«Non ci si può limitare a tentare di trovare un punto di incontro amministrativo tra la domanda e l’offerta di lavoro delle persone con disabilità, occorre costruire un progetto completo di inserimento lavorativo, che nasca dall’eliminazione delle barriere presenti nel contesto lavorativo e che possa estendersi nell’intero supporto alla persona e nello sviluppo della sua capacità di adattamento»: a dirlo è Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), in una nota diffusa in occasione del ventiduesimo anniversario dall’emanazione della Legge 68/99 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili), approvata esattamente il 12 marzo del 2009.
«Il Covid-19 – aggiunge Falabella – ha fatto precipitare moltissime persone in uno stato di forte preoccupazione anche sotto il profilo lavorativo, timori ancora più forti tra le migliaia di persone con disabilità. E dovrà essere proprio questa una delle prime sfide per il Governo Draghi, rispetto al rilancio del Paese con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che al proprio interno dedica un apposito capitolo alle politiche attive del lavoro, allocando circa 7 miliardi e mezzo di euro, tramite i quali dovranno necessariamente essere coinvolte anche la formazione e le politiche pubbliche».
«La pandemia – viene sottolineato dalla FISH – ha causato oltre un milione di nuovi disoccupati, in particolare donne, giovani, persone con disabilità, lavoratori autonomi e residenti al Sud. E seppure emergano alcuni dati di timida ripresa a causa degli effetti del cosiddetto Jobs Act, le scoperture rispetto alla legge e alle assunzioni delle persone con disabilità sono ancora veramente troppe, ciò che innanzitutto dovrebbe far considerare come prioritaria l’emanazione delle Linee Guida per il collocamento mirato».
Si parla, vale la pena ricordare a questo punto, di quanto stabilito dal Decreto Legislativo 151/15, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 settembre 2015, ove all’articolo 1, comma 1 si leggeva: «Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, con uno o più decreti del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, previa intesa in sede di Conferenza unificata […] sono definite linee guida in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità». «Centottanta giorni», era il termine fissato dal Decreto, e invece, purtroppo, dopo ben cinque anni e mezzo, le prescritte Linee Guida non sono ancora arrivate…
«Da anni monitoriamo la situazione in questo settore – proseguono dalla FISH – e già lo scorso anno, durante il nostro progetto JobLab, avevamo sottolineato che fra le persone con disabilità un lavoratore su tre afferma di avere credenziali formative superiori a quelle necessarie per svolgere il proprio lavoro. Occorre quindi riposizionare la vita delle persone con disabilità al centro degli interventi di sostegno e di supporto, per renderli più inclusivi, perché il lavoro e le possibilità di una vita indipendente e autonoma sono due elementi di una stessa scommessa. Il lavoro, infatti, non è solo remunerazione, ma è contesto, socializzazione, bene comune, vita attiva, indipendenza, formazione e una buona occupazione non può che passare da politiche attive e inclusive delle persone con disabilità».
Pertanto, in conclusione, la Federazione ribadisce con forza la necessità «di arrivare finalmente all’emanazione di quelle tanto attese Linee Guida sul collocamento mirato, garantendo livelli essenziali di funzionamento dei servizi per l’inserimento lavorativo sull’intero territorio nazionale, e in parallelo valorizzando pienamente il ruolo delle Associazioni di rappresentanza delle persone con disabilità e delle loro famiglie». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it (Gaetano De Monte).