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Diario di un bambino con ADHD e dei suoi stremati compagni di viaggio

Realizzazione grafica con tante frecce colorate che escono dalla testa di un uomo

Una rappresentazione grafica che ben visualizza la sostanza dell’ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività), un problema di cui chi è affetto da bambino continuerà a soffrirne anche in età adulta

«Sanders mette nero su bianco la quotidianità di suo figlio e delle persone che condividono assieme a lui questa esperienza. Uno scambio di prospettive che permette al Lettore un approccio “dall’interno”, per comprendere le dinamiche, i processi motivazionali, le particolarità cognitive e il modo di reagire agli stimoli esterni dell’ADHD, offrendo una chiave di lettura completa e trasparente anche a chi non conosce questo disturbo. Con un linguaggio fresco e ironico, il protagonista Max descrive gli episodi più veri e divertenti, ma allo stesso tempo profondi, della sua quotidianità».
Questo è stato scritto del libro Non ci sto più dentro! Diario di un bambino con ADHD e dei suoi stremati compagni di viaggio (Erickson, 2019), di cui è protagonista, in prima persona, Max, un ragazzo di 11 anni con ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività), che si racconta attraverso gli occhi dei suoi genitori, dei suoi insegnanti e dei compagni di vita.
L’autrice è Anna Maria Sanders, austriaca, che dopo avere studiato Germanistica all’Università di Salisburgo e Pedagogia all’Università statunitense dello Utah, ha lavorato come insegnante di lingue, ma da dodici anni si occupa intensamente di ADHD e in questo volume ha fatto convergere sia le sue esperienze professionali che quelle personali.

Dopo una prima presentazione nel gennaio scorso a Roma, da noi segnalata a suo tempo, nel pomeriggio di oggi, lunedì 18 febbraio, ne è in programma un’altra alla Feltrinelli di Piazza Piemonte, 2 a Milano (ore 16.30-18), condotta anche questa volta da Gianluca Daffi, formatore e collaboratore del Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano, oltreché impegnato anche con lo SPAEE (Servizio di Psicologia dell’Apprendimento in Età Evolutiva) dello stesso Ateneo. Daffi, tra l’altro, progetta e conduce corsi di formazione e aggiornamento professionale per insegnanti e formatori. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Algisa Gargano (Mara Vitali Comunicazione), algisa@mavico.it.

L’ADH e le prevalenze dei disturbi del neurosviluppo
L’ADHD, acronimo inglese che sta per “disturbo da deficit di attenzione e iperattività”, è inserito nel DSM5 [“Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali”, quinta edizione del 2013, N.d.R.] tra i disturbi del neurosviluppo, indicandone una prevalenza di circa il 5% dei bambini e di circa il 2,5% negli adulti.
Esso è caratterizzato da difficoltà di attenzione, di controllo della motricità e da impulsività.
Il disturbo può assumere nelle persone diverse traiettorie evolutive, sia a seconda di eventuali altri disturbi associati, sia principalmente per l’appropriatezza/inappropriatezza della presa in carico terapeutica.
Tra le conseguenze più diffuse di un ADHD non trattato, vi sono l’abbandono degli studi, la perdita del lavoro, separazioni, frequenti incidenti e ritiro della patente, trascurare la propria salute, fino ad arrivare all’uso di sostanze e al commettere reati.
Per favorire un appropriato percorso di diagnosi e cura per i minori e gli adulti con ADHD, l’Associazione AIFA auspica al più presto la predisposizione di una normativa nazionale di riferimento, con linee guida ministeriali e una legge specifica, analogamente a quanto avvenuto per i disturbi dello spettro autistico e per i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA).

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