Presidente, non leghi il suo nome a un inaccettabile ritorno indietro!

Prima la richiesta di un incontro al presidente della Regione Luca Ceriscioli, ora anche il lancio di una petizione, da sostenere con un messaggio indirizzato allo stesso Presidente («Non leghi il suo nome ad un inaccettabile ritorno indietro!»): è il percorso seguito da numerose organizzazioni delle Marche, che stanno cercando con forza di fare modificare i nuovi requisiti di autorizzazione delle strutture sociosanitarie stabiliti da una proposta all’esame delle IV Commissione Consiliare. Una proposta che rischierebbe di far tornare le persone con disabilità alla realtà dei vecchi istituti

Figure bianche che coprono una donna in carrozzina (© Dadu Shin)

Elaborazione grafica dedicata alla segregazione delle persone con disabilità (©Dadu Shin)

Prima la richiesta di un incontro urgente al presidente della Regione Luca Ceriscioli (se ne legga anche sulle nostre pagine), ora anche il lancio di una petizione, da sostenere con un messaggio indirizzato allo stesso Presidente («Non leghi il suo nome ad un inaccettabile ritorno indietro!»), auspicando la maggiore adesione possibile: è il percorso seguito da quelle otto organizzazioni delle Marche*, che stanno cercando con forza di fare modificare i nuovi requisiti di autorizzazione delle strutture sociosanitarie stabiliti da una proposta all’esame delle IV Commissione Consiliare.

«Quella proposta – si legge nella lettera che gli aderenti alla petizione dovranno inviare sia al Presidente della Regione Marche che ai Membri della IV Commissione Consiliare – richiede un cambiamento radicale per i seguenti motivi: chiude sostanzialmente l’esperienza regionale delle comunità di piccole dimensioni ed inserite nei normali contesti abitativi, avviata fin degli Anni novanta, a favore di grandi strutture che premiano soggetti gestori, soprattutto for profit, a danno delle piccole esperienze radicate nei territori; garantisce a tutte le strutture già autorizzate o in via di realizzazione, in maniera assolutamente impropria, la deroga al rispetto di fondamentali requisiti strutturali (superficie minima, letti per camera, capacità recettiva e accorpamenti): ad esempio, circa 1.700 persone potranno continuare a vivere in camere da quattro letti; prevede che il sistema di valutazione e accesso, finalizzato all’appropriatezza dei percorsi di assistenza e cura, sia attuato in alcuni servizi e non in altri; non prevede, inspiegabilmente, figure educative in servizi rivolti alla disabilità intellettiva; stralcia molti requisiti di qualità già presenti nella vigente normativa, e dimentica di definirne altri essenziali (indicazioni di mensa, trasporto, tempi di apertura nei servizi diurni)».

Si tratta, vale la pena ricordarlo, di provvedimenti che interessano circa 12.500 persone delle Marche (persone con disabilità, demenza, disturbi mentali, anziani non autosufficienti) e di una vera battaglia di civiltà, contro quello che si caratterizza, di fatto, come un ritorno ai vecchi istituti. (S.B.)

*ANGSA Marche (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), ACLI Marche (Associazioni Cristiane lavoratori Italiani), UILDM Ancona (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), Gruppo Solidarietà, Confcooperative-Federsolidarità Marche, Federazione Pensionati ACLI Marche, Cooperativa Papa Giovanni XXIII di Ancona e Fondazione Paladini di Ancona.

A questo link sono disponibili tutte le informazioni utili ad aderire alla petizione lanciata dalle organizzazioni marchigiane. Per ulteriori approfondimenti: grusol@grusol.it.

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