I problemi e le questioni aperte riguardanti il Contrassegno CUDE

Costi diversi in varie zone d’Italia, per ottenere il Contrassegno CUDE, e anche situazioni di utilizzo improprio da parte di chi non ne avrebbe diritto: sono i problemi denunciati da Alessandra Corradi, riguardanti appunto il CUDE (Contrassegno Unificato Disabili Europeo), e tuttora irrisolti, così come sono stati esposti in una lettera inviata qualche tempo fa a tutte le principali Autorità Istituzionali Nazionali e locali di competenza, senza però ottenere risposte, almeno finora

Facsimile del nuovo contrassegno europeo

Un facsimile del CUDE (Contrassegno Unificato Disabili Europeo)

In seguito a una segnalazione pervenutaci dall’Emilia Romagna, ci è stato reso noto che una signora, dovendo rinnovare il CUDE (Contrassegno Unificato Disabili Europeo), si è vista richiedere tra la documentazione un certificato medico che attestasse la sua condizione di invalidità, certificato che le è costato 30 euro. A Verona, la città dove vivo, lo stesso CUDE costa 6 euro, perché l’unica spesa, a parte le due fototessere, sono gli oneri di segreteria, ritenendo che il documento richiesto sia di per se stesso comprovante l’invalidità.
Dopo una rapida ricerca, quindi, è emerso che in Italia vi sono Comuni che chiedono il certificato di invalidità, altri il certificato del medico che attesti l’invalidità e un certificato medico può costare anche 60 euro.
Perché non è possibile unificare a livello nazionale la procedura, in modo che sia uguale per tutti e penalizzante per nessuno sotto il profilo economico, e cioè che la documentazione richiesta sia il verbale INPS e non un certificato che si debba pagare? Oppure, in alternativa, se il certificato di un medico ci dev’essere (soprattutto allo scopo di “scoraggiare i furbetti”), il costo non dovrebbe superare i 10 euro per legge, dato che le persone con disabilità notoriamente non appartengono a fasce abbienti della popolazione. Senza dimenticare, in ogni caso, che il contrassegno non è un privilegio o un favore, ma un diritto che permette alle persone aventi diritto di avere una vita meno dura.

Vi è poi un’altra questione, che è quella riguardante l’anagrafica dei permessi, cioè disporre di un attendibile registro degli stessi, per evitare i casi di uso improprio da parte di persone non aventi diritto.
Su questo vi sono stati anche quest’anno casi eclatanti, denunciati dagli organi di informazione e riguardanti pure rappresentanti delle Istituzioni locali, forniti di contrassegno CUDE, pur senza avere problemi di disabilità. Di fronte a ciò, perché le persone con una reale disabilità o invalidità devono invece seguire laboriose e lunghe procedure burocratiche e magari, pur essendo tetraplegiche, devono dimostrare di esserlo?

I contenuti del presente messaggio sono stati esposti anche in una lettera inviata alcuni mesi fa a tutte le principali Autorità Istituzionali nazionali e locali di competenza, nonché alle principali organizzazioni di persone con disabilità, senza però ottenere alcuna risposta, almeno finora.

Presidente dell’Associazione Genitori Tosti in Tutti i Posti.

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