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Il Sant’Alessio Margherita di Savoia per i Ciechi di Roma, in tempo di pandemia

Centro Regionale Sant’Alessio Margherita di Savoia per i Ciechi di Roma

Il Centro Regionale Sant’Alessio Margherita di Savoia per i Ciechi di Roma, oggi divenuto ASP Sant’Alessio (Azienda di Servizi alla Persona)

Il Centro Regionale Sant’Alessio Margherita di Savoia per i Ciechi di Roma è stato recentemente trasformato in ASP, ovvero Azienda di Servizi alla Persona, in virtù della Legge Regionale del Lazio 2/19. Di questo e anche di alcuni aspetti dei servizi dedicati alle persone con disabilità visiva, in questo delicato periodo di emergenza pandemica, abbiamo parlato con Antonio Organtini, che già dal 2014 ricopre il ruolo di direttore generale della struttura.

Direttore, cosa è cambiato nella struttura gestionale del Centro Regionale Sant’Alessio, dopo la modifica in Azienda di Servizi alla Persona?
«Il nuovo Statuto prevede un Consiglio di Amministrazione di tre persone, composto dal Presidente, nominato dalla Regione Lazio, da un membro indicato da Roma Capitale, e da uno nominato dall’Associazione storicamente rappresentativa dei ciechi nel Lazio. Le cariche sono rinnovabili per un massimo di due mandati e si è in attesa delle nomine. Precedentemente, invece, il Presidente, organo monocratico, era affiancato da un Comitato di Programmazione e Sorveglianza, composto da membri della Regione Lazio, della Provincia di Roma (attuale Città Metropolitana) e del Comune di Roma, oltreché da componenti di alcune Associazioni di persone con disabilità visiva presenti sul territorio: oggi è divenuto un Comitato Tecnico Consultivo composto da cinque rappresentanti  delle Associazioni di persone con disabilità visiva, insieme a quattro utenti e loro familiari. Anche questo Comitato verrà costituito subito dopo il conferimento delle nomine del Consiglio di Amministrazione.
La mission istituzionale del Sant’Alessio resta per altro quella “storica”, vale a dire l’abilitazione e la riabilitazione di persone cieche e ipovedenti, anche con ulteriori minorazioni, in modo da garantire loro la massima autonomia possibile e il diritto a una vita indipendente».

Il contratto di servizio che individua il Sant’Alessio come soggetto incaricato dalla Regione Lazio del servizio di tiflodidattica per gli studenti con disabilità visiva comporta un cambio radicale di prospettiva dell’assistenza scolastica, che era atteso da tempo. Ma cosa significa esattamente?
«Si tratta di un importante risultato: ad agosto, infatti, è stato approvato il contratto di servizio triennale con cui la Regione Lazio ha conferito l’incarico al Sant’Alessio di svolgere l’attività tiflodidattica nelle scuole; di fatto è un supporto metodologico a studenti con disabilità visiva, da parte di operatori specializzati, con interventi svolti prevalentemente a scuola, ma anche a casa, a distanza, o nelle sedi dell’ASP. Ringrazio dunque per il contributo tutti i soggetti che si sono mobilitati per ottenerlo, dall’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) al nostro Comitato di Programmazione e Sorveglianza e altri ancora».

Qual è stata la situazione riguardo i servizi dell’ASP Sant’Alessio nel periodo estivo e come sta andando la ripresa delle attività destinate ai servizi riabilitativi per le persone con disabilità visiva?
«I servizi in area sanitaria hanno subìto una forte diminuzione per ciò che concerne le terapie ambulatoriali e semiresidenziali, mentre sono stati garantiti i servizi per i trentatré pazienti residenti nella sede di Roma. Taluni trattamenti sono stati svolti in teleriabilitazione, per evitare di interrompere i percorsi riabilitativi per le centinaia di bambini seguiti, ma il rapporto diretto col terapista, l’uso del tatto e l’interazione tra le persone, ha tutta un’altra valenza».

Cosa  può dirci rispetto all’assistenza scolastica e ai servizi domiciliari?
«Dal 14 settembre, in virtù del contratto di servizio di cui si è detto in precedenza, l’assistenza scolastica viene garantita regolarmente a 431 studenti, mentre i servizi domiciliari interrotti il 18 luglio sono stati riattivati sempre dal 14 settembre in favore di 264 persone. Inoltre, in collaborazione con altri Enti e Istituzioni, sono stati attivati progetti speciali quali Bloom Again, per favorire le competenze scolastiche per studenti della primaria e Fast Track, attività riabilitative domiciliari per bambini fino a sei anni».

