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Lascerà il segno, quella Sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo

Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo

Una seduta della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo

«Proprio nei giorni in cui in Italia è vivo il dibattito legato alle lacune del sistema scolastico alla riapertura post-lockdown, questa importante Sentenza segna una tappa decisiva verso il rafforzamento dei diritti delle persone con disabilità nello scenario europeo ed internazionale. Grazie dunque a quella famiglia che ha deciso di chiedere l’affermazione di diritti fondamentali per la propria figlia e all’avvocatessa D’Amico, che ha patrocinato la difesa del caso che ha portato a questa decisione».
Così Filomena Gallo, avvocatessa e responsabile della Segreteria Nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, commenta la decisione assunta il 10 settembre scorso, della quale avevamo già dato ampia notizia sulle nostre pagine, che ha visto la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo condannare l’Italia per la violazione del diritto allo studio di uno studente con disabilità.
Si tratta esattamente, lo ricordiamo, del Caso G.L. contro Italia, rispetto al quale la Corte di Strasburgo ha appunto condannato il nostro Paese, per non avere fornito un’adeguata assistenza scolastica ad una minore, affetta da una forma di autismo, nei primi anni della scuola primaria (a questo link è disponibile il testo della decisione).
Nello specifico, la Corte Europea ha accertato la violazione dell’articolo 14 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (Divieto di discriminazione), in combinato disposto con l’articolo 2 del Protocollo Addizionale n. 1 alla stessa (Diritto all’istruzione), rilevando il carattere discriminatorio dell’omessa assistenza. In particolare, si è voluto sottolineare non soltanto che l’assistenza scolastica invocata dalla ricorrente sarebbe spettata di diritto alla bimba, in accordo con le disposizioni normative vigenti, ma anche le gravi conseguenze che in difetto di tale assistenza si producono ai danni di una minore nei primi e fondamentali anni di scuola primaria.

«La storia di G.L. è ricorrente – aggiunge Gallo -, è la storia di tante persone con disabilità che ogni giorno devono combattere per poter vedere erogato ciò che è un diritto. Sono anni che con la nostra Associazione siamo costretti ad agire in giudizio per ottenere la piena affermazione di diritti fondamentali delle persone con disabilità, e agiamo anche contro ogni forma di discriminazione in virtù della Legge 67/06 [“Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni”, N.d.R.]. La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità risulta ancora non pienamente attuata nel nostro Paese, come evidenziato ripetutamente dal Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che ne verifica periodicamente l’applicazione nei vari Stati. Oggi, quindi, questa decisione della Corte di Strasburgo assume ancor più rilievo e una valenza diversa, poiché in tempi di pandemia l’assistenza e l’inclusione per le persone con disabilità rappresentano una questione di emergenza nell’emergenza. Occorrono pertanto politiche adeguate per eliminare tutte le discriminazioni purtroppo ancora oggi esistenti, come la decisione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha evidenziato». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Fabio Miceli (fabio.miceli@associazionelucacoscioni.it).

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