Il “Piano Estate Scuola”, gli alunni con disabilità e un vuoto legislativo

Il “Piano Scuola Estate 2021” è stato varato dal Ministero dell’Istruzione per restituire agli studenti, dopo le tante difficoltà causate dal Covid, «quello che più è mancato in questo periodo: lo studio di gruppo, il lavoro in comunità, le uscite sul territorio, l’educazione fisica e lo sport, le esperienze accompagnate di esercizio dell’autonomia personale». Il tutto con «l’assoluta necessità di coinvolgere anche gli alunni e le alunne con disabilità e con bisogni educativi specifici». Ci sono però anche delle criticità e un vuoto legislativo da colmare, in riferimento alle scuole paritarie

Bimbo in carrozzina nel giardino di scuola che guarda i compagniTramite la Nota Protocollo n. 643/21, il Ministero dell’Istruzione ha emanato il Piano Scuola Estate 2021, voluto per restituire agli studenti, a fronte di tutte le difficoltà nella didattica causate dall’emergenza Covid, «quello che più è mancato in questo periodo: lo studio di gruppo, il lavoro in comunità, le uscite sul territorio, l’educazione fisica e lo sport, le esperienze accompagnate di esercizio dell’autonomia personale. In altri termini, attività laboratoriali utili al rinforzo e allo sviluppo degli apprendimenti, per classi o gruppi di pari livello. Il tutto nella logica della personalizzazione e in relazione alla valutazione degli apprendimenti desunte dal percorso nell’anno scolastico».
«Il Piano – si legge ancora nella Nota – costituisce una opportunità ad adesione volontaria di studenti e famiglie, così come del personale delle scuole. Le risorse finanziarie destinate da questo Ministero dell’Istruzione sono finalizzate a sostenere la progettazione delle iniziative delle Istituzioni scolastiche autonomamente determinate dagli Organi Collegiali».

L’iniziativa prevede tre successive fasi temporali, una prima fase (giugno 2021) di «rinforzo e potenziamento delle competenze disciplinari e relazionali», una seconda (agosto 2021), di «rinforzo e potenziamento delle competenze disciplinari e della socialità» e infine una terza (settembre 2021), di «rinforzo e potenziamento delle competenze disciplinari e relazionali, con introduzione al nuovo anno scolastico».

La Nota Ministeriale specifica poi che «è assolutamente necessario il coinvolgimento degli alunni con certificazione ai sensi della Legge 104/1992 e di quelli con bisogni educativi specifici. Ciò che si fa deve avere senso e significato evolutivo per l’alunno in difficoltà, come per tutti gli altri».

Le scuole coinvolte sono tutte quelle del primo e del secondo ciclo di istruzione sia statali e paritarie.
Per consentire infine la realizzazione del Piano, il Ministero ha reso disponibili alle istituzioni scolastiche, per un importo complessivo di circa 510 milioni di euro, le seguenti linee di finanziamento: Decreto Legge 41/21 (articolo 31, comma 6), per un totale di 150 milioni di euro; PON (Programma Operativo Nazionale “Per la Scuola”, 2014-2020), per un totale di (circa) 320 milioni di euro; Decreto Ministeriale n. 48/21 (ex Legge 440/97), per un totale di 40 milioni di euro.
Tra le misure di accompagnamento, infine, il Ministero ha avviato una sezione apposita sul proprio sito, ove reperire tutte le informazioni e la normativa di riferimento aggiornate.

Come esplicitamente detto nella Nota Ministeriale, dunque, anche gli alunni e le alunne con disabilità e bisogni educativi speciali devono partecipare alle attività previste nelle scuole che aderiranno al Piano Scuola Estate 2021. Questo significa che – come per i corsi estivi di recupero (Nota Ministeriale 6855/08) – anche per queste attività dovranno essere garantiti agli alunni e alle alunne con disabilità sia i docenti per il sostegno che gli assistenti di base e all’autonomia e alla comunicazione. In particolare per questi ultimi occorrerà il coinvolgimento anche degli Enti Locali che devono garantire questo personale.
E tuttavia, per le scuole paritarie, espressamente previste dalla Nota Ministeriale, già durante l’anno scolastico queste figure spesso non sono garantite, specie dai Comuni. Bisognerà quindi finalmente colmare questo vuoto, considerato che le scuole paritarie fanno parte a tutti gli effetti del Sistema Nazionale d’Istruzione, come espressamente previsto dalla Legge 62/00, attuativa dell’articolo 33, comma 4 della Costituzione.
Per spiegare meglio ciò di cui si parla, il vuoto legislativo da colmare riguarda la mancata previsione esplicita dell’obbligo dei Comuni, con fondi statali, di provvedere all’assegnazione degli assistenti per l’autonomia e la comunicazione alle scuole paritarie del primo ciclo di istruzione, mentre per il secondo ciclo e per gli alunni con disabilità sensoriali provvedono le Regioni per le scuole di ogni ordine e grado.
Questo vuoto si è determinato per un’erronea interpretazione del citato articolo 33 della Costituzione, laddove al comma 3 è stabilito che i privati possano istituire scuole, «senza oneri per lo Stato», mentre al comma 4 è stabilito che la Repubblica promuova la «parità scolastica», che è un particolare riconoscimento con vantaggio anche per lo Stato stesso. Siccome molte scuole paritarie sono private, si è ritenuto di applicare anche al quarto comma l’interpretazione del terzo, ritenendo che per tutte loro non debba esservi onere per lo Stato. Purtroppo a questa interpretazione si è anche conformata la Corte di Cassazione con numerose Sentenze e pure la Magistratura di merito.
Ora, a parte la discriminazione manifesta che ciò determina ai danni degli alunni e delle alunne frequentanti le scuole paritarie, per le attività estive tali alunni e alunne subiscono un danno e una discriminazione vietata dalla Legge 67/06. Infatti le scuole dell’infanzia sono a stragrande maggioranza paritarie, in parte comunali, ma moltissime private. Pertanto le attività previste da questa Nota Ministeriale saranno di fatto precluse ai bambini e alle bambine delle scuole paritarie private, a meno che le loro famiglie non si accollino la spesa degli assistenti necessari per questi bimbi e bimbe, dal momento che normalmente gli assistenti dei centri estivi vengono assegnati ciascuno a gruppi numerosi, mentre i bimbi e le bimbe con disabilità, specie per attività all’aperto, necessitano normalmente del rapporto di uno ad uno o di uno a due.
Per questo si auspica che il Governo e il Parlamento vogliano intervenire, per far cessare questa palese discriminazione, prima che lo faccia qualche organizzazione  di scuole paritarie.

L’AIPD è l’Associazione Italiana Persone Down, aderente alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

Please follow and like us:
Pin Share
Stampa questo articolo