Entrare all’Università? E come, se i test d’ingresso non sono accessibili…

«Nonostante decenni di norme e standard nazionali e internazionali, il test che rende possibile iscriversi all’università e provare a costruire un futuro di dignità continua a risultare ancora non accessibile alle persone con disabilità visiva e non solo»: a denunciarlo è Mario Barbuto, presidente dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), che su tale questione anticipa anche delle Interrogazioni Parlamentari a Maria Cristina Messa, ministra dell’Università e della Ricerca

Cieco al computer«Nonostante decenni di norme e standard nazionali e internazionali, il test che rende possibile iscriversi all’università e provare a costruire un futuro di dignità continua a risultare ancora non accessibile»: la denuncia arriva da Mario Barbuto, presidente dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), che su tale questione anticipa anche delle Interrogazioni Parlamentari a Maria Cristina Messa, ministra dell’Università e della Ricerca.

«Com’è noto – si legge in una nota diffusa dall’UICI – ormai da qualche anno l’accesso a molti corsi universitari è condizionato da test d’ingresso. Il sistema prevalente per la propedeutica fornitura di materiali di preparazione, la simulazione di test e poi la sua esecuzione è la Piattaforma SEB (Safe Exam Browser) e il Test Online CISIA (TOLC). Il candidato studente si iscrive alla piattaforma, si prepara al test e poi lo esegue, anche da remoto. Tuttavia, per stessa ammissione di chi di recente ha adottato il sistema, SEB (un browser che si scarica sul proprio computer) e TOLC non sono accessibili alle persone con disabilità visiva, non rispondendo agli standard fissati in Italia già nel 2004 [Legge 4/04, cosiddetta “Legge Stanca”, N.,d.R.]. Il sistema è gestito e fornito agli Atenei italiani dal CISIA (Consorzio Interuniversitario Sistemi Integrati per l’Accesso), consorzio senza fini di lucro, formato esclusivamente da Atenei statali (53 Atenei e le Conferenze di Ingegneria, Architettura e Scienze), ciò che dunque riguarda la stragrande maggioranza degli studenti italiani. Di fronte a questa evidenza, che abbiamo rappresentato allo stesso CISIA e alla Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità, non abbiamo ottenuto risposte circa il motivo della scelta di un sistema realizzato nel mancato rispetto degli standard nazionali ed internazionali di accessibilità. Si è al contrario proposto quello che impropriamente viene definito come un “accomodamento ragionevole”, ossia consentire al candidato cieco o ipovedente di svolgere la prova su un modulo .pdf accessibile appositamente realizzato dal CISIA».

«Perché tuttavia un modulo .pdf sia accessibile – proseguono dall’UICI -, è necessario rispettare alcune regole di base note e consolidate presso i professionisti. Ebbene, alla prima prova dei fatti, nemmeno il cosiddetto “accomodamento ragionevole” ha funzionato. Il 13 settembre scorso, infatti, un candidato cieco si è presentato presso una sede dell’Università di Padova, per la concordata esecuzione del test su modulo .pdf e questo si è rivelato, agli stessi responsabili dell’Ateneo, inaccessibile per chiunque,m cosicché la persona non vedente non ha potuto eseguire il test».

«Questo accade oggi nel nostro Paese – conclude Barbuto – a distanza di quasi vent’anni dalla Legge sugli standard sull’accessibilità, a dodici dalla ratifica della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e mentre l’Unione Europea continua a ribadire la priorità dell’accessibilità di luoghi e strumenti. Una vicenda, dunque, a dir poco emblematica che non può finire qui, perché le Leggi dello Stato vanno rispettate sempre e comunque, tenendo poi conto che la nostra Associazione e le sue diramazioni tecniche sono da sempre a disposizione e hanno dichiarato la propria disponibilità ad offrire consulenza e assistenza tecnica gratuita». (S.B.)

Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: Ufficio Stampa UICI Nazionale (Angela La Terra), angela_laterra@yahoo.com.

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