Autismo, Covid e Lombardia: marzo 2020-marzo 2021, tutto risolto: non esistiamo! È chiaro adesso che non andava tutto bene e che non andrà tutto bene in territorio lombardo? E soprattutto ora, tra malati e deceduti per Covid e altre patologie, quale importanza o priorità possono avere i bisogni delle persone con disabilità?
Questo vale da dodici mesi per quanto riguarda tamponi, cure, ricoveri, assistenza, scuola, sostegno alla famiglia e adesso anche per i vaccini anti-Covid. Tra Ordinanze e Delibere in emergenza, Linee Guida, Indicazioni e Piani inconsistenti, è tuttora un periodo caratterizzato da un boom di insuccessi eclatanti, con alti e bassi tra “chiudere tutto” e “aprire tutto”, ma soprattutto sempre senza fornire alle persone con disabilità e con fragilità gli strumenti di prevenzione, tracciamento e attenzione per difendersi dal virus.
Abbiamo più volte chiesto alla Regione Lombardia la disponibilità di tamponi ad hoc per le persone con disabilità intellettiva, di spazi per ricoveri speciali per i disabili contagiati e i loro caregiver, di cure domiciliari per gli stessi, e adesso abbiamo richiesto l’inserimento tra le priorità della campagna vaccinale. Non abbiamo ottenuto nulla e tutto è sempre caduto nella confusione delle polemiche politiche quotidiane.
La peculiarità della condizione autistica grave e gravissima richiede un supporto educativo continuo che in questo periodo è totalmente mancato, per non parlare del diritto allo studio e all’inclusione sociale. In queste condizioni critiche, almeno la difesa dal Covid poteva rappresentare un punto minimo indispensabile per ragazzi autistici che non sanno usare la mascherina, attuare il distanziamento, che non possono stare rinchiusi in casa e che, come riportano le statistiche, hanno una probabilità trenta volte maggiore degli altri di morire di Covid.
Abbiamo cercato di portare all’attenzione della Regione Lombardia tutte queste criticità e proposte concrete, oltre a uno spaccato di realtà, sofferenza e impegno che le persone e le famiglie – già gravate da una disabilità pesante – devono sopportare: nessun esito o outcome, come si dice nei documenti ufficiali.
Riteniamo pertanto che la nostra volontà di collaborazione sia esaurita dalla fatica e dalla certezza di essere invisibili a un’Istituzione che continua a privilegiare la soluzione privatistica della salute – per altro senza governarla – e a ignorare le necessità presenti e future della popolazione più fragile.