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Più di 1.100 persone hanno già detto no a quel ritorno ai vecchi istituti

Persona con disabilità in carrozzina e persona senza disabilità«Quella proposta della Giunta Regionale porta sostanzialmente a conclusione l’esperienza regionale dei servizi di piccole dimensioni inseriti nei normali contesti abitativi, avviata fin degli Anni Novanta, a favore di grandi strutture che premiano soggetti gestori, soprattutto for profit, economicamente forti, a scapito di dimensioni organizzative e gestionali di tipo comunitario. Viene invece promossa e incentivata la concentrazione dei servizi a danno della capillarità e della diffusione territoriale, modello nel quale ad essere centrali sono le strutture e non le persone. Una proposta che non appare quindi interessata ad obiettivi di inclusività, qualità della vita e progettualità personalizzata».
A scriverlo in una nota sono alcune organizzazioni delle Marche*, che da tempo – come abbiamo riferito di volta in volta anche sulle nostre pagine – stanno affiancando il Gruppo Solidarietà nella battaglia contro quella proposta della propria Giunta Regionale riguardante i nuovi requisiti di funzionamento dei servizi sociosanitari, diurni e residenziali, regole che riguardano la vita e il benessere di circa 12.500 persone (disabili, anziani non autosufficienti, soggetti con disturbi psichiatrici, minori, persone con demenza) e delle loro famiglie.

Su tale questione, allo scopo di evitare quello che di fatto e a buona ragione viene definito come «un inaccettabile ritorno al modello dei vecchi istituti», il Gruppo Solidarietà ha lanciato anche un appello/petizione in web – al quale si può ancora aderire -, che in un tempo relativamente breve ha già superato le 1.100 adesioni.
E tuttavia, proprio domani, 13 febbraio, la Commissione Consiliare competente esprimerà il proprio parere e successivamente la Giunta approverà in via definitiva i provvedimenti. Le varie organizzazioni coinvolte e tutti i firmatari dell’appello/petizione chiedono dunque al presidente della Regione Luca Ceriscioli «di non legare il proprio nome a un inaccettabile passo indietro nella cultura e nell’erogazione dei servizi della nostra Regione».
Nel corso di una conferenza stampa in programma nella tarda mattinata del 14 febbraio alla Casa delle Culture di Ancona (Via Vallemiano, 46, ore 12), verranno presentati i contenuti dell’appello/petizione, con l’auspicio di potere ancora ottenere il risultato voluto, ovvero di modificare i contenuti del provvedimento regionale. (S.B.)

*Promotori dell’iniziativa, insieme al Gruppo Solidarietà, sono l’ANGSA Marche (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), la UILDM di Ancona (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), la Cooperativa Papa Giovanni XXIII di Ancona e la Fondazione Paladini di Ancona.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: grusol@grusol.it.

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