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Che brutta pagina, quella del trasporto scolastico a Torino!

Pulmino per il trasporto degli alunni a scuolaSono passati quasi quaranta giorni da quando avevamo raccolto da Torino la denuncia della madre di un ragazzo con grave disabilità, che aveva raccontato degli inaccettabili disservizi del trasporto scolastico, gestito dalla Società Tundo, azienda appaltatrice del Comune. «Mio figlio  ci aveva scritto la signora Edith – viene letteralmente “dimenticato” a scuola e altri bimbi non sono riusciti a frequentare neanche un giorno di scuola. Ci stiamo aggregando con altri genitori e stiamo avviando la procedura legale, ma purtroppo nel frattempo dobbiamo sostenere una situazione di grossa difficoltà. Una mamma ha perso anche il lavoro, a causa di questo disservizio».
Che il suo caso non fosse affatto isolato, lo aveva scritto anche il «Corriere della Sera», nel pezzo intitolato Sono cinquanta i bimbi disabili ancora senza il bus scuola-casa, che esordiva così: «Ogni giorno il pulmino dovrebbe accompagnarli a scuola e poi riportarli a casa. Ma per molti il trasporto non è mai partito oppure è rimasto del tutto inaffidabile. Sono tra 50 e 60 i bambini disabili che vanno avanti così dall’inizio della scuola, un mese e mezzo. E i genitori sono esasperati. Il servizio affidato alla ditta Tundo ne trasporta circa 400, dall’asilo fino alle superiori, ma ci sono 10/15 tratte che ancora non funzionano con bambini che sono stati più volte dimenticati a scuola».

Che cosa è successo, dunque, da allora? La situazione si è risolta positivamente? Pare proprio di no, nonostante una serie di incontri e di dichiarazioni pubbliche, mentre un cospicuo gruppo di familiari si è effttivamente costituito effettivamente e formalmente in Comitato per la Garanzia del Trasporto Scolastico Disabili.
Alla metà di novembre, infatti, una delegazione di genitori ha incontrato Federica Patti, assessore alle Politiche Educative del Comune di Torino, per esporre i vari disagi vissuti sin dall’inizio dell’anno scolastico. Dal canto suo, l’esponente istituzionale ha ricordato innanzitutto la data del 31 dicembre prossimo quale scadenza dell’appalto alla Società affidataria del trasporto. Ha informato quindi che le dodici linee prive di servizio sarebbero state affidate a un’altra ditta, fino all’emissione del nuovo bando di gara, impegnandosi, a nome del Comune, di tenere i genitori costantemente informati sull’iter del bando stesso e su ogni eventuale variazione rispetto a quanto comunicato.
«Purtroppo – avevano dichiarato i familiari dopo l’incontro – continua a permanere una grossa instabilità su tutta la vicenda e i nostri figli rischiano addirittura di rimanere senza servizio dal mese di gennaio». A ciò, come detto, era seguita la costituzione dei familiari in Comitato, valutando anche l’avvio di eventuali azioni legali.

Arriviamo quindi ai giorni scorsi e a giudicare dal comunicato diffuso dal CIDT (Coordinamento Associativo Disabili Torino), il quadro, lungi da far pensare a una soluzione, sembra essersi ulteriormente complicato. «Si sta uccidendo un servizio – dichiarano infatti dal Coordinamento – che fu attivato a Torino, prima tra le città italiane, nel lontano 1979, a seguito di una mobilitazione di un tenace gruppo di persone con disabilità, da un’Amministrazione che seppe ascoltare e dare risposte. Un servizio che ha permesso a molti di partecipare con pienezza alla vita, di studiare, di lavorare, di coltivare i propri interessi e la propria vita di relazione».
Oltre alle dure accuse nei confronti della Società Tundo, il Coordinamento attribuisce gravi responsabilità anche al Comune di Torino, il quale, «a venti giorni dallo scadere naturale dell’appalto, non avendo ancora pubblicato il nuovo bando di gara, già promesso per il 10 novembre scorso, sta assistendo alla morte del servizio senza battere ciglio, colpevole di omissione di soccorso, sorda ai richiami delle associazioni» (a questo link è disponibile il testo integrale del comunicato).

Davvero una brutta pagina, che mette in apprensione tante persone con disabilità e le loro famiglie, ma anche chi – come il nostro giornale – crede nell’esigibilità di diritti consolidati e garantiti dalla Legge. Continueremo naturalmente a seguirne gli sviluppi. (S.B.)

Ringraziamo per la collaborazione Edith Martinetto e Paolo De Luca.

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