«Con l’aggravarsi della situazione pandemica, i recenti provvedimenti governativi hanno riproposto la modalità della didattica a distanza anche per gli studenti con disabilità che frequentano gli istituti di istruzione superiore. Non sempre agevole per gli alunni “a sviluppo tipico”, la didattica a distanza diventa ancora più complessa e talvolta impossibile per gli alunni con bisogni educativi speciali, specie quelli con grave disabilità intellettiva, molti dei quali, infatti, non sono in grado di seguire le lezioni da casa se non adeguatamente supportati. E così nelle famiglie si ha spesso l’angoscia di rivivere situazioni di isolamento e di solitudine rilevate durante la scorsa primavera, quando diverse di esse si sono trovate ad affrontare da sole tutto il carico assistenziale derivante dalla chiusura delle scuole».
Lo scrivono in una nota congiunta l’ANGSA Sassari (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), l’ANGSA Sardegna e l’Associazione sarda Diversamente, aggiungendo che «fortunatamente, in un ulteriore Decreto del Presidente del Consiglio si è conservata l’opportunità della didattica in presenza per gli alunni con disabilità e diverse istituzioni scolastiche si sono prontamente attivate per consentire agli alunni più fragili di poter frequentare la scuola, spesso organizzati in piccoli gruppi o frequentando le attività di laboratorio».
«E tuttavia – aggiungono le tre organizzazioni – rileviamo purtroppo che lo scenario che si presenta a chi sceglie quest’opzione non è sempre positivo: spesso, infatti, i ragazzi e le ragazze con disabilità si ritrovano da soli/e in aula con l’insegnante, mentre i compagni seguono le lezioni da casa, a discapito dell’inclusione e della socialità».
«Per quanto questa situazione non sia certo ideale –prosegue la nota -, la didattica a distanza risulta esserlo ancor meno: interrompe la routine dell’andare a scuola, danneggia il rapporto con gli insegnanti, spesso duramente conquistato, e affatica notevolmente il già complesso apprendimento degli alunni e delle alunne con bisogni educativi speciali».
«Alla luce di ciò – concludono le componenti dell’ANGSA e Diversamente -, auspichiamo che le Istituzioni Scolastiche possano sempre garantire una didattica inclusiva attraverso una personalizzazione dell’intervento educativo, in linea con quanto disposto nel PEI (Piano Educativo Individualizzato). Una personalizzazione che si può concretizzare nel costituire dei piccoli gruppi sia in presenza che attraverso la didattica a distanza, nei casi, ad esempio, di ragazzi cosiddetti “ad alto funzionamento”. In questo modo si garantirebbe in maniera efficace il diritto allo studio e un po’ di serenità alle famiglie nel delicato periodo che stiamo vivendo». (S.B.)
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