Elia va al lavoro ogni mattina. La scorsa settimana ha firmato il suo primo contratto a tempo indeterminato, con l’azienda Aquae Sport Center di Porto Fuori di Ravenna. Giusto la sera prima era arrivato il Decreto del Presidente del Consiglio che aveva colpito duramente proprio il settore dello sport, eppure il contratto si è firmato lo stesso ed Elia lavora, ogni giorno, grazie al coraggio di chi ha scelto di scommettere su di lui, anche quando la crisi colpisce forte.
Elia ha 24 anni e la sindrome di Down e questa è la sua storia, raccontata dai genitori, Tiziana Grilli e Gabriele Bazzocchi, rispettivamente presidente nazionale dell’AIPD e presidente dell’AIPD di Ravenna. (Ufficio Stampa AIPD)
Luglio 2015, Liceo Artistico Nervi di Ravenna. Elia, ragazzo di 19 anni con la sindrome di Down, si diploma con un PEI differenziato [Piano Educativo Individualizzato, N.d.R.], dopo avere sostenuto una bella prova d’esame e chiuso un percorso scolastico che, pur con qualche spina, era ormai parte della quotidianità di tutti noi e con esperienze di crescita e di apprendimento straordinarie.
«Cosa farà ora?», ci chiediamo, dopo diciotto anni nel mondo della scuola si percepisce chiaro un certo smarrimento. A Ravenna da qualche anno è in essere il “Programma Sperimentale Centrato sul Destinatario per Persone con Disabilità Intellettiva”, che è rappresentato dalla sinergia di tutte le Istituzioni del territorio: per la Sanità il Dipartimento di Salute Mentale, per gli Enti Locali i Servizi Sociali del Comune, per la Provincia l’Assessorato al Lavoro. Coinvolge anche il privato sociale, per la realizzazione dei singoli Progetti di Vita delle persone appena maggiorenni reclutate nella sperimentazione. I tirocini lavorativi supportati per persone con disabilità intellettiva medio-lieve costituiscono uno dei primi aspetti di innovazione di questa progettualità.
I referenti riconoscono per Elia l’opportunità dell’attivazione di un tirocinio presso l’azienda Aquae Sport Center di Porto Fuori di Ravenna, con mansioni di manutenzione dei campi sportivi e degli spazi verdi. Elia viene abilitato all’uso del trasporto pubblico in autonomia, così pure alle varie mansioni che corrispondono a bisogni reali del contesto, concertate con l’educatrice job coach e il tutor aziendale. Anche per tutto lo staff dell’azienda il tirocinio di Elia costituisce la prima esperienza di accoglienza veramente inclusiva di una persona con sindrome di Down con un ruolo lavorativo “alla pari”.
A questo punto cominciamo a crederci veramente, in questo progetto, e nell’azione dell’educatrice e del tutor. Elia mostra di essere sereno, segue bene il programma di lavoro che varia di giorno in giorno, acquistando sempre più autonomia e sicurezza.
Il tutor aziendale diventa una figura centrale per il suo percorso di crescita, sia lavorativo che umano; lo stesso vale per la presenza costante dell’educatrice job coach, che riduce man mano il tempo dedicato: entrambi mantengono in equilibrio l’impegno di Elia, con una mediazione sempre vigile, professionale e umanamente molto ricca.
Alla prima scadenza del tirocinio, valutati gli esiti, Elia viene riconfermato dall’azienda, che si propone di pagare il compenso del tirocinio, fino a quel momento corrisposto dagli Enti Locali, riconoscendo che le mansioni svolte sono di reale utilità all’azienda stessa.
Siamo orgogliosi e grati per questa esperienza di lavoro e di vita di nostro figlio, che lo arricchisce quotidianamente e lo fa maturare anche nei momenti di fatica pur ben riconoscibili. Si profilano anche delle altre offerte di lavoro sul territorio ed Elia sarebbe forse tentato, vista la possibilità di un vero contratto, ma poi sceglie di rimanere ad Aquae e così decide, e con lui decidiamo anche noi, perché l’accoglienza e il rispetto trovati in quell’àmbito aziendale sono valori che sono stati coltivati da tutti e da noi molto apprezzati.
Tanti sono i ricordi in questi cinque anni: la prima divisa ricevuta e subito indossata con orgoglio è stata un vero regalo, una gioia espressa con tutta l’emozione del suo sorriso spontaneo e contagioso, immortalato da una foto della educatrice in quel momento. Elia ha dato valore a tutto: alle mansioni da svolgere, anche le più semplici, a tutti i rapporti umani. Ha sempre sperato, con discrezione e umiltà, di essere assunto, di vedere una conclusione che lo premiasse per il suo impegno, per la sua fedeltà e per il senso di appartenenza.
Ha vissuto il lockdown con pazienza e serietà, è tornato al lavoro alla prima chiamata alla riapertura del Centro ai primi di giugno. L’educatrice e il tutor aziendale lo hanno aiutato nella comprensione dei cambiamenti del suo comportamento e del contesto dovuti al Covid-19.
Eravamo in realtà un po’ preoccupati, ma fiduciosi e convinti che fosse giusto per lui riprendere come tutti gli altri lavoratori la sua quotidianità nel lavoro e nelle relazioni personali ad esso collegate. Nonostante la recrudescenza della pandemia di questo ultimo mese, constatiamo che Elia ha compreso il rispetto delle regole, ha buone pratiche di protezione, il suo lavoro spesso si svolge all’aperto e da solo, e questo facilita il distanziamento sociale e gli permette di stare in sicurezza.
Quando è arrivata la notizia dell’assunzione da parte del datore di lavoro, siamo stati veramente felici, per lui principalmente e per noi che ci abbiamo creduto. Consapevoli della criticità economica del momento vissuta dalle aziende, questa assunzione va doppiamente valorizzata, in quanto anche frutto della costanza con cui l’azienda ha cercato di ottenere le condizioni fiscali che la consentissero.
Elia è consapevole del cambiamento e non trattiene l’emozione: ne parla continuamente, fa progetti per il futuro. La settimana scorsa ha firmato il suo contratto, part-time a tempo indeterminato: su un foglio due firme parallele, quella di un uomo e imprenditore, che ha offerto una grande e bella opportunità di lavoro e di inclusione a nostro figlio, nonostante il momento storico; e quella di Elia che si è vestito come per una Grande Occasione e che, incontrando persone che hanno creduto in lui, gli hanno permesso di viverla realmente.
Grazie a Gianluca Lanigra, presidente di Aquae Sport Center, a Valeria Garcea, educatrice, a Romina Maresi, presidente della COOP San Vitale, ad Andrea, Angelo e Alessandro, tutor aziendali, nonché a tutti i dipendenti di Aquae Sport.
E grazie anche al Comune di Ravenna, al Centro Salute Mentale di Ravenna e al Programma Disabilità Intellettiva Autismo adulti dell’Azienda USL della Romagna.
Grazie infine all’AIPD, per avere promosso, fin da tempi pioneristici, il concetto e la cultura dell’identità lavorativa e del diritto alla cittadinanza attiva per le persone con sindrome di Down.