«L’attuale situazione emergenziale ha portato alla luce problematiche reali e preesistenti, in particolar modo per quanto attiene al mondo della persone con disabilità, prima fra tutte la gestione della didattica che, purtroppo, non rappresenta più una certezza per gli alunni e le alunne con disabilità, i quali sono costretti a confrontarsi con un sistema ricco di incongruenze, di fronte alle quali la nostra Regione non sta attuando i provvedimenti necessari»: a denunciarlo in una nota è Giuseppe Giardina, presidente dell’ANFFAS Sicilia (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale).
«La didattica a distanza – aggiunge Giardina – non è sufficiente a rispondere alle esigenze formative e, soprattutto, relazionali e comunicative degli alunni e delle alunne con disabilità. Infatti, pur essendo garantite le lezioni in presenza per le scuole di primo grado, spesso intere classi o istituti vengono chiusi per casi di positività tra studenti e/o docenti, con disagi non indifferenti per le famiglie. Resta poi il problema delle scuole superiori, per le quali le attività sono svolte esclusivamente tramite la didattica a distanza».
«Ma ciò che sia per il primo che per il secondo grado d’istruzione viene a mancare di più – prosegue il Presidente dell’ANFFAS siciliana – è la presenza a domicilio dell’ASACOM, l’assistente all’autonomia e alla comunicazione, in quanto non tutte le ex Province e i Liberi Consorzi concedono sempre l’autorizzazione alle famiglie che lo richiedono, affinché queste figure possano svolgere la loro funzione nelle case degli studenti con disabilità, a danno della continuità del loro percorso didattico, formativo e relazionale».
A tal proposito, la stessa ANFFAS Sicilia sottolinea di essersi più volte appellata sia alla propria Regione che all’Assessorato alla Famiglia della stessa, affinché i Liberi Consorzi e le Città Metropolitane venissero autorizzati nell’immediato, garantendo un servizio essenziale per gli studenti con disabilità. «Senza dimenticare – ricorda Giardina – che anche le famiglie, di per sé già spaventate dal rischio di contagio da Covid-19 per i propri figli, che in alcuni casi presentano patologie che li rendono ancora più vulnerabili al contagio, subiscono le conseguenze di un sistema che non offre loro il fondamentale supporto».
Non solo alla scuola, infatti, si rivolge l’analisi dell’Associazione, ma anche a ciò che «aggrava ulteriormente la situazione», ovvero «la più volte denunciata assenza di una programmazione concreta e immediata per investire i 500 milioni di euro destinati alle persone con disabilità, ai servizi alle famiglie e agli operatori del settore, fondi in buona parte non spesi, relativi alla Legge 112/16, la cosiddetta “Legge sul Dopo di noi”, chiamata a tutelare le persone con disabilità prive di adeguato sostegno familiare. Infatti, né le Aziende Sanitarie Provinciali né i Comuni hanno realizzato i Progetti Individuali di Vita, da elaborare ai sensi e per gli effetti dell’articolo 14 della Legge 328/00, che rappresentano un requisito fondamentale per accedere ai benefìci. Si tratta di soldi già fermi da troppo tempo e la cosa più grave è che il Ministero ha lanciato un ultimatum alla Regione affinché si attivi per investirli, pena la revoca degli stessi e, di conseguenza, l’assenza di ulteriori finanziamenti in futuro».
«Perché dunque si possa trovare una soluzione – dichiara il Presidente dell’ANFFAS Sicilia – che porterebbe benefici non indifferenti ai soggetti con disabilità dell’Isola, è necessario che la Regione provveda nell’immediato a costituire giuridicamente i Distretti, in modo tale che possano attivarsi da subito per gestire questi investimenti e dare indicazioni chiare e precise ai Comuni, i quali a loro volta dovranno mettere in circolo i fondi disponibili. Ci appelliamo, pertanto, al presidente della Regione Musumeci e all’assessore alla Famiglia Scavone, chiedendo che si adoperino quanto prima per istituire una legge per costituire i 55 Distretti della Sicilia come Enti Giuridici, per non perdere dei fondi che ci spettano di diritto e che sono già stati erogati da anni».
«E dunque – conclude Giardina – ancora una volta le persone con disabilità e le loro famiglie si trovano sprovviste di assistenza che spetta loro di diritto e troppo spesso vengono a trovarsi in una condizione di reale disperazione, chiedendo aiuto alla nostra Associazione. Manca loro il supporto nella gestione dei propri figli e, in assenza di presidi adeguati sul proprio territorio, si trovano talvolta costretti a mandarli in strutture lontane migliaia di chilometri, perché, per difficoltà contingenti, non possono tenerli in casa con loro. Basterebbe invece mettere a frutto quanto già in nostro possesso, per permettere l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali da garantire sul territorio, tanto regionale quanto nazionale, con riguardo alle persone non autosufficienti, oggi più bisognose che mai». (S.B.)
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