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Come rendere inaccessibile un importante evento sulla vita indipendente

Auto parcheggiata davanti a uno scivolo

Un’auto parcheggiata impropriamente davanti a uno scivolo

È un vero e proprio inno alla vita indipendente delle persone con grave disabilità, il libro Respirare. La tracheotomia: scelta e sfida per una vita indipendente, scritto insieme a Salvatore D’Elia da Antonio Saffioti, già vicepresidente della FISH Calabria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), persona con una grave forma di distrofia muscolare. E per la prima presentazione, gli Autori, in accordo con il Vescovo della loro città, avevano scelto il Seminario Vescovile di Lamezia Terme (Catanzaro), anche «per dare il segnale di una Chiesa vicina alla fragilità e agli ultimi». Soprattutto avevano scelto una sala pienamente accessibile, come effettivamente si è rivelata. Senonché…
Senonché mentre dentro la presentazione si svolgeva suscitando grande interesse e partecipazione, al di fuori Nunzia Coppedé, presidente della FISH Calabria, persona con disabilità motoria in carrozzina, subiva le conseguenze dell’inciviltà e della noncuranza, vivendo un’ordinaria storia di discriminazione, che l’ha costretta a rinunciare l’evento. È lei stessa a raccontare com’è andata, rivolgendosi direttamente ad Antonio Saffioti.

Caro Antonio, ero venuta alla presentazione del tuo libro, ma una Panda nera parcheggiata di traverso sullo scivolo mi ha impedito di entrare. Viviamo in una città che nonostante tutte le nostre battaglie per conquistare la libertà di movimento, resta sorda e discriminante.
Pioveva, quando sono arrivata al Seminario Vescovile, e come prima cosa ho trovato il parcheggio disabili occupato da una macchina senza contrassegno. Ho dovuto quindi cercare un altro parcheggio, cosa non facile, e mi sono dovuta allontanare.
Sotto la pioggia, con la mantellina impermeabile, accompagnata dalla mia assistente personale, ho raggiunto la meta. Arrivata davanti allo scivolo laterale, ai tre gradini di accesso alla sala, quella Panda nera parcheggiata di traverso mi ha impedito di entrare; la signora davanti alla porta è entrata per chiedere di far spostare la macchina e so che anche tu hai chiesto al microfono di spostarla, ma davanti alla sala c’era anche la Polizia Municipale; l’agente mi ha detto che non sapeva di chi fosse la macchina e mi ha invitato ad avere pazienza; tutto questo mentre io e la mia accompagnatrice eravamo sotto la pioggia in un tratto di discesa scoscesa, che rendeva la mia carrozzina instabile. Poi il poliziotto mi ha detto che mi avrebbe potuto aiutare lui a salire le scale, ma ho detto assolutamente no, e tu sai meglio di tutti il perché.
È passata una macchina e la signora alla guida mi ha chiesto se era lì che si presentava il libro Respirare. Le ho detto di sì, che chi si raccontava era una persona con disabilità, ma che a causa di un cretino o una cretina che aveva parcheggiato sullo scivolo, l’evento era diventato inaccessibile proprio alle persone con disabilità.
La Polizia Municipale era sempre lì e con la mia assistente cominciavamo ad essere molto bagnate dalla pioggia. Ho deciso pertanto di rinunciare alla presentazione, ma non di stare zitta.
Caro amico di battaglia, la tracheotomia non ha fermato la tua voglia di Vita Indipendente, ma l’indifferenza dell’Amministrazione Comunale, che continua a tenere “in caldo” le risorse del tuo progetto di vita, e la Polizia Municipale, che non riesce a mantenere libero l’unico scivolo di accesso al tuo evento e neppure a far liberare i parcheggi per disabili vicini all’evento stesso, rischiano di rafforzare lo stato di discriminazione che le persone con disabilità abitanti e residenti in questa città devono subire quotidianamente.
Non so di chi fosse la Panda nera. Il proprietario ha aspettato che mi allontanassi, per spostare la macchina indisturbato, con la Polizia Municipale sempre presente… I commenti li lascio alla spontaneità di chi legge, so solo che il servizio pubblico non ha tutelato il mio diritto di entrare. Dopo pochissimi minuti, la mia assistente è tornata per fotografare la macchina, ma era stata tolta appena non entrava più nel mio campo visivo. Mi resta la speranza che forse si sia vergognato o vergognataò. Nel frattempo, indisturbata, la macchina senza contrassegno ha continuato ad occupare il parcheggio per disabili…
Nunzia Coppedé – presidente della FISH Calabria

A Nunzia Coppedé hanno subito scritto gli stessi Antonio Saffioti e Salvatore D’Elia, aggiungendo le loro riflessioni.

Carissima Nunzia, condividiamo tutta la tua indignazione e la tua più che legittima rabbia per una vicenda di palese inciviltà, specchio delle due facce di questa città: da un lato la significativa partecipazione riscontrata durante la presentazione del libro, con tante persone che per due ore hanno ascoltato con interesse una storia fatta proprio di lotte quotidiane per la vita indipendente e i diritti; dall’altro, l’indifferenza di fronte a quello che ti è capitato è un’esplicita lesione dei valori della nostra Carta Costituzionale e prima ancora dei valori umani e cristiani che dovrebbero appartenere ad ogni uomo in quanto tale. Ma essere uomini e umani, al giorno d’oggi, non è scontato.
In quella sala, pienamente accessibile, abbiamo chiesto più volte, nel corso dell’iniziativa, che venisse spostata la macchina che creava ostacolo all’accesso. Purtroppo inutilmente.
Un dato è chiaro: si sono create condizioni che hanno impedito a una persona con disabilità di accedere ad un luogo pubblico, di vivere un momento di socialità e condivisione insieme a tanti altri cittadini. Tutto questo è inaccettabile, a Lamezia Terme e nell’Italia del 2019. Chi ha parcheggiato dove non doveva parcheggiare o chi non ha prontamente risposto per sanare l’ingiustizia ha, nei fatti, creato le condizioni per il venir meno di diritti fondamentali di un cittadino, garantiti dalla Costituzione.
Ma noi non abbassiamo la guardia. Continueremo, attraverso le prossime occasioni, a fare da pungolo perché i diritti, la buona qualità della vita, le garanzie costituzionali di tutti i cittadini e delle persone con disabilità non restino lettera morta. Ed episodi simili, veri e propri schiaffi in faccia alla civiltà e all’umanità, non si ripetano.
Antonio Saffioti e Salvatore D’Elia.

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