«Da sempre – sottolinea il presidente nazionale della FISH Vincenzo Falabella – sosteniamo che l’azione di sostegno deve essere assunta dall’intero gruppo classe e coinvolgere attivamente gli insegnanti curricolari oltre a quelli di sostegno, tutti però con adeguata formazione e aggiornamento. In tal senso, la recente stabilizzazione di circa 13.000 insegnanti di sostegno è un intervento positivo e che si aspettava da tempo, ma non sufficiente a garantire la continuità didattica e a fare in modo che tutti gli alunni con disabilità possano, ogni giorno, seguire proficuamente le lezioni. Secondo nostre stime, infatti, circa l’80% degli alunni ha cambiato due insegnanti di sostegno nel corso dell’anno, il 48% ne ha cambiati tre, il 15% ne ha cambiati quattro e il 6% addirittura cinque. E per questo anno scolastico non sembra vi siano segnali in controtendenza. Ancora più grave, poi, è il fatto che solo una parte degli insegnanti di sostegno è in possesso di specifica abilitazione e quindi di dimostrata formazione. È un problema che persiste anche in questo anno scolastico. Accettereste che l’insegnante di inglese di vostro figlio non conoscesse quella lingua?».

Oltre a quanto annotato da Falabella, la FISH rende noto, per altro, che già in questi giorni si segnalano i consueti ritardi nell’assegnazione degli insegnanti di sostegno, ma anche degli altri supporti all’inclusione scolastica e all’apprendimento. E il fronte è ancora e sempre quello dell’assistenza all’educazione, alla comunicazione e al trasporto scolastico, affidati agli Enti Locali.
«Paghiamo ancora gli strascichi della riforma che ha soppresso le Province – dichiara Falabella – e dei conseguenti coni d’ombra, incertezza di risorse, ricadute operative e organizzative che ancora influenzano fattivamente la reale inclusione. Di fatto un numero significativo di alunni con disabilità inizia l’anno scolastico senza quei sostegni».

Un’ultima, ma non certo ultima questione su cui pone l’attenzione la FISH è poi quella delle barriere presenti ancora in troppe scuole. Secondo la Corte dei Conti, infatti, per lo scorso anno scolastico 2017-2018, su un totale di 39.847 edifici attivi, più di 10.000 non erano in regola con la normativa sulle barriere architettoniche. Non a norma, in particolare, risultavano le scale e i servizi igienici, soprattutto nelle scuole del Mezzogiorno, oltre a una generale scarsa presenza di segnali visivi, acustici e tattili nelle scuole di tutto il territorio nazionale.
«Queste e altre emergenze – conclude il Presidente della FISH – che comprimono in modo irricevibile il diritto allo studio e devono essere affrontate con tempestività e determinazione. Chiediamo dunque al Ministro dell’Istruzione la convocazione immediata dell’Osservatorio per l’Inclusione Scolastica, mentre alle famiglie chiediamo di segnalare lacune, ritardi e violazioni perché solo grazie ad un’azione diffusa e condivisa si può accelerare il cambiamento».

Sulla stessa linea della FISH – Federazione alla quale aderisce- si colloca l’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), il cui presidente nazionale Roberto Speziale dichiara: «Siamo alle solite! Quest’anno scolastico doveva partire diversamente, visto che da mesi ci stiamo battendo, come ANFFAS e come FISH, per richiedere che tutti i supporti e i sostegni fossero per tempo predisposti in maniera idonea, e ciò per far sì che il primo giorno di scuola fosse tale per tutti. Ma così, ancora una volta, non è stato! Da più parti, infatti, le nostre famiglie ci segnalano la mancanza di assistenti all’autonomia e alla comunicazione adeguatamente formati sulle diverse disabilità e l’assenza di informazioni in merito a come, quando e per quali interventi gli stessi saranno assegnati. Moltissime famiglie oggi ancora non sanno chi sarà l’insegnante di sostegno assegnato alla classe che frequenta il proprio figlio e se le ore indicate nel PEI [Piano Educativo Individualizzato, N.d.R.] verranno o meno garantite. E ancora, i servizi di trasporto sono lungi dall’essere attivati e non risultano essere pienamente garantiti neppure i primari servizi per l’assistenza di base e l’igiene personale. Infine, le barriere architettoniche e sensopercettive non risultano del tutto eliminate e i problemi di sicurezza, anche in caso di calamità, continuano ad essere drammaticamente presenti».

«Altro che cambiamenti! – prosegue causticamente Speziale -, siamo invece costretti ad assistere al solito rimpallo di responsabilità tra chi avrebbe dovuto evitare il perpetuarsi di tale situazione. Situazione che però non è più accettabile. Una “cattiva scuola”, infatti, segna in negativo e per l’intera vita il percorso educativo e di apprendimento dei suoi alunni e studenti, ancor più se tali alunni e studenti hanno delle disabilità».
«Speravamo – conclude – che con il Decreto Legislativo 66/17 sull’inclusione, con cui erano state chiarite tutte le azioni da mettere in campo per migliorare il sistema di inclusione scolastica degli alunni con disabilità, il Ministero e gli Enti Locali sapessero, per tempo, come comportarsi. Ma evidentemente le norme già attuabili di quel Decreto sono ancora lontane dall’essere seguite e quelle che necessitano di Decreti Attuativi scontano il grave ritardo del Ministero. E il quadro sta per diventare ancor più nero, se consideriamo che dal 1° gennaio 2019 entrerà in vigore un nuovo sistema di analisi dei bisogni e del funzionamento degli alunni da cui fare scaturire la predisposizione e l’attuazione dei vari supporti e sostegni: ebbene, ad oggi il Ministero, insieme al Ministero della Salute, non ha ancora definito gli atti per far partire tale sistema, che necessariamente avrà anche bisogno di tempo per infrastrutturarsi sui territori».

Così come la FISH, pertanto, anche l’ANFFAS chiede l’urgente convocazione dell’Osservatorio Nazionale per l’Inclusione Scolastica, istituito presso il Ministero, di cui è componente, per sentire dalla viva voce del ministro Bussetti, «come si intenda porre rimedio a tali intollerabili ritardi nel predisporre gli atti normativi e quanto sia necessario fare per garantire il pieno diritto degli alunni e studenti con disabilità ad essere pienamente e concretamente inclusi nel mondo della scuola». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti:
° ufficiostampa@fishonlus.it
° comunicazione@anffas.net

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