Oltreché agli istituti penitenziari e ai CPR (Centri di Permanenza per il Rimpatrio), il Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale dedica anche un’ampia parte alle Residenze delle persone con disabilità e anziane, nel comunicato stampa diffuso ieri, 17 marzo, con cui vengono commentati i provvedimenti contenuti nel cosiddetto Decreto Legge “Cura Italia” (a questo link è disponibile il testo integrale).
Rispetto dunque alle strutture residenziali per persone con disabilità e anziane, «come altri luoghi in cui è concentrato un certo numero di persone – si legge nella nota del Garante – esse sono esposte, a un elevato rischio di contagio. È chiaro che il primo provvedimento possibile è la limitazione degli accessi alle strutture e un’elevata attenzione alle prassi igienico-sanitarie per prevenire la diffusione del virus al loro interno, diffusione peraltro particolarmente letale per la tipologia di ospiti. Anche in queste strutture vanno tutelati non solo il diritto alla salute, ma anche il diritto al mantenimento delle relazioni familiari, spesso unica motivazione che sostiene la vita degli ospiti, favorendo forme di comunicazione alternative alla visita, anche a distanza, perché sarebbe inaccettabile una svalutazione del bisogno di relazioni sociali».
Riguardo poi alle strutture semiresidenziali, sulle quali il Garante ha competenza per il monitoraggio e per gli interventi conseguenti la loro chiusura, si ritiene «che sarebbe opportuno dare seguito alla disposizione dell’articolo 9 del Decreto Legge n. 14 del 9 marzo, Disposizioni urgenti per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale in relazione all’emergenza COVID-19, il quale al comma 2 dell’articolo 9 prevede la facoltà delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e Bolzano di istituire entro dieci giorni dall’entrata in vigore del decreto stesso, Unità Speciali atte a garantire l’erogazione di prestazioni sanitarie e sociosanitarie a domicilio in favore di persone con disabilità che presentino condizione di fragilità o di comorbilità tali da renderle soggette a rischio nella frequentazione dei Centri diurni per persone con disabilità. Attualmente, non tutte le Regioni o Comuni, infatti, hanno dato indicazioni operative, con atti normativi locali, in merito alla sostituzione dei servizi diurni con servizi di assistenza domiciliare, per i quali, tra l’altro, il decreto non prevede risorse economiche straordinarie».
«Il Garante – conclude la nota – auspica il miglioramento del testo del Decreto Legge in sede parlamentare, per consentire l’attivazione di queste Unità Speciali con una rappresentanza delle Autorità competenti, comprese l’Autorità Garante e le Associazioni di persone e famiglie con disabilità». (S.B.)
Ringraziamo per la collaborazione Giampiero Griffo.