«Durante tutta la pandemia di Covid-19 si è diffuso il mito persistente secondo cui i bambini e le bambine sono a malapena colpiti/e dalla malattia. Niente potrebbe essere più lontano dalla realtà. Se infatti da una parte i bambini e le bambine possono ammalarsi e diffondere la malattia, questa, tuttavia, è solo la punta dell’iceberg della pandemia. Le interruzioni dei servizi chiave e l’impennata dei tassi di povertà rappresentano infatti la più grande minaccia per i bambini e le bambine. Più la crisi persisterà, più profondo sarà il suo impatto sull’istruzione, la salute, la nutrizione e il benessere di bambini e bambine. Il futuro di un’intera generazione è a rischio».
A dichiararlo è stata Henrietta Fore, direttore generale dell’UNICEF, presentando Averting a Lost COVID Generation (“Evitare una generazione perduta a causa del Covid”), primo rapporto dell’UNICEF che delinea in modo esauriente le disastrose e crescenti conseguenze per i bambini e le bambine, causate dall’avanzare della pandemia, documentato reso pubblico alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 20 novembre scorso.
Tra i principali dati ricavati dal rapporto dell’UNICEF, va innanzitutto segnalato che circa un terzo dei Paesi del mondo analizzati ha registrato un calo di almeno il 10% nella copertura di servizi sanitari come le vaccinazioni di routine, l’assistenza ambulatoriale per le malattie infettive pediatriche e i servizi sanitari per le madri. La paura del contagio è una delle ragioni principali di tale fenomeno.
Risulta poi un calo del 40% nella copertura dei servizi di nutrizione per donne e bambini in 135 Paesi, mentre, su un altro fronte, sono stati 65 i Paesi che al mese di settembre avevano registrato una diminuzione delle visite a domicilio degli assistenti sociali, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
E ancora, a tutto questo mese di novembre, sono stati ben 572 milioni gli studenti colpiti dalla chiusura delle scuole a livello nazionale in 30 Paesi, ovvero il 33% degli studenti iscritti in tutto il mondo.
Infine, a livello globale, si stima che il numero di bambini che vivono in condizioni di povertà multidimensionale, senza cioè l’accesso all’istruzione, alla salute, a un alloggio, alla nutrizione, a servizi igienico-sanitari o all’acqua, sia aumentato del 15%, (150 milioni di bambini) alla metà di questo 2020.
Dati decisamente inquietanti, che devono far riflettere, anche e soprattutto da parte di chi – come il nostro giornale – non perde l’occasione per ricordare che i minori con disabilità sono sempre “i più vulnerabili tra i vulnerabili” in ogni Paese del mondo. (S.B.)
A questo link è disponibile un approfondimento, prodotto da UNICEF Italia, sul rapporto Averting a Lost COVID Generation (“Evitare una generazione perduta a causa del Covid”). Per ulteriori informazioni: press@unicef.it.