Scuola: se si vuole, si possono superare anche gli ostacoli della burocrazia

Desideroso di sostenere l’esame di maturità in presenza, sia per confrontarsi con i compagni, sia ritenendo l’evento come l’ideale conclusione del percorso scolastico, un giovane con disturbo dello spettro autistico ha rischiato di poterlo fare solo a distanza, a causa della positività al Covid del padre. Ma il rapido interessamento di una serie di figure del mondo associativo, prima, del Ministero dell’Istruzione, poi, ha permesso di superare ogni lungaggine burocratica. A quanto pare, dunque, se si vuole, si possono “scavalcare” anche ostacoli burocratici apparentemente insormontabili

Disegno tedesco dedicato ai disability managerCi era già capitato una decina di giorni fa di poter dare spazio, fortunatamente, anche a una storia positiva, proveniente dal mondo della scuola, e più che volentieri ne segnaliamo un’altra, il cui senso lo sintetizzeremo con la frase “se si vuole si può”!

Un giovane con disturbo dello spettro autistico doveva sostenere il 19 giugno scorso l’esame di maturità, nell’ultimo giorno dei lavori della Commissione. Era accaduto però che il padre fosse stato ricoverato il 5 giugno precedente, in quanto positivo al Covid.
Secondo la normativa, gli alunni e le alunne, per poter sostenere l’esame in presenza, dovevano sottoscrivere un documento dal quale risultasse che non avevano avuto contatti con persone positive al virus nei quattordici giorni precedente all’esame. Quel giovane, dunque, scadendo il termine proprio il giorno 19, non avrebbe potuto dare l’esame in presenza, anche perché quest’anno non è stata prevista la “sessione ammalati” cui rimandare eventualmente l’esame orale. Egli, dunque, avrebbe potuto sostenere l’esame solo a distanza, con tutti i conseguenti disagi.

Ad affiancare il ragazzo e la sua famiglia, vi è l’Associazione Il Sole ADP (Associazione Down Pistoia), per la quale Stefania Martini spiega: «In realtà, nonostante la didattica a distanza abbia comportato indubbi problemi per tutti, va detto che il giovane era riuscito a sostenerla abbastanza bene in questi mesi, grazie anche all’insegnante per il sostegno e alla famiglia, preparandosi al meglio delle sue possibilità per sostenere l’esame in presenza. Era questa una cosa cui teneva particolarmente, sia per il confronto con i compagni, sia per l’evento che molto probabilmente aveva idealizzato come conclusione del percorso scolastico. Grande, quindi, era stato il suo sconcerto all’idea di dover sostenere l’esame a distanza, con le conseguenti problematiche derivanti dalla sua situazione».

Ebbene, a pochi giorni dall’esame la segnalazione del fatto è arrivata rapidamente a Salvatore Nocera, presidente del Comitato dei Garanti della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e componente dell’Osservatorio Ministeriale Permanente per l’Inclusione Scolastica. «A quel punto – spiega lo stesso Nocera – ho contattato il Capo Dipartimento del Ministero Stefano Versari, il responsabile della Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione Antino Ponticiello e il dirigente Raffaele Ciambrone, che superando ogni tradizionale lungaggine burocratica, si sono attivati per mettere in contatto sia la Commissione d’Esame del giovane, sia l’Ufficio Scolastico Provinciale di riferimento, con Flaminia Giorda, che coordina gli Ispettori Nazionali per gli Esami. Assieme, quindi, hanno fatto sottoscrivere un modello personalizzato allo studente, che ha così potuto sostenere serenamente l’esame in presenza il giorno 19, superandolo al meglio. Credo senz’altro che vada dato pubblico merito a tutte le figure citate, che sono intervenuti con tanta immediatezza e sensibilità».

«Siamo molto contenti che sia stata trovata una soluzione – dice la madre del ragazzo – e in così breve tempo, non ci speravamo proprio più. Il giorno dell’esame mio figlio era contentissimo, il docente per il sostegno è stato presente alla prova e tutti gli altri suoi insegnanti lo hanno aspettato alla fine per salutarlo e dare il via insieme ai festeggiamenti, anche con i compagni, in un bar di fronte a casa, dove tra l’altro, nel prossimo mese di settembre, dovrebbe incominciare un tirocinio tramite l’Associazione Il Sole ADP». Quest’ultima, vale la pena ricordare, opera proponendo una nuova visione della persona con disabilità, non più da “accudire” e “proteggere”, ma alla quale garantire il diritto ad una vita sociale piena e ricca. Negli ultimi anni, in particolare, Il Sole si è impegnato nel campo dell’autonomia e dell’inclusione sociale, afferendo ai corsi di autonomia proposti dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down).

Tutto è bene quel che finisce bene, dunque? No, preferiamo quello che scrivevamo all’inizio: se si vuole, si possono superare anche ostacoli burocratici apparentemente insormontabili! (S.B.)

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