Saprà la Regione Marche recepire le indicazioni nazionali sui vaccini?

«Nel più recente aggiornamento del Piano Vaccinale Nazionale – scrive un gruppo di madri e padri con figli e figlie con disabilità della città di Ancona, rivolgendosi al Presidente della propria Regione – è prevista la priorità per “portatori di disabilità gravi ai sensi della legge 104/1992, e dei familiari conviventi, caregiver, ed addetti all’assistenza”. Riuscirà almeno questa volta la Regione Marche a recepire tali indicazioni? E, soprattutto, in tempi celeri? Noi, infatti, siamo stanchi, sfiniti e ci sentiamo gli ultimi della fila, come sempre»

Dito puntato di un uomoAl Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli: siamo un gruppo di madri e padri con figli e figlie con disabilità della città di Ancona. Vorremmo dar voce e denunciare la situazione dei vaccini che ad oggi si è creata rispetto ai nostri figli.
A gennaio ci era stato detto che la maggior parte delle persone con disabilità sarebbero state vaccinate (con i vaccini adeguati) nella “seconda fase” che doveva partire a febbraio. Oggi apprendiamo invece che verosimilmente prima di aprile nessuno dei nostri figli riceverà il vaccino. Siamo delusi, arrabbiati e allo stesso tempo molto preoccupati.
Sappiamo benissimo che anche per il Piano Vaccinale Nazionale noi (persone con disabilità, caregiver ed operatori della disabilità) eravamo “assegnati” alla “seconda fase”, ma così come la Regione Marche in altre situazioni ha recepito una Legge nazionale “personalizzandola”, perché in questo caso non ci si è accorti dell’errore? Perché non avete potuto (speriamo non…  “voluto”) modificare questo assurdo calendario delle vaccinazioni?
Tutto questo ci fa pensare che la questione non sia stata per nulla presa in esame. Nessuno se n’è curato, a quanto pare.

Non dobbiamo essere noi a spiegare che una persona con disabilità, in base alla patologia che la affligge, presenta spesso una comorbilità e di conseguenza una maggiore fragilità.
Non siamo noi a dover ricordare che una persona con disabilità intellettiva fatica ad autodeterminarsi e ad esprimere i suoi bisogni… figuriamoci a mantenere il “distanziamento”, a utilizzare la mascherina (per altro non obbligatoria per legge) e tutte le altre norme cosiddette “anti-contagio”, esponendo così loro stessi e chi se ne prende cura a un rischio altissimo.

Presidente, lei sa cosa vuol dire vivere con la paura che tu o tuo figlio possiate ammalarvi da un momento all’altro a causa del Covid, sapendo che nessuno dei due, se accadesse, potrà prendersi cura dell’altro?
Sa cosa vuol dire mandare un figlio con disabilità intellettiva in ospedale sapendo benissimo che con difficoltà qualcuno potrà essere in grado di gestirlo?

Avete tenuto chiusi i servizi dei quali usufruiamo per mesi con la motivazione di individuare la modalità più corretta per evitare il contagio. Tutto questo ancora oggi ci costringe a farli frequentare a giorni alterni, causando una serie di problematiche gravi che colpiscono il benessere psico-emotivo dei nostri figli e anche il nostro. Ora che vedevamo nei vaccini una remota possibilità di tornare ad una normalità, scopriamo che ancora non è il nostro turno.

Sappiamo che nel più recente aggiornamento del Piano Vaccinale Nazionale del 10 marzo scorso è prevista la priorità per «portatori di disabilità gravi ai sensi della legge 104/1992 art. 3 comma 3 e dei familiari conviventi, caregiver, ed addetti all’assistenza». Pensa che riuscirete a recepire almeno questa volta tali indicazioni? E, soprattutto, in tempi celeri?
Noi siamo stanchi, sfiniti, ci sentiamo presi in  giro, gli ultimi della fila, come sempre.
Speriamo che queste nostre parole servano a fare qualcosa, noi ci mettiamo la faccia fino in fondo.

A questo link è disponibile l’elenco di coloro che hanno sottoscritto la presente lettera.

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