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Per non perdere il contatto con le persone con sindrome di Down

Giovane donna con sindrome di Down al computer

Una giovane donna con sindrome di Down al computer

«La diffusione del coronavirus e le indicazioni dettate dagli organi istituzionali – si legge in una nota diffusa dall’AIPD Nazionale (Associazione Italiana Persone Down)stanno avendo forti ripercussioni nella vita quotidiana di ciascuno. In questo momento, molto difficile per tutti, per la nostra Associazione l’impatto maggiore è ricaduto sulle attività di educazione all’autonomia. Queste si caratterizzano infatti proprio per il lavoro in gruppi, le uscite in strada, l’uso dei mezzi pubblici, le uscite al cinema, al teatro, nei locali, il contatto con le persone; tutte attività in questo momento fortemente sconsigliate, e in alcuni territori interdette».

«In alcune sedi – proseguono dall’AIPD – sono state sospese le attività, in altre sono state inserite delle restrizioni precauzionali. Ciascuna nostra Sezione sta assumendo proprie decisioni in funzione delle disposizioni sanitarie del proprio territorio e delle diverse sensibilità e situazioni. Agli operatori dei vari percorsi abbiamo fornito alcuni suggerimenti sulle attività da svolgere, laddove possibile, per non perdere il contatto con le persone con sindrome di Down e le loro famiglie, e per alimentare il senso del futuro e la voglia di crescere e di fare. A disposizione dei nostri operatori ci sono materiali e indicazioni, disponibili online su una piattaforma informatica loro dedicata. Inoltre, il sito Il Mercato dei Saperi, da noi realizzato in occasione dell’omonimo progetto [se ne legga ampiamente anche sulle nostre pagine, N.d.R.], raccoglie molto materiale, in alta comprensibilità, che può essere utilizzato per lavorare coi ragazzi individualmente o in gruppo. Si tratta di spunti, idee, utili da suggerire a tutti».

«E dagli operatori – conclude la nota – arrivano le iniziative condivise: la nostra Sezione di Bergamo, ad esempio, lancia il challenge #autonoMia, chiedendo di “invadere” i social con foto dei giovani alle prese con la sfida dell’autonomia in casa, per mantenere attiva la comunicazione interna e per dare un messaggio vivo e positivo all’esterno. Raccogliamo la sfida! E la rilanciamo a nostra volta (#autonoMia)». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampaaipd@gmail.com.

I percorsi di educazione all’autonomia dell’AIPD
Essi coinvolgono attualmente 1.073 persone con sindrome di Down in tutta Italia. Sono:
– 29 “Club dei Ragazzi” per 219 giovani di età compresa tra i 15 e 22 anni nelle Sezioni AIPD di: Alcamo-Trapani, Bari, BAT (Barletta-Andria-Trani), Belluno, Bergamo, Brindisi, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Frosinone, Latina, Livorno, Mantova, Marca Trevigiana, Marsica, Milazzo-Messina, Napoli, Oristano, Pisa, Potenza, Prato, Reggio Calabria, San Benedetto del Tronto-Ascoli Piceno, Roma, Teramo, Trentino, Venezia-Mestre, Viterbo e Vulture.
– 35 “Agenzia del Tempo Libero” per 580 persone di età superiore ai 18 anni nelle Sezioni AIPD di: Alcamo-Trapani, Anzio-Nettuno, Arezzo, Bari, BAT (Barletta-Andria-Trani), Belluno, Bergamo, Brindisi, Caserta, Castelli Romani, Catania, Frosinone, Grosseto, Latina, Lecce, Livorno, Mantova, Marca Trevigiana, Matera, Milazzo-Messina, Napoli, Oristano, Perugia, Pisa, Potenza, Prato, Reggio Calabria, Roma, Taranto, Teramo, Termini Imerese, Venezia-Mestre, Versilia, Viterbo e Vulture.
– 4 “Agenzia Più” per 39 persone di età superiore ai 25 anni nelle Sezioni AIPD di: Caserta, Latina, Oristano e Roma.
– 17 Corsi dedicati ai preadolescenti per 124 ragazzi di età compresa tra 9 e 14 anni nelle Sezioni AIPD di: Anzio-Nettuno, Bergamo, Caserta, Frosinone, Latina, Lecce, Mantova, Marca Trevigiana, Pisa, Potenza, Prato, Roma, Taranto, Trentino, Venezia-Mestre, Versilia e Vulture.
–  7 “Circoli del Tempo Libero” per 111 persone di età superiore a 20 anni nelle Sezioni AIPD di: Arezzo, Caserta, Mantova, Pisa, Potenza, Roma e Venezia-Mestre.

A questi, si aggiungono 20 attività rivolte a bambini di età compresa tra il 4 e i 10 anni (129 bambini), 12 centri diurni (174 persone) e 60 laboratori (533 persone).

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