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“Nutri-RARE”, ovvero il cibo come medicina

Giuseppe Arcimboldo (o Arcimboldi), "L'imperatore Rodolfo II in veste di Vertumno" (particolare)

Giuseppe Arcimboldo (o Arcimboldi), “L’imperatore Rodolfo II in veste di Vertumno” (particolare), 1590 circa, olio su tela, 58 x 70 cm, Skoklosters slott, Stoccolma

Tra i vari eventi in programma per domani, 28 febbraio, in Italia e all’estero, per la dodicesima Giornata Mondiale delle Malattie Rare, della quale abbiamo già ampiamente riferito in altra parte del giornale, segnaliamo oggi quello previsto per la mattinata (ore 10) al Museo Interattivo Corporea di Città della Scienza di Napoli, intitolato Nutri-RARE: il cibo come medicina, ovvero uno sguardo nel passato remoto per immaginare il futuro prossimo.

L’incontro è il frutto di una proficua collaborazione tra autorevoli voci del mondo accademico, della scienza e della ricerca e Associazioni di pazienti, vale a dire, da una parte, Marina Melone e Simone Sampaolo del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Avanzate & Centro Interuniversitario di Ricerca in Neuroscienze dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli e Giuseppe Sorrentino del Dipartimento di Scienze Bio-Agroalimentari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISAFOM CNR), dall’altra l’AIALD (Associazione Italiana Adrenoleucodistrofia), presieduta da Valentina Fasano, affiancata dall’AILU (Associazione Leucodistrofie Unite e Malattie Rare), presieduta da Erasmo Di Nucci e dall’ANFA (Associazione Neurofibromatosi), nella figura del vicepresidente Michele Palomba. Il tutto per affrontare il tema complesso, al centro della riflessione promossa quest’anno dalla Giornata delle Malattie Rare, ovvero l’interazione tra assistenza sanitaria e assistenza sociale, per migliorare la qualità di vita delle persone con Malattie Rare, dei loro familiari e dei caregiver.

A tal proposito, tra le azioni possibili e le opportunità terapeutiche nella gestione delle Malattie Rare, importanti si sono rivelate le dietoterapie. «C’è stata un’esplosione di interesse dei consumatori – spiega infatti Marina Melone – per il ruolo di specifici alimenti o componenti alimentari fisiologicamente attivi, nel migliorare lo stato di salute, i cosiddetti alimenti funzionali. Chiaramente, tutti gli alimenti sono funzionali, in quanto sono dotati di gusto, aroma o forniscono valore nutritivo. Nell’ultimo decennio, tuttavia, il termine funzionale, così come si applica agli alimenti, ha adottato una connotazione diversa: quella di fornire un beneficio fisiologico aggiuntivo oltre a quello di soddisfare i bisogni nutrizionali di base, e/o di entrare in una dieta con alimenti su misura per i pazienti con Malattie Rare».

Ad ospitare l’evento, come detto, sarà il Museo Corporea di Città della Scienza, struttura di rilievo internazionale, che ha come mission fondante la divulgazione della scienza, con uno sguardo particolarmente rivolto ai giovani e giovanissimi. Qui, attraverso laboratori didattici, sarà possibile comprendere perché il principio «Che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo», sposato da Ippocrate quasi 2.500 anni fa, sta ora ricevendo così tanta attenzione da parte dei ricercatori e delle industrie farmaceutiche.
«Infatti, queste dietoterapie – continuano Melone, Simone Sampaolo e Giuseppe Sorrentino – non sono qualcosa di pronto all’uso come i biscotti senza glutine o lo yogurt a basso contenuto di grassi, ma sono un complesso “cibo medico”, risultato di una ricerca avanzata multidisciplinare».

Ad animare la mattinata di festa, si svilupperanno inoltre i laboratori denominati Show You Rare. Mostra che ci sei a fianco di chi è raro – titolo che riprende lo slogan centrale della Giornata delle Malattie Rare -, con la partecipazione creativa del pittore Sergio Spataro.
Per l’occasione, quindi, un pubblico “di passaggio” sarà libero di incantarsi o guidato a partecipare dagli studenti dell’Istituto Professionale di Stato per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera- Gioacchino Rossini di Napoli.
«L’intento – dichiarano a una voce Valentina Fasano, Erasmo Di Nucci e Michele Palomba – è quello di coinvolgere  giovani e meno giovani visitatori, perché, nutrendo un processo di consapevolezza, sappiano riconoscere e ribaltare le resistenze psicologiche e culturali nei confronti di chi è in difficoltà e sviluppare una reale cultura dell’integrazione, così da dare un senso all’ impegno collettivo». (T.S. e S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Tania Sabatino (pressofficeald@gmail.com).

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