Il Museo Tattile Omero ha aperto la propria “Collezione Design”

Il Museo Tattile Statale Omero ha inaugurato la “Collezione Design”, spazio espositivo pensato e realizzato secondo la stessa filosofia della nota struttura di Ancona