Antonio Organtini

Antonio Organtini, direttore generale del Sant’Alessio dal 2014

Quali corsi di formazione sono ripresi?
«Per quanto riguarda la formazione, il corso per centralinista non vedente è ripreso in presenza dal 1° settembre, ed è stato rimodulato con attività integrative il progetto Futuro in Vista, un’iniziativa tesa all’empowerment di persone con disabilità visiva [crescita dell’autoconsapevolezza, N.d.R.] in cerca di occupazione».

È noto che le persone anziane cieche hanno difficoltà a trovare posto nelle RSA (Residenze Sanitarie Assistite), proprio a causa della cecità. A tal proposito, c’è un progetto di RSA “interna” gestita dal Sant’Alessio?
«Durante il periodo di chiusura, il ricorso allo smart working ci ha consentito di redistribuire i  9.000 metri quadri dell’Istituto Sant’Alessio di Roma, aprendo uno spazio all’accoglienza di persone cieche che hanno necessità di assistenza socio-sanitaria. Per l’apertura della nuova RSA Sant’Alessio siamo in attesa dell’autorizzazione della Regione Lazio; il progetto è stato accolto favorevolmente dalla ASL RM 2, atteso che l’Istituto offre spazi già adeguati per una Residenza Sanitaria Assistita».

C’è la possibilità di utilizzare alcuni locali della struttura come ospitalità alberghiera a pagamento facilitato per persone con disabilità visiva provenienti da fuori Roma, per turismo, visite mediche o altre motivazioni?
«Purtroppo attualmente non è possibile far soggiornare persone in sede, per evitare il rischio Covid, su disposizione del Direttore Medico».

Sembra dunque che l’ASP Sant’Alessio continui ad occuparsi della riabilitazione della persona con disabilità dal punto di vista sanitario e scolastico, ma come sta andando la ripresa delle attività settimanali destinate alle persone anziane con disabilità visiva e alle  persone sordocieche, per le quali l’Istituto, prima dell’emergenza sanitaria, costituiva un punto di aggregazione e di riferimento?
«Le attività socioeducative per gli anziani e per i sordociechi non possono riprendere per le lungaggini burocratiche di ASL e Comune. La Regione Lazio, infatti, con un piano territoriale sociale dell’8 maggio scorso, ha previsto la riapertura, dopo la fase di lockdown per Covid-19, solo dopo il nullaosta dell’ASL e del Comune. Si tratta di attività territoriali presso le sedi, ovvero laboratori (Braille, informatica, attività manuali, socioculturali, teatrali ecc.). Sebbene l’istanza per riprendere le attività sia stata presentata dal Sant’Alessio la stessa sera dell’8 maggio ai Comuni di Roma, Frosinone, Latina e alle ASL competenti, non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta».

Questo ha conseguenze molto gravi per chi usufruiva di tali servizi: infatti, le attività socioculturali destinate alle persone anziane con disabilità visiva e ai sordociechi sono utili all’apprendimento di tecnologie, ma anche alla socializzazione. Se la Regione è da un lato partner del Sant’Alessio, sembra che poi per altri versi ne divenga quasi “controparte”. Augurandoci quindi una sollecita conclusione degli iter burocratici autorizzativi, è possibile nel frattempo risolvere parte del problema destinando alcuni spazi per le attività socio-culturali e sportive nella sede di Roma?
«I locali del Sant’Alessio possono essere utilizzati per attività socioculturali e ricreative, da chi ne faccia richiesta, anche da piccoli gruppi autogestiti, mantenendo tutte le opportune precauzioni imposte dal Covid-19, e questo vale anche per le attività sportive. In particolare è stata riattivata l’attività motoria in palestra e, in attesa di realizzare la vasca per la terapia in acqua, organizziamo attività presso la piscina del Centro Sportivo CONI dell’EUR».
Grazie Direttore e buon lavoro!

Stefania Leone è delegata sulle tematiche dell’accessibilità e delle tecnologie per l’ADV (Associazione Disabili Visivi) e rappresentante per la Città Metropolitana di Roma nel Comitato di Programmazione e Sorveglianza (CPS) del Centro Regionale Sant’Alessio Margherita di Savoia per i Ciechi, divenuto oggi ASP Sant’Alessio (Azienda di Servizi alla Persona). Antonio Organtini è direttore generale dal 2014 di quest’ultima struttura.

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