Donne con disabilità: sì, probabilmente qualcosa sta davvero cambiando

Vedere il 21 marzo scorso la pubblicazione di un ottimo e approfondito “Speciale” interamente dedicato a “Storie di donne con disabilità”, all’interno di un grande quotidiano nazionale come «la Repubblica», ove viene data voce a tante persone così spesso presenti anche sulle nostre pagine, e ampio spazio alle iniziative in questo àmbito di organizzazioni come la FISH e LEDHA, costituisce un grande motivo di soddisfazione e un significativo spunto di riflessione: sì, probabilmente in questo settore qualcosa sta veramente cambiando

Donne con diverse forme di disabilitàQuando «Superando.it» incominciò ad occuparsi con costanza delle discriminazioni cui sono sottoposte le donne e le ragazze con disabilità, forse non tutti avevano già ben chiaro il concetto di “discriminazione multipla”, quando cioè le limitazioni e gli ostacoli cui va incontro una donna con disabilità si assommano, o meglio si moltiplicano, con quelli legati al genere.
Eppure già qualche anno prima la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità aveva dedicato alle donne con disabilità uno specifico articolo (il sesto), ove si scriveva che esse «sono soggette a discriminazioni multiple». In quello stesso periodo, inoltre, l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, aveva pubblicato il Secondo Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea, cui pian piano cominviavano ad aderire anche varie organizzazioni del nostro Paese.

Restando all’Italia, una preziosa opera di diffusione su questo tema è da sempre quella del Centro Informare un’h di Peccioli (Pisa), diretto da Simona Lancioni, oltreché del Gruppo Donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), seguiti, qualche anno dopo, dalle varie iniziative promosse dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), culminate nelle due edizioni della ricerca VERA (Violence Emergence, Recognition and Awareness, ovvero “Emersione, riconoscimento e consapevolezza della violenza”), nonché nella parte dedicata alle donne con disabilità all’interno del progetto Disabilità: la discriminazione non si somma, si moltiplica.

Tutto ciò, però, succedeva senza che gli organi d’informazione cosiddetti “generalisti” sembrassero ancora accorgersene, cosicché la sensazione era quella di continuare a occuparsi di “temi di nicchia”, che restavano praticamente ignoti alla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica.
Vedere dunque il 21 marzo scorso la pubblicazione di un ottimo e approfondito “Speciale” interamente dedicato a Storie di donne con disabilità, all’interno di un grande quotidiano nazionale come «la Repubblica» (ne consigliamo caldamente la lettura a questo link), ove viene data voce a persone così spesso presenti anche sulle nostre pagine, quali Rosaria Duraccio, Silvia Cutrera, Luisella Bosisio Fazzi, Benedetta Demartis e Nunzia Coppedé, per citarne solo alcune, con ampio spazio alle iniziative della FISH e della LEDHA, la componente lombarda della Federazione, è un grande motivo di soddisfazione e un significativo spunto di riflessione.
Sì, probabilmente qualcosa sta veramente cambiando, anche in questo settore.

Ricordiamo ancora il link al quale è disponibile lo “Speciale” pubblicato il 21 marzo da «la Repubblica”, a cura di Sara Ficocelli, intitolato Storie di donne con disabilità e tanto coraggio: “La diversità è solo negli occhi di chi guarda.
Per approfondire ulteriormente il tema Donne e disabilità, oltreché ricordare il lungo elenco di testi da noi pubblicati, presente a questo link, nella colonnina a destra dell’articolo intitolato Voci di donne ancora sovrastate, se non zittite, suggeriamo anche la consultazione delle Sezioni Donne con disabilità e La violenza nei confronti delle donne con disabilità nel sito del Centro Informare un’h.

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