Spargiamo semi di fiordaliso tra bambini e bambine per far crescere il rispetto

Lanciato dall’Associazione AISLA di Firenze, il progetto “Semi di Fiordaliso” è stato pensato e rivolto ai bambini e alle bambine delle scuole primarie, affinché possano diventare appunto come i semi di fiordaliso, fiore simbolo della SLA (sclerosi laterale amiotrofica) e diffondere nella loro scuola, nelle loro famiglie e poi, da adulti, in tutto il mondo, la cultura del rispetto e della solidarietà nei confronti non solo delle persone con SLA, ma di tutti coloro che vivono con una malattia e una disabilità grave

Iimmagine di Luca Ricciarelli per il progetto "Semi di Fiordaliso"

L’immagine realizzata dall’illustratore e vignettista Luca Ricciarelli per il progetto dell’AISLA di Firenze “Semi di Fiordaliso”

«Questo è un progetto psico-pedagogico che nasce con l’intento di aiutare i bambini e le bambine a rapportarsi con la disabilità e con i malati di SLA (sclerosi laterale amiotrofica), assumendo un atteggiamento di accoglienza, di rispetto, senza alcuna forma di pregiudizio e di paura».
Così l’AISLA di Firenze (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) presenta il progetto denominato Semi di Fiordaliso, pensato e rivolto ai bambini e alle bambine delle scuole primarie affinché possano diventare proprio come i semi di fiordaliso e diffondere nella loro scuola, nelle loro famiglie e poi, da adulti, in tutto il mondo, la cultura del rispetto e della solidarietà nei confronti non solo delle persone con SLA, ma di tutte le persone che vivono con una malattia e una disabilità grave.
Nello specifico, gli istituti coinvolti sono le scuole primarie di Firenze La Pira e Collodi.

Per spiegare quanto sia appropriato il nome scelto per l’iniziativa, cediamo ancora la parola all’AISLA fiorentina. «Il fiordaliso – spiegano dall’Associazione – è una pianta semplice, ma coraggiosa, che si trova nei campi e nella simbologia dei fiori rappresenta la leggerezza e la dolcezza. È un umile ricordo di semplice bellezza della natura, che simboleggia la pienezza del ciclo della vita e la speranza per il futuro. La sua principale caratteristica è quella di saper affrontare i periodi più avversi sotto forma di seme, segno appunto di speranza verso il futuro. Quindi, la scelta di questo fiore per simboleggiare la SLA in tutto il mondo, donde il titolo di questo progetto, è dovuta al fatto che è un fiore durevole, nonostante il suo aspetto fragile, che cresce e si diffonde nei nostri campi e in tutto il mondo, come crescono la consapevolezza, gli aiuti e i supporti verso tutti i malati di SLA e dei loro familiari in tutto il territorio nazionale e oltre».
«Come i fiordalisi – proseguono dall’AISLA – anche le persone affette da SLA hanno lo stesso coraggio e la stessa forza per far fronte ai drammatici cambiamenti che avvengono nei loro corpi. Allo stesso tempo, però, i semi non sono tutti uguali, e la ricchezza e meraviglia del mondo deriva proprio da questo, dalla diversità. Inoltre, non tutti i semi possono fiorire sullo stesso tipo di terreno, spesso servono terreni (e cure) diversi affinché un seme possa mostrare la propria meraviglia al mondo. Alcuni semi, poi, devono resistere a condizioni climatiche molto avverse, ed è solo adattandosi e sviluppando speciali abilità che riescono a sopravvivere e fiorire».

Quasi conseguentemente, la riflessione al centro del progetto Semi di Fiordaliso si concentrerà sui tema della disabilità e della diversità, «perché la disabilità è solo una diversità, capace di dare altrettanti fiori, alcune volte più particolari, proprio a causa delle caratteristiche proprie della diversità. Coloro cioè che hanno una disabilità o una malattia grave devono, come le piante in natura, adattarsi, trovare la migliore strategie di crescita sul terreno (difficile) che è toccato loro in sorte, con grandi sacrifici e forza di volontà straordinaria, per poter mostrare al mondo la bellezza che (in potenza) è dentro di loro. Il titolo di questa iniziativa, pertanto, vuole esprimere questa idea: non è la “sostanza fisica” che ci definisce (il terreno da cui partiamo), ma quella dell’anima, dei nostri sogni, perché per realizzarli siamo capaci di superare qualsiasi ostacolo, anche la disabilità, e la malattia».

Anche sul peso del pregiudizio e delle forme che esso può assumere, si sofferma quindi l’AISLA di Firenze, secondo la quale «del pregiudizio e delle forme che può assumere non si parla mai abbastanza, ma soprattutto sono scarse le iniziative atte a trovare modi nuovi per superarlo, dando vita a una società in cui la diversità sia una forma di arricchimento e non un motivo di discriminazione. È importante inoltre sottolineare che il fenomeno sociale del pregiudizio non è solo un processo di gruppo, ma anche individuale, che coinvolge percezione, emozione e azione dei singoli individui. In tal senso, si è potuto constatare, grazie a recenti ricerche in àmbito psico-sociale, che l’uso della narrazione nelle classi della scuola primaria ha apportato un notevole cambiamento negli atteggiamenti verso le forme di disabilità sia mentale che fisica. Per tale ragione, quindi, Semi di Fiordaliso si avvarrà dello strumento della narrazione sia video che grafica, appositamente realizzata per avvicinare i bambini al tema della malattia e della disabilità, attraverso un linguaggio anche musicale a loro più familiare e che propone modelli positivi di comportamento nei confronti delle persone malate e con disabilità».

Strutturato in quattro fasi importanti (1. Imparare a riconoscere le emozioni; 2. Lettura di tre storie che descrivono altrettante forme di disabilità, con osservazione di opere pittoriche e ascolto musicale; 3. Elaborazione grafico-pittorica delle due fasi precedenti; 4. Premiazione finale durante una festa), il progetto si avvale di un team vario e autorevole, composto da Laura Ferraresi, pedagogista e autrice per l’infanzia, oltreché coordinatrice del progetto Marciapiede didattico di ADRA Italia; Linda Gori, pedagogista, formatore psicodramma olistico e mediatore familiare; Luca Ricciarelli, illustratore e vignettista; Valentina Solari dell’Associazione Consapevolmente; Serena Berti dell’Associazione Le Curandaie; Mariagrazia Antoci, avvocato di Cittadinanzattiva Firenze.
A loro il compito di aiutare i bambini e le bambine a confrontarsi sia con la malattia della SLA, riguardante persone con l’età dei loro genitori o nonni, sia con la disabilità in generale, educando e informando attraverso il linguaggio semplice della narrazione. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Barbara Gonella (gonella@aislafirenze.it).

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