Ogni bambino ha un sogno. Il sogno di giocare a lungo, con molti amici, di divertirsi e scoprire il mondo.
Ogni bambino, con o senza disabilità, deve giocare e vivere in un contesto educativo. Se non gioca, quel bambino non può sviluppare la sua capacità emotiva, fisica e cognitiva. E se un bambino con disabilità non gioca, la sua disabilità è destinata ad aumentare.
La disabilità non è una malattia, è una condizione umana. E l’inclusione è l’opportunità per i bambini di stare insieme, con le loro diverse identità, di giocare con le loro capacità o difficoltà, di comunicare su base individuale o in gruppo. Questo è ciò di cui è fatta la reale inclusione.
Lo staff del progetto sociale Inter Campus e il gruppo di lavoro della nostra Associazione L’abilità lavorano insieme per trovare un nuovo modo per far sentire meglio tutti i bambini.
Vogliamo capire come creare l’inclusione giocando con una palla con un gruppo di bambini con e senza disabilità intellettive. Per una migliore inclusione, infatti, dobbiamo sempre rendere fruibile lo spazio in cui viviamo e il materiale che gestiamo. E in questo progetto è stato importante per noi esplorare il significato di una palla durante la crescita di un bambino.
Tutti i bambini e i ragazzi, dal neonato all’adolescente, giocano con una palla. Da soli o insieme. In tutto il mondo, nei tempi antichi od oggi, giocando con una palla ogni bambino scopre concetti, relazioni, parole, emozioni.
Con i bambini con disabilità utilizziamo palline leggere, palline con colori diversi, grandi o piccole, ruvide o lisce, per consentire a tutti di toccarsi e giocare con loro.
Una nuova cultura della disabilità si deve quindi basare sull’apprendimento e la formazione su ciò che è importante fare per le persone con disabilità al fine di costruire con loro indipendenza, vita piena, autostima, rispetto e prima di tutto libertà.