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Legge sul reddito di cittadinanza: il giudizio negativo della FISH

Mano con pollice verso«Il testo approvato conserva le lacune e i limiti più volte da noi denunciati, nelle audizioni alla Camera e al Senato e nelle interlocuzioni istituzionali intrattenute in queste settimane, oltreché sugli organi d’informazione»: così Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) commenta la conversione in legge (Legge 26/19) del Decreto Legge 4/19 su reddito e pensione di cittadinanza, ciò che ha concluso il percorso di un provvedimento su cui la stessa FISH e in generale il movimento delle persone con disabilità avevano chiesto significativi emendamenti.

«Ai fini della concessione dell’erogazione del reddito e della pensione di cittadinanza – si legge in una nota diffusa dalla Federazione -, nonostante alcune correzioni minime “di bandiera”, il provvedimento continua ad essere meno vantaggioso per i nuclei in povertà assoluta con persone con disabilità rispetto agli altri. Continuano inoltre ad essere computate le provvidenze assistenziali quale reddito familiare, e continua ad essere pressoché ininfluente la presenza di una persona con disabilità all’interno dei nuclei potenzialmente beneficiari delle nuove misure. Al di là, poi, dei gravi effetti pratici immediati, ancora una volta non si considera quello che è un elemento centrale nella costruzione delle politiche sociali, ovvero che troppo spesso la disabilità è causa di impoverimento e di conseguente esclusione sociale».
«Finché non vi sarà consapevolezza di queste correlazioni – annota a tal proposito Falabella – le politiche per l’inclusione sociale non potranno che essere fallimentari. Ed è con questa considerazione che affrontiamo il prossimo confronto, quello riguardante l’annunciato Codice Unico sulla Disabilità ritenuto centrale da questo Governo, ma su cui non vi sono – per ora – impegni di spesa».
Il riferimento di Falabella è segnatamente allo Schema di Legge Delega approvato dal Consiglio dei Ministri, che a breve arriverà alle Camere, formalizzando l’annunciato intento di redigere appunto «un Codice che razionalizzi e riveda tutta la normativa vigente in materia di disabilità».

«Si tratta – sottolinea il Presidente della FISH – di un obiettivo imponente che il Governo non potrà perseguire senza un confronto con le organizzazioni delle persone con disabilità, ma nemmeno senza accogliere pienamente i princìpi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, senza quella consapevolezza che in questo caso è mancata, senza un adeguato investimento di risorse. Agiremo pertanto con propositiva determinazione già in sede di discussione della Legge Delega, per evitare che il tutto si risolva in un’ennesima occasione persa. Ci si augura quindi di incontrare in questo percorso la dovuta attenzione. Nel frattempo, però, non si può dimenticare che alla fine del 2017 è stato pubblicato il Secondo Programma di Azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, mirato alla concreta attuazione della Convenzione ONU. A quella norma di indirizzo, inspiegabilmente in stallo, va data rapida attuazione, senza attendere il Codice dai tempi imponderabili». (S.B.)

Sul tema suggeriamo anche la Lettura dell’ampio approfondimento pubblicato dal Servizio HandyLex.org (a questo link). Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it.

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