Un welfare per la qualità di vita di tutti i membri delle famiglie

«Servono iniziative pubbliche – scrive Salvatore Nocera – che realizzino veri servizi socio-assistenziali-sanitari a favore della qualità di vita di tutti i membri delle famiglie. La recentissima Legge Delega in materia di disabilità ha indicato alcuni criteri, per garantire, in modo migliore, la vita indipendente alle persone che necessitano di assistenza “continuativa, permanente e globale”, ma anche ai e alle caregiver che hanno diritto a non perdere la loro personalità di familiari, per dover assumere quella di “salariati”, reclusi ed esclusi dal consorzio umano»

Rappresentazione grafica di famiglia con disabilitàL’archetipo del valore del sacrificio è stato esaltato sia a livello militare («È bello morire per la patria»), sia a livello religioso («Rendere onore alla divinità offrendo sacrifici anche umani»), sia a livello familistico («Bisogna sacrificarsi per la famiglia»). Fermo restando il valore dei sacrifici che comunemente la vita quotidiana ci presenta, questa idea che si debba sacrificare tutto e pure se stessi alle tre Istituzioni di cui sopra, è una costante delle società antiche. Oggi si cerca di ammodernare questa concezione col mercantilismo, proponendo un salario che privatizzi il sacrificio al punto da “schiavizzare” la cargiver.
Eppure, già a proposito della religione i Profeti nella Bibbia facevano dire a Dio «non voglio sacrifici, ma che operiate la giustizia»; e ancora Isaia auspicava, a proposito del militarismo patriottico, che «le spade si mutino in aratri»; riguardo poi alla famiglia di Gesù, nei Vangeli si dice che i suoi familiari sono quelli che ascoltano la parola del Padre e la mettono in pratica. E il Padre non vuole certo che si sacrifichi totalmente la vita ai propri familiari, ma che gli esseri umani «abbiano invece la vita e l’abbiano in abbondanza».

Pertanto, se si vuole essere moderni, invece di proporre il salario alle caregiver, occorre la realizzazione di un welfare a favore della qualità di vita dei membri delle famiglie, con iniziative pubbliche che realizzino veri servizi socio-assistenziali-sanitari a sostegno dei membri più deboli in seno alle famiglie stesse.
Il progetto di vita di cui si parla nell’articolo 14 della Legge 328/00 è stato un primo intervento normativo in tal senso; non per nulla quella stessa Legge parla all’articolo 22 dei «livelli essenziali delle prestazioni sociali», da realizzare in rete tramite specifici accordi di programma indicati nell’articolo 19.
La Magistratura è ripetutamente intervenuta per applicare questi princìpi. Ora la recentissima Legge Delega in materia di disabilità (Legge 227/21) ha indicato alcuni criteri, per garantire, in modo migliore, la vita indipendente alle persone che necessitano di assistenza «continuativa, permanente e globale» (articolo 3, comma 3 della Legge 104/92), ma anche ai e alle caregiver che hanno diritto a non perdere la loro personalità di familiari, per dover assumere quella di “salariati”, reclusi ed esclusi dal consorzio umano.
A questo punto l’auspicio è che i Decreti Attuativi di quella stessa Legge Delega, che dovranno essere emanati entro venti mesi, riescano a realizzare concretamente quanto detto.

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