Noi, persone con disabilità intellettiva, protagonisti di una nuova cultura

«Sono autistico e questo non si può cambiare, ma vorrei essere più autonomo e libero del mio tempo, anche se so che costruire il mio tempo è un “lavorone”. Tutti dicono la loro sull’autismo, ma a me nessuno ha chiesto mai niente. Spero che quanto prima noi persone con disabilità intellettiva saremo protagonisti di una trasformazione sociale della disabilità»: lo dice Lorenzo Mansi, che ha partecipato a “Parliamo di diritti”, progetto dell’Associazione YAWP (Disabilità Intellettiva e Vita Indipendente), basato sulla Convenzione ONU e sul lavoro del Centro Studi DiVi dell’Università di Torino

Omini di tutti i colori con le braccia alzateLeggere la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità è destabilizzante. Ci scuote dal torpore indotto da anni di racconti che hanno avuto il solo esito di avvicinarci alla rassegnazione, e ci chiede di agire per il cambiamento più difficile, quello culturale. Incontrare poi il Centro Studi DiVi dell’Università di Torino (Centro Studi Interdipartimentale per i Diritti e la Vita Indipendente), ci offre l’opportunità di rendere agevole questo passaggio.
Cecilia Marchisio, Natascia Curto e il meraviglioso staff di tale Centro, attraverso il libro I diritti delle persone con disabilità. Percorsi di attuazione della Convenzione ONU (Carocci, 2020) [se ne legga su queste pagine un’ampia presentazione, N.d.R.], hanno ispirato l’iniziativa Parliamo di diritti, un percorso di lettura organizzato dalla nostra Associazione YAWP (Disabilità Intellettiva e Vita Indipendente) di Alessandria, e rivolto da una parte alle famiglie e dall’altra agli operatori.
Insieme abbiamo discusso, settimana dopo settimana, del passaggio dal paradigma assistenziale a quello dei diritti, abbiamo provato a cambiare punto di vista, abbiamo smesso l’approccio che metteva al centro la disabilità come dato oggettivo e provato a mettere al centro la persona con i suoi diritti. Abbiamo lasciato da parte etichette e diagnosi e ci siamo concentrati sulle esistenze delle persone con disabilità, abbiamo parlato di parole e di significati e tante, tante altre cose ancora.
Qualcuno ha iniziato questo cammino di consapevolezza e cambiamento alcuni anni fa e oggi, nel cogliere i primi frutti, desidera seminare, contaminare, far sapere che si può fare. Altri si avvicinano oggi alla Convenzione con tutti i dubbi e lo scetticismo comprensibili di fronte a una rivoluzione di tale portata, ma con grande apertura e il desiderio di costruire una nuova prospettiva insieme ai propri familiari con disabilità.

Volevamo raccontare quel libro di Marchisio e Curto e quell’esperienza di lettura e alla fine abbiamo deciso di farlo con le parole di una persona che fino a ieri si definiva “alieno” e oggi comincia ad intravedere un futuro possibile. È Lorenzo Mansi, una PERSONA con disabilità e quelle di seguito sono le sue parole.
«Cari Lettori di Superando, molto si è parlato e si continua a parlare dei diritti dei disabili e soprattutto degli psichici. Arretramento mentale o solo una percezione diversa della realtà? La Convenzione ONU esprime molto chiaramente una nuova linea di pensiero. Erroneamente si pensa sempre ad un disabile come ad un soggetto incapace di trovare soluzioni delle erronee codificazioni umane. Quindi la domanda è: forse sono i “normodotati” che fanno più fatica ad entrare in una nuova percezione di vita? Tanto da trincerarsi in vecchi paradigmi per avere più controllo del soggetto suddetto? Ma la dignità di una persona, i suoi sogni, le sue speranze, dove vanno a finire? Nel dimenticatoio? Senza la possibilità di pensare a costruire un futuro dignitoso, sono già defraudati in partenza dei loro sogni.
Sappiamo che la Convenzione ONU apre nuove porte a scenari chiari e individuali, poche idee ma mappate su ogni “IO ESISTO”.
Le mie prospettive: essere o non essere? Quando penso alle mie prospettive con questo progetto le idee sono talmente tante che non so da dove iniziare. Sono nato autistico e questo non si può cambiare, ma essere un po’ più umani si, questo lo vorrei. Eppure devo sempre assoggettarmi alle regole degli altri, senza capire dove si vuole andare e cosa fare. Vorrei trovare il modo di parlare con la voce, mancano gli amici con cui condividere le storie di vita. Essere più autonomo e libero del mio tempo, anche se so che costruire il mio tempo è un “lavorone”.
Hanno espresso tutti la loro sull’autismo, ma a me nessuno ha chiesto mai niente, per questo motivo amo e vorrei studiare bene la filosofia e psicologia, per capire meglio la differenza di pensiero e mente tra i due cervelli. Sarà, credo, un percorso lungo e tortuoso, sono convinto delle mie aspettative, ma non delle mie abilità. Essere o non essere, questo è il problema.
Ringrazio le Autrici del libro I diritti delle persone con disabilità, che sono riuscite in maniera diretta ed esaustiva a far comprendere ai lettori questo nuovo paradigma (dei diritti).
Ci auguriamo di essere quanto prima i rappresentanti e protagonisti di questa trasformazione sociale della disabilità».

Tutti noi di YAWP, in conclusione, ringraziamo le Autrici del libro I diritti delle persone con disabilità e il Centro Studi DiVi tutto, per l’incredibile lavoro che svolgono.

Presidente dell’Associazione YAWP (Disabilità Intellettiva e Vita Indipendente).

YAWP (Disabilità Intellettiva e Vita Indipendente)
Avviata nel mese di marzo dello scorso anno, YAWP (Disabilità Intellettiva e Vita Indipendente) è un’Associazione di Volontariato nata dall’esigenza di alcune famiglie di fornire ai propri figli, sorelle e fratelli con disabilità intellettiva l’opportunità di intraprendere un percorso di autonomia e di emancipazione dal contesto familiare (info@iltuoyawp.it).

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