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Ancora solitudine e isolamento per le persone con disabilità e le loro famiglie

Foto in bianco e nero di uomo che rifletteAttraverso i media locali Pier Angelo Tozzi, presidente della Consulta Provinciale delle Persone con Disabilità di Massa Carrara, ha espresso alla Regione Toscana alcune riflessioni sulla situazione che si trovano a vivere le persone con disabilità in questa seconda fase della pandemia di Covid-19.
«Dalle testimonianze raccolte e dai fatti osservati nel vissuto quotidiano, è veritiero affermare che si stanno ripresentando situazioni che non avremo più voluto vedere», ha spiegato Tozzi, sviluppando le proprie argomentazioni nel porre l’accento sulla solitudine sperimentata delle persone con disabilità e delle loro famiglie (lasciate sole nella cura dei soggetti fragili), e sulla difficoltà di accesso alle cure sanitarie.

«L’isolamento sociale delle persone con disabilità – ha aggiunto Tozzi – si sta drammaticamente riproponendo, ma non è più accettabile che sia il contesto familiare a doversi sostituire a responsabilità che sono delle Istituzioni. Non può divenire la famiglia, nonostante offra la piena garanzia di un’assistenza attenta e amorevole, il luogo dove si creano i servizi sostitutivi e le opportunità che l’emergenza sanitaria impedisce alle strutture/enti preposti di erogare. La permanenza per un tempo eccessivo in àmbito familiare esclude la persona con disabilità dalla vita sociale della comunità, causando danni non indifferenti e difficilmente sanabili in termini di regressione delle competenze psicosociali acquisite e perdita di autostima conquistata in condizioni di vita normale».

Il Presidente della Consulta Massese ha proseguito quindi ponendo l’accento sulla «mancanza di personale sanitario, che si dimostra essere la maggiore carenza per curare al meglio le persone, poiché mentre le strutture a sollievo degli Ospedali – sia pure con ritardo – si stanno identificando, le risorse umane non si possono improvvisare. Una situazione grave che non deve comunque permettere il reclutamento del personale, soprattutto infermieristico, sottraendolo alle RSA o alle RSD [rispettivamente Residenze Sanitarie Assistite e Residenze Sanitarie per Disabili, N.d.R.], come purtroppo sta avvenendo. Sguarnire tali strutture di personale qualificato significa predisporre il terreno per non garantire agli ospiti gli adeguati servizi/prestazioni a tutela della loro salute. Così facendo, avremo nuovamente situazioni in cui dovrà intervenire il Servizio Sanitario Nazionale o la Protezione Civile. Un’altra riflessione dev’essere poi fatta riguardo alla mancanza del vaccino antinfluenzale, che non si trova nelle farmacie, e che i medici di base e i Distretti Sanitari erogano nel rispetto di criteri precisi e selettivi».

La questione del vaccino antinfluenzale suscita pertanto in Tozzi una domanda e un’esigenza di chiarimenti: «Com’è possibile – chiede e si chiede – non prevedere la vaccinazione per i membri di quei nuclei familiari dove vive una persona con disabilità? Sarebbe come avere previsto di non vaccinare il personale medico; è infatti del tutto evidente quanto sia basilare tutelare la salute dei caregiver familiari. Le problematiche sollevate richiedono, a nostro parere, un immediato intervento chiarificatore da parte della Regione Toscana». (Simona Lancioni)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: consultadisabilita@provincia.ms.it.
La nota qui pubblicata è già apparsa nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa), e viene qui ripresa, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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