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A scuola di inclusione: giocando si impara

Marianna, giovane Socia della UILDM di Genova, e la mamma Ornella (per gentile concessione della UILDM Nazionale)

Marianna, una giovane Socia della UILDM di Genova, insieme alla mamma Ornella (per gentile concessione della UILDM Nazionale)

«È già dal 2017 che sosteniamo il diritto al gioco di tutti i bambini, installando insieme alle Amministrazioni Pubbliche giostre accessibili nelle aree verdi italiane. Questo nuovo bando ci permetterà di continuare a lavorare in quest’ottica, ma inserendo un importante elemento di novità: andremo infatti a collaborare con gli studenti perché la scuola è il luogo primario della formazione di mentalità aperte e inclusive nei cittadini di domani e la prima palestra in cui essi imparano a mettere in pratica che la diversità è ricchezza per la nostra vita. Lavorare con i ragazzi nelle scuole significa costruire relazioni solide e far crescere tutta la comunità».
Così Marco Rasconi, presidente nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), si sofferma sul Progetto A scuola di inclusione: giocando si impara, con il quale la stessa UILDM – come già era accaduto lo scorso anno, con un’iniziativa in àmbito di lavoro – si è ancora una volta classificata al primo posto nella graduatoria dei progetti finanziati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con il “Bando Unico” previsto dalla Riforma del Terzo Settore ed emesso nello scorso mese di novembre.

Il nuovo progetto prevede la collaborazione e il lavoro in rete di una serie di soggetti attivi, tra cui le 66 Sezioni della UILDM, 17 Amministrazioni Locali e gli studenti di 17 scuole in tutto il territorio italiano.
Si tratta di un percorso certamente innovativo nel suo genere, perché è pensato in relazione alle esigenze specifiche dei vari territori, con il coinvolgimento trasversale di 16 Regioni (Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Sardegna, Trentino Alto Adige, Toscana, Veneto) e della Provincia Autonoma di Bolzano. È previsto uno sviluppo in cinque fasi, per una durata totale di diciotto mesi.
«La prima fase – spiegano dalla UILDM – si articolerà su una serie di seminari, per presentare il progetto a livello locale alle nostre Sezioni, con il coinvolgimento delle Amministrazioni Comunali e degli Istituti Comprensivi. La seconda fase, quindi, prevede la realizzazione di attività di sensibilizzazione sul tema della disabilità negli istituti scolastici che parteciperanno al progetto. Successivamente, le nostre Sezioni e le Amministrazioni Locali individueranno 17 aree verdi e parchi da riqualificare con l’installazione di giochi accessibili ai bambini con disabilità. Seguirà la quarta fase, strutturata nell’organizzazione di eventi pubblici cui parteciperanno anche i Ladri di Carrozzelle, il noto gruppo musicale composto da membri con diversi tipi di disabilità, sia intellettiva che fisica, oltre alle scuole coinvolte nella seconda fase. In tal modo si punta a diffondere una cultura della disabilità più attenta alla persona, integrata nel contesto sociale. Infine, verrà avviata un’attività di valutazione dell’impatto del progetto sul territorio, elemento, questo, di particolare novità, perché permetterà di orientare sempre più le scelte verso i reali bisogni dei soggetti che hanno interagito con l’iniziativa».

«Il tema dell’inclusione delle persone con disabilità – sottolineano ancora dalla UILDM – è una questione tuttora aperta. In particolare, il diritto al gioco per i bambini e i ragazzi con disabilità, sancito espressamente dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, non è rispettato nella maggior parte dei casi. Infatti, sin troppo spesso i giochi non sono adatti alle loro abilità e non è facilitata l’interazione con i coetanei. Inoltre, in Italia non esiste una normativa sulle attrezzature ludiche e negli oltre 8.000 Comuni italiani vi sono solo circa 430 parchi o aree verdi che prevedano al proprio interno almeno una giostra accessibile, poco più del 5% del totale italiano». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Alessandra Irace (irace@secrp.com).

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