Bene i mezzi ecologici, ma evitare incidenti alle persone con disabilità visiva

«Da quando sono entrati in servizio biciclette e monopattini “a flusso libero” – sottolineano dall’UICI di Torino -, che una volta terminato il tempo di noleggio possono essere lasciati ovunque, nella nostra città gli incidenti ai danni di persone con disabilità visiva sono divenuti frequenti, l’ultimo dei quali qualche giorno fa. Non siamo contrari ai mezzi ecologici, ma serve finalmente una disciplina, che rispetti le esigenze di tutti. I marciapiedi sono diventati una giungla e per chi non vede il rischio è alto. Cosa si aspetta ad intervenire? Che qualcuno si faccia male “seriamente”?»

Monopattino e persone con disabilità visivaQuando lo racconta, gli tremano ancora la voce e le gambe: Giovanni, 63 anni, non vedente, è ancora sospeso tra incredulità e rabbia. Poche sere fa stava camminando nel quartiere di Torino dove vive da tempo, muovendosi sicuro, con vari punti di riferimento e persone che lo conoscono. Una situazione quotidiana, dunque, senza nulla di inconsueto, né, tanto meno, di pericoloso. All’improvviso, però, proprio a metà del marciapiede, il fedele bastone bianco urta “qualcosa”, un oggetto grosso e pesante. Nemmeno il tempo di reagire e Giovanni si ritrova per terra, mentre l’oggetto gli cade addosso. È un monopattino a noleggio, abbandonato in mezzo alla strada da qualche utente incivile, incurante dei gravi danni che la sua leggerezza avrebbe potuto causare. Soccorso da una passante, Giovanni riesce con fatica a rimettersi in piedi e, recuperato l’orientamento, rientra a casa. Nulla di rotto, fortunatamente. L’accaduto, però, lascia uno strascico spiacevole nella sua quotidianità, poiché ora non si sente più sicuro e ha paura a uscire di casa da solo.

«Da quando sono entrati in servizio biciclette e monopattini “a flusso libero” – dichiarano dall’UICI di Torino – che una volta terminato il tempo di noleggio possono essere lasciati ovunque, a Torino gli incidenti ai danni di persone con disabilità visiva sono divenuti frequenti. Nel giugno scorso, ad esempio – e non era certo il primo episodio -, avevamo denunciato il caso di una ragazza ricoverata in ospedale per una frattura al polso, dopo essere caduta su un monopattino abbandonato in malo modo, in mezzo alla strada. Ora il copione si ripete. È già dall’inizio del 2018, del resto, che abbiamo lanciato l’allarme su questo problema in tutti i modi possibili, sui giornali e in TV, attraverso i canali social, nonché negli incontri con l’Amministrazione Comunale, dalla quale però, sono arrivate risposte evasive o, comunque, non pienamente soddisfacenti».

Quella riguardante la necessità di disciplinare l’uso di biciclette e monopattini, per evitare alle persone con disabilità visiva una serie di gravi rischi, è una questione cui abbiamo già dato spazio in questi mesi anche sulle nostre pagine, riportando sia le prese di posizione dell’UICI di Torino (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), che quelle dell’UICI di Roma.
Per dare visibilità a tale situazione, inoltre, e più in generale per una mobilità più attenta alle persone con disabilità, era stata promossa in settembre anche una manifestazione davanti al Municipio di Torino, da parte dell’UICI, affiancata dalla CPD (Consulta per le Persone in Difficoltà), dalla Polisportiva UICI di Torino, nonché dalle Sezioni locale dell’IRIFOR (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione dell’UICI) e dell’UNIVOC (Unione Nazionale Italiana Volontari Pro Ciechi) e dal blogger Cosmin Stoica.

«Solo pochi giorni fa – aggiungono dall’UICI torinese -, in una lettera aperta ai quotidiani, il nostro presidente Giovanni Laiolo era tornato a sollevare il tema, scrivendo: «Non siamo contrari ai mezzi ecologici, ma serve una disciplina, che rispetti le esigenze di tutti. I marciapiedi sono diventati una giungla e, per chi non vede, il rischio di incidenti è alto». Parole, purtroppo, che trovano conferma nell’ultimo episodio che ha riguardato Giovanni. Evidentemente gli appelli al senso civico non bastano, cosicché l’unico modo per risolvere il problema sarebbe prevedere degli spazi fissi e obbligatori in cui lasciare i veicoli. A questo punto, che cosa aspetta la politica a intervenire? Che qualcuno si faccia male “seriamente”?». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficio.stampa@uictorino.it (Lorenzo Montanaro).

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