Giornalista, scrittrice e blogger, è scomparsa nei giorni scorsi a 55 anni Noria Nalli, che aveva raccontato sempre con grande ironia e lucidità la sua sclerosi multipla in blog come Sclerotica o La stampella di Cenerentola, oltreché in testate come «La Stampa» o «Quotidiano Piemontese» e in libri quali Avventure semiserie delle mie gambe o il recente A che ora passa il treno per la guarigione? Diario di una quarantena. La ricorda così Antonio Giuseppe Malafarina, sulle pagine di InVisibili, blog del «Corriere della Sera.it».
È morta Noria Nalli. La notizia viaggia veloce a iniziare dalle pagine della «Stampa» che oggi non sono più cartacee ma digitali, perché l’online è più veloce. Così certe notizie ti arrivano da più parti, velocemente e a mitraglia. Sei circondato. E il dolore si acuisce.
Noria, con i suoi libri all’attivo e i suoi articoli sulla disabilità, mi aveva scritto più volte. Mi stimava e aveva ripreso dei miei pezzi. Io avrei voluto intervistarla, ma certe volte nella vita capitano delle cose che poi chiamiamo destino… quindi è andata così, senza intervista. Ma con un gradevole, simpatico, rapporto sui social network. Sapeva essere leggera parlando di storie dolorose.
Noria Nalli aveva la sclerosi multipla ed è morta a 55 anni per un’infezione. Ma importa come si muore, quando si muore? Importa che muori, che non ci sei più. Importa che chi resta dovrà accontentarsi, benché accontentarsi sia un bel dire nel suo caso, dal momento che il suo blog Sclerotica era e resta una miniera di buone letture sulla disabilità e non solo.
Le più fiorenti penne della letteratura ci hanno donato un lascito enorme riguardo ai loro pensieri, espressi in un preciso modo, detto stile, che, letti fra le righe, ma non troppo, ci hanno permesso di conoscerli, di riconoscerli e di portarli con noi per sempre. Ma, per assurdo, quanto ci siamo persi, e quanto ci perdiamo, considerando quello che non hanno potuto più scrivere a causa della loro morte. Cosa avrebbe detto Oscar Wilde del Covid-19?
Ma va bene così. Non c’è spazio per l’ipotetico nel mondo reale. Ciò che è stato resta, per sempre.
Senza Noria ci perdiamo un modo di essere. Niente più notizie particolari che ogni tanto mi segnalava. Niente più competenza impastata di buone parole. Niente più desiderio di aiutare il prossimo attraverso l’informazione, con quella sua personalità femminile che, naturalmente, la contraddistingueva. La ritroveremo nella sua eredità verbale, se saremo bravi a meritarcela, a portarla avanti. Al suo posto ci saranno altri. Non lei.
Ciao Noria, amica mia.