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Un progetto formativo per i caregiver delle persone con malattia di Parkinson

Particolare di una mano che stringe quelladi una persona con malattia di Parkinson

La malattia di Parkinson non riguarda più soltanto le persone anziane: un paziente su 4, infatti, ha meno di 50 anni, il 10% meno di 40 anni

Verrà presentata nel corso di una conferenza stampa in diretta streaming, prevista per la mattinata di mercoledì 21 ottobre (ore 11.30), la Neuroscience Caregiver Academy, progetto formativo dedicato ai caregiver delle persone con malattia di Parkinson, nato da una partnership tra la Società AbbVie Italia, l’Accademia LIMPE-DISMOV, la Fondazione LIMPE per il Parkinson e l’ANIN (Associazione Nazionale Infermieri in Neuroscienze).

Per l’occasione, oltre al citato progetto, nonché ai risultati di un primo incontro formativo tenutosi a Torino a inizio ottobre e alle novità istituzionali in materia, verrà dedicato ampio spazio all’analisi della situazione di caregiver e persone con Parkinson al tempo del Covid-19. Come sottolineano infatti i promotori dell’iniziativa, «in questa fase è emersa con maggiore forza la solitudine e il grande stress sia fisico che psicologico cui sono sottoposti».

Interverranno alla conferenza stampa Annalisa Iezzi, direttore medico di AbbVie Italia, Leonardo Lopiano, presidente della Fondazione LIMPE per il Parkinson, Mario Zappia, presidente dell’Accademia LIMPE-DISMOV, Cristina Razzini, presidente dell’ANIN e la deputata Fabiola Bologna, neurologa e componente della Commissione Affari Sociali alla Camera. (S.B.)

La malattia di Parkinson
È una malattia neurodegenerativa cronica, causata dalla progressiva morte dei neuroni situati in una piccola zona del cervello che producono il neurotrasmettitore dopamina, il quale controlla i movimenti. Chi ha il Parkinson produce sempre meno dopamina, perdendo progressivamente il controllo del proprio corpo.
Arrivano così tremori, rigidità, lentezza nei movimenti, depressione, insonnia, disfagia, fino alla perdita completa dell’autonomia personale e all’impossibilità di svolgere le più semplici attività quotidiane (vestirsi, mangiare, lavarsi, parlare ecc.).
Non esiste una cura risolutiva, ma solo trattamenti sintomatici che aiutano a convivere con la malattia la quale continua a progredire.
Oggi in Italia si stima vi siano poco meno di 300.000 malati di Parkinson, che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono destinati a raddoppiare entro i prossimi quindici anni. Va tenuto conto inoltre che si parla di una patologia rispetto alla quale gli organi d’informazione, l’opinione pubblica e le stesse Istituzioni hanno ancora una percezione errata, considerandola una “malattia dei vecchi”: l’età d’esordio, infatti, si fa sempre più giovane (un paziente su quattro ha meno di 50 anni, il 10% meno di 40 anni), e la metà dei malati è in età lavorativa, cosicché si può dire che vi siano circa 25.000 famiglie, in Italia, con figli in età scolare in cui uno dei genitori è colpito dalla malattia.

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