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Il “Premio Bomprezzi” per un giornalismo di qualità sulla disabilità e non solo

Franco Bomprezzi

Franco Bomprezzi (1° agosto 1952-18 dicembre 2014), che fu direttore responsabile di «Superando.it» dall’avvio delle pubblicazioni fino al giorno della sua scomparsa

Sabato 11 settembre, di fronte al murale col faccione di Franco Bomprezzi, gli occhi vividi che gettano curiosità sul mondo, chi scrive ha avuto un brivido di commozione. Sotto il “nume tutelare”, si trovavano Simone Fanti, Antonio Giuseppe Malafarina, Simonetta Morelli, oltre al direttore della Fondazione Mantovani Castorina Angelo Mantovani, per suggellare la nascita del premio intitolato a Franco (a questo link tutte le informazioni).
Una parte di InVisibili, il blog del «Corriere della Sera.it»  si sta impegnando, più che a ricordare la figura di Bomprezzi, a darle un futuro, in nome di un giornalismo di qualità che porti avanti e approfondisca i temi sociali, con particolare attenzione a quelli relativi alla disabilità.
Questa iniziativa è un’altra tappa importante nella vita di InVisibili che, pur con la discontinuità dovuta alle vita e agli impegni professionali di ciascuno di noi, è riuscito in dieci anni di vita (l’anniversario cadrà nel febbraio 2022) a segnare alcuni momenti importanti per la crescita di un discorso sulla disabilità.

Il premio è promosso, oltre che da InVisibili, da «Vita» e «Avvenire», altre due testate su cui Franco ha scritto di disabilità nella sua vita. E che non solo prenderà in considerazione le storie e i reportage pubblicati nell’ultimo anno, ma cercherà di supportare i progetti giornalistici di chi una testata di riferimento su cui pubblicare non ce l’ha. L’appuntamento con la premiazione è per il 3 dicembre, Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità.
Non è un semplice “agganciarsi” a una data che ormai prevede una miriade di eventi. Come sottolineato da Simonetta Morelli, presidente dell’Associazione del Premio Bomprezzi, «c’è un elemento, quello del linguaggio corretto sulla disabilità, un punto per noi importante, che ci lega alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità». Tema, quello del linguaggio corretto sulla disabilità (e non solo), che verrà affrontato da Claudio Arrigoni il 19 settembre sul palco della Triennale di Milano al Festival Il Tempo delle Donne.
Fresco delle cronache alle Paralimpiadi di Tokyo, che hanno visto la squadra italiana trionfare in tantissime discipline, Arrigoni ha ottenuto anche una sua vittoria personale, con l’assegnazione del Premiolino Bmw SpecialMente che viene dato a un giornalista che si impegna, con l’informazione, a favorire l’inclusione sociale. Premio che gli verrà consegnato sempre alla Triennale di Milano e che riempie di orgoglio tutta la famiglia di InVisibili perché Claudio è incontestabilmente, da decenni, il testimone, il narratore e il promotore del movimento paralimpico.

E a proposito di Paralimpiadi, l’ultimo tassello che lancia il Premio Bomprezzi è il sostegno a una campagna promossa da Assist – Associazione Nazionale Atlete, che vuole portare alla equiparazione dei riconoscimenti in denaro agli atleti medagliati paralimpici italiani a quelli dei campioni “normodotati”. A tal proposito si può firmare su change.org ed è già stato quasi raggiunto l’obiettivo delle 25.000 adesioni necessarie, pur con l’augurio che arrivi ancora più forza alla petizione con una valanga di firme.

