La Biobanca Nazionale sulla SLA consentirà un’accelerazione verso la terapia

«Questa struttura rappresenterà un volano, un amplificatore di opportunità, per dare un’accelerazione consistente al raggiungimento dell’obiettivo della terapia per la SLA (sclerosi laterale amiotrofica)»: a dirlo è il neurologo Mario Sabatelli, dopo essere stato nominato alla direzione della Biobanca Nazionale sulla SLA, creata dall’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e dalla Società Xbiogem, per conservare tessuti biologici necessari alla ricerca e aperta a tutti gli scienziati nel mondo

Operatori al lavoro nella Biobanca Nazionale sulla SLA

Operatori al lavoro nella Biobanca Nazionale sulla SLA

Inaugurata nel mese di giugno scorso, come avevamo riferito a suo tempo, alla presenza anche del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la Biobanca Nazionale sulla SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) – creata dall’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e dalla Società Xbiogem, allo scopo di conservare tessuti biologici necessari alla ricerca dedicata alla SLA e aperta a tutti gli scienziati nel mondo – ha proceduto in questi giorni alla nomina dei propri vertici.
Direttore della struttura, dunque, sarà Mario Sabatelli, neurologo, responsabile dell’Area Adulti del Centro Clinico NEMO (NeuroMuscular Omnicentre), presso il Policlinico Gemelli di Roma, mentre il responsabile del Comitato Scientifico sarà Paolo Annunziato, economista, persona con la SLA, già direttore del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e presidente del CIRA (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali).
Referente del Sistema Gestione per la Qualità sarà quindi Alberto Fiore (Policlinico Gemelli), e membri del Comitato Scientifico, insieme ad Annunziato, saranno Maria Rosaria Monsurrò (Seconda Università degli Studi di Napoli), Claudia Caponnetto (IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova), Serena Lattante e Giuseppe Marangi (Università Cattolica del Sacro Cuore).

«Le conoscenze sulla SLA – dichiara Sabatelli – sono aumentate considerevolmente in questi ultimi anni e la possibilità che nei prossimi mesi si arrivi a individuare una terapia per le rare forme di SLA geneticamente determinate rappresenta una concreta speranza. Ciò significa che la strada intrapresa da molti ricercatori è quella giusta, ma è necessario intensificare gli sforzi utilizzando ogni strumento che aumenti le opportunità di ricerca. La Biobanca rappresenta un volano, un amplificatore di opportunità, per dare un’accelerazione consistente al raggiungimento dell’obiettivo della terapia».
«Non è vero che non esiste una cura per la SLA – sottolinea dal canto suo Annunziato – , occorre solo scoprirla. Il tempo necessario a trovare una terapia efficace per questa malattia dipenderà dalla quantità e dalla qualità di studi scientifici che potranno essere portati avanti nei prossimi anni. La Biobanca Nazionale sulla SLA costituisce un passo avanti per favorire e incentivare la collaborazione tra gli studiosi: i campioni biologici e i dati, infatti, verranno messi a disposizione dei ricercatori otaliani e stranieri secondo criteri di eccellenza scientifica e nel rispetto della riservatezza dei donatori. È pertanto un progetto che aumenta la speranza per tutti i malati di SLA».

Entrando maggiormente nel dettaglio, va detto innanzitutto che la Biobanca ha sede presso il Policlinico Gemelli di Roma ed è gestita dalla citata Società XBiogem (Biorep Gemelli Biobank), nata dalla collaborazione tra la Fondazione Gemelli e BioRep, il Centro di Risorse Biologiche del Gruppo Sapio.
La struttura comprende dieci contenitori per la crioconservazione a vapore d’azoto a temperature comprese tra i 20 e i 190 gradi sotto zero, contenitori che possono conservare fino a 380.000 campioni biologici di persone con SLA, tra tessuti, campioni di sangue ecc.
La Biobanca, quindi, è stata pensata per poter ricevere e stoccare i campioni biologici dai vari Centri Clinici, secondo criteri standard ottimali per la ricerca scientifica, per poterli poi condividere e inviare ai ricercatori che ne faranno richiesta.
La disponibilità di campioni biologici di persone con la SLA, raccolti secondo standard internazionali e nel rispetto delle norme sulla privacy (la catalogazione è anonima), è fondamentale per condurre ricerche scientifiche su questa patologia, per conoscerne meglio i meccanismi, per individuare nuovi target terapeutici, per verificare in vitro gli effetti di nuove molecole, nonché per identificare marker della patologia.
Il tutto, va ricordato in conclusione, è stato reso possibile grazie a una donazione di 300.000 euro da parte del Gruppo Commerciale Selex, importante realtà italiana della distribuzione. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: murgia@secrp.com (Daniele Murgia).

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