Come rendere inaccessibile un bonus rivolto proprio alle categorie fragili

«Questo è un classico caso per il quale si potrebbe fare ricorso alla Legge 67/06 sulle discriminazioni verso le persone con disabilità: infatti, non tutti i soggetti destinatari di quel bonus ne potranno usufruire per vari impedimenti: mancanza di smartphone, piattaforme poco accessibili ecc.»: l’UICI di Bologna denuncia come la gestione del Comune di Bologna di quel “Buono viaggio” introdotto dal precedente Governo, per sostenere la mobilità sicura delle categorie fragili, fra cui anche non vedenti e anziani, abbia reso inaccessibile tale agevolazione, proprio per le persone cui è rivolta

Utilizzo di uno smartphone da parte di una donna non vedenteCome avevamo segnalato la scorsa settimana, l’UICI di Bologna (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) ha organizzato una conferenza stampa dedicata al tema del cosiddetto “Buono viaggio”, agevolazione prevista dal precedente Governo Conte, per sostenere la mobilità sicura delle categorie fragili, fra cui anche le persone non vedenti e anziane. In particolare ci si è occupati dell’erogazione del bonus stesso gestita dal Comune di Bologna, con l’utilizzo di una tecnologia che a quanto pare presenta seri problemi di accessibilità proprio per le categorie interessate.

«Nel maggio dello scorso anno – spiegano dall’UICI del capoluogo emiliano -, al termine della prima ondata di contagi per il Covid, il precedente Governo ha emanato il Decreto Legge 34/20, per sostenere il trasporto pubblico non di linea e fronteggiare la diffusione dei contagi con un “Buono viaggio” rivolto a persone a ridotta mobilità o in situazioni di difficoltà economica a causa della pandemia. Tale Decreto, convertito poi nella Legge 77/20, all’articolo 200 bis conferiva ai Comuni e alle Città Metropolitane un fondo di 5 milioni di euro, incrementati poi a 35 milioni con il Decreto del Presidente del Consiglio del 13 ottobre 2020. Dal canto suo, il Comune di Bologna, recependo la norma, ha ricevuto uno stanziamento di 785.000 euro da distribuire alla platea di persone aventi diritto. Per consentire quindi ai beneficiari di godere del buono, ha progettato un flusso di richiesta e fruizione caldamente sconsigliato sia dalla nostra Associazione che dal Disability Manager del Comune, in quanto non accessibile agli utenti non vedenti utilizzatori di screen reader (o “lettore di schermo”, ossia uno strumento di accessibilità che consente alle persone non vedenti di ascoltare vocalmente ciò che appare sullo schermo di un dispositivo), e anche alle persone che non utilizzano smartphone».

Come funziona dunque il discusso sistema messo a punto dal Comune di Bologna? Lo spiega sempre l’UICI felsinea: «Dopo essersi debitamente autenticati tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), la cui procedura è già complessa, e avere fatto richiesta del bonus dal sito del Comune o utilizzando l’applicazione Bolognawelfare (anche questa un’app con seri problemi di accessibilità), si potrà acquistare un credito prepagato da poter spendere su taxi o noleggio con conducente, avvalendosi dell’applicazione Roger di TPER (Trasporto Passeggeri Emilia Romagna), che presenta gravi criticità nell’utilizzo con i dispositivi dei non vedenti sopra descritti. Ebbene, nonostante le perplessità da noi manifestate, il Comune di Bologna ha comunque portato avanti la propria idea nella modalità indicata e che ad oggi rimane non utilizzabile per la maggior parte dei beneficiari, persone con disabilità e ridotta mobilità».

«Non sarebbe stato più facile e logico – dichiara Andrea Prantoni, presidente dell’UICi di Bologna – scegliere di fornire una card o dei buoni cartacei? Perché si è scelto di intestardirsi in un processo così complesso e articolato che, invece di andare incontro alle necessità degli utenti, sembra quasi volerli scoraggiare? Questo è un classico caso per il quale si potrebbe fare ricorso alla Legge 67/06 (Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni), perché qui la discriminazione c’è ed è palese, in quanto non tutti i soggetti destinatari del bonus viaggio ne potranno usufruire per vari impedimenti: mancanza di smartphone, piattaforme poco accessibili ecc».

Oltre poi alla Legge 67/06, l’UICI di Bologna fa riferimento anche alla Legge 4/04, meglio nota come “Legge Stanca” e le successive modificazioni di essa (Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici), che impone alle Pubbliche Amministrazioni di realizzare software, siti web e app accessibili.
«Esprimendo la nostra ferma contrarietà al sistema scelto – concludono dall’Associazione -, chiediamo la sospensione delle erogazioni, fino a quando non verrà adottata una soluzione fruibile agevolmente da tutta la platea dei soggetti aventi diritto». (S.B.)

Per ogni informazione e approfondimento: Marzia Mecozzi (m.mecozzi@audiotre.com).

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