Nell’intreccio di iniziative e di riconoscimenti che coinvolge le persone del blog InVisibili, la realtà più bella è proprio il Festival delle Abilità di Milano, la cui terza edizione si è svolta nello scorso fine settimana [se ne legga l’ampia presentazione su queste stesse pagine, N.d.R.] al parco delle Cascine della Chiesa Rossa e che grazie all’impegno di Simone Fanti e di Antonio Giuseppe Malafarina si è confermato come un appuntamento molto originale, ricco di incontri e attività diversificate, dove l’arte si mescola alla tecnologia e alla musica. Il tutto con una rilassatezza e una discrezione che rendono questo piccolo grande evento un esempio di inclusione, in cui la disabilità si dissolve e si trasforma in abilità.
Lo ha sottolineato Malafarina, autore di una poesia su Bomprezzi, che ora si unisce al faccione nel murale: «Qui l’arte non è terapeutica, l’arte è arte». E allora chiudiamo proprio con i suoi versi, omaggio a un uomo che rimarrà per noi un faro di competenza, saggezza ironia. E che dunque ci indicherà la nuova strada da percorrere.
Franco Bomprezzi / giornalista / tessitore di fili / ragnatele buone / per far correre diritti / informazione, sentimenti / professione, amore.
Interista / le donne della vita / il gatto attorno / come la macchina per scrivere / un rimbrotto / un sorriso / un comunicato stampa / sulla carrozzina / con le ossa fragili / l’energia serena / in volto.
Cavaliere, scrittore / l’Ambrogino d’Oro / l’impegno civile / espressione di sé.
Precursore / il nome nel Famedio / e se siamo un po’ più liberi / lo dobbiamo a te.

Il presente contributo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it» (con il titolo “Il premio Bomprezzi, il Festival delle Abilità e le altre sfide: una nuova primavera per il discorso sulla disabilità”). Viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

Franco Bomprezzi
Giornalista e scrittore, impegnato per i diritti delle persone con disabilità, Franco Bomprezzi è stato direttore responsabile di «Superando.it» dagli inizi delle pubblicazioni di questa testata, fino alla sua scomparsa, avvenuta il 18 dicembre 2014.
Alla fine degli Anni Novanta elaborò il Decalogo della buona informazione sulla disabilità, che qui di seguito riprendiamo e che conserva ancora pienamente tutta la sua attualità.
Decalogo della buona informazione sulla disabilità
1)
Considerare nell’informazione la persona disabile come fine e non come mezzo.
2) Considerare la disabilità come una situazione “normale” che può capitare a tutti nel corso dell’esistenza.
3) Rispettare la “diversità” di ogni persona con disabilità: non esistono regole standard né situazioni identiche.
4) Scrivere (o parlare) di disabilità solo dopo avere verificato le notizie, attingendo possibilmente alla fonte più documentata e imparziale.
5) Utilizzare le immagini, nuove o di archivio, solo quando sono indispensabili e comunque corredandole di didascalie corrette e non offensive della dignità della persona. Quando la persona oggetto dell’immagine è chiaramente riconoscibile, chiederne il consenso alla pubblicazione.
6) Ricorrere al parere dei genitori o dei familiari solo quando la persona con disabilità non è dichiaratamente ed evidentemente in grado di argomentare in modo autonomo, con i mezzi (anche tecnologici) a sua disposizione.
7) Avvicinare e consultare regolarmente, nell’àmbito del lavoro informativo, le associazioni, le istituzioni e le fonti in grado di fornire notizie certe e documentate sulla disabilità e sulle sue problematiche.
8) Ospitare correttamente e tempestivamente le richieste di precisazione o di chiarimento in merito a notizie e articoli pubblicati o diffusi.
9) Considerare le persone con disabilità anche come possibile soggetto di informazione e non solo come oggetto di comunicazione.
10) Eliminare dal linguaggio giornalistico (e radiotelevisivo) locuzioni stereotipate, luoghi comuni, affermazioni pietistiche, generalizzazioni e banalizzazioni di routine. Concepire titoli che riescano ad essere efficaci e interessanti, senza cadere nella volgarità o nell’ignoranza e rispettando il contenuto della notizia.
Franco Bomprezzi, 1999

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