Non aggiungere disagi a chi già vive situazioni molto complesse

«Dato il crescere delle situazioni di disagio, per persone e famiglie che già si trovano a fronteggiare situazioni di vita già molto complesse, chiediamo alla Regione che si provveda quanto prima a superare le criticità evidenziate»: lo dichiara Alessandro Manfredi, presidente della Federazione lombarda LEDHA, che ha inviato una lettera all’Assessorato Regionale competente, sottolineando come ad alcune settimane dall’approvazione del programma di attuazione del Fondo per la Non Autosufficienza in Lombardia, sia necessario risolvere alcuni gravi problemi verificatisi in fase di attuazione

Persona con disabilità in carrozzina e persona senza disabilità«Ad alcune settimane di distanza dall’approvazione del programma di attuazione del Fondo per la Non Autosufficienza in Lombardia, salutato positivamente per l’importante quota di risorse mobilitate dalla Regione, abbiamo inviato una lettera all’Assessore Regionale alle Politiche Sociali, Abitative e alla Disabilità per chiedere la risoluzione di alcuni gravi problemi che si sono verificati in fase di attuazione di quanto previsto dalla relativa Delibera [Delibera di Giunta Regionale n. 1253 del 12 febbraio 2019, N.d.R.] e che stanno creando notevoli disagi alle persone con disabilità grave e ai loro familiari».
Lo si legge in una nota diffusa dalla LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

«Uno degli elementi cardine della nuova Delibera – sottolinea Alessandro Manfredi, presidente della LEDHA – era la continuità tra le misure già in atto e quelle che dovranno essere implementate con il nuovo assetto. In queste prime settimane, invece, non abbiamo potuto che continuare a segnalare problemi connessi all’interruzione del servizio, uniti a mancanza di certezze su tempi e modi di un ritorno alla normalità, ovvero sulla certezza di poter contare su un sostegno economico continuo, su cui costruire un sistema di interventi e servizi affidabile e continuo».
Altre criticità sottolineate dalla LEDHA riguardano la lentezza nell’erogazione dei Buoni relativi ai primi mesi dell’anno, la mancanza di continuità e il rischio di “non universalità” dell’erogazione dei Voucher – che sta creando particolari problemi ad alcuni percorsi riabilitativi coinvolgenti minori con gravissima disabilità e infine, sempre per quanto riguarda i Voucher, la difficoltà di individuare enti accreditati e competenti per avviare percorsi riabilitativi per minori con autismo e disabilità complesse.

«Anche la scadenza per la presentazione della documentazione – proseguono dalla Federazione lombarda – fissata per il 31 marzo prossimo, appare troppo ravvicinata, soprattutto in relazione alla richiesta di nuova documentazione, come quelle dell’ISEE ordinario [della differenza tra ISEE ordinario e ISEE socio sanitario si legga nel box in calce, N.d.R.] che sta causando molti problemi e suscita molte perplessità (anche da parte dei Centri di Assistenza Fiscale che temono un uso improprio). Così come la richiesta del contratto di assunzione o di prestazione con un ente per la gestione dell’assistenza – da presentare contestualmente alla domanda – rischia di escludere dal beneficio quelle famiglie che sono interessate a passare dall’assistenza del caregiver familiare a una di tipo professionale».

Per fare fronte, dunque, a tutte queste criticità, la LEDHA ha proposto e chiesto alla Regione Lombardia di mettere in atto nel più breve tempo possibile i seguenti interventi operativi, per porre fine alle condizioni di grave disagio in cui si trovano attualmente le famiglie delle persone con disabilità: «mettere le ATS (Agenzie di Tutela della Salute) in condizione di procedere nel più breve tempo possibile all’erogazione in continuità dei Buoni relativi al mese di gennaio, febbraio e, in prospettiva, di marzo; comunicare che tale continuità riguardi anche il riconoscimento dei Voucher ad adulti e minori già presi in carico nella passata annualità; mantenere la scadenza del 31 marzo per la presentazione delle domande (prevedendo al limite una leggera proroga), ma anche concedendo maggiore tempo per la presentazione della documentazione richiesta; illustrare le ragioni che spingono la Regione a chiedere anche l’ISEE ordinario».

«Dato il crescere delle situazioni di disagio – conclude Manfredi – presso persone e famiglie che per definizione si trovano a fronteggiare situazioni di vita già molto complesse, chiediamo con forza alla Regione che si provveda quanto prima a diffondere una comunicazione in merito alle intenzioni della stessa e, in tempi immediatamente successivi, all’approvazione degli atti conseguenti. Ribadiamo per altro la nostra disponibilità a collaborare per il rapido superamento di questi problemi».

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it.

ISEE ordinario e ISEE socio sanitario
L’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) serve a fornire una valutazione della situazione economica delle famiglie, tenendo conto del reddito di tutti i componenti, del loro patrimonio e di una scala di equivalenza che varia in base alla composizione del nucleo familiare. Esso tiene conto di particolari situazioni di bisogno, prevedendo trattamenti di favore per i nuclei con tre o più figli o dove siano presenti persone con disabilità o non autosufficienti. L’ISEE è necessario per l’accesso alle prestazioni sociali la cui erogazione dipende dalla situazione economica familiare.
L’ISEE ordinario (o standard) contiene le principali informazioni sulla situazione anagrafica, reddituale e patrimoniale del nucleo familiare. Questo tipo di Indicatore vale per la maggior parte delle prestazioni.
L’ISEE socio sanitario è utile per l’accesso alle prestazioni sociosanitarie, come l’assistenza domiciliare per le persone con disabilità e/o non autosufficienti, l’ospitalità alberghiera presso strutture residenziali e semiresidenziali per le persone che non possono essere assistite a domicilio. Le persone con disabilità maggiorenni possono scegliere un nucleo più ristretto rispetto a quello ordinario. Per esempio, una persona maggiorenne disabile non coniugata e senza figli, che vive con i genitori, in sede di calcolo ISEE può dichiarare solo i suoi redditi e patrimoni.
(fonte: INPS)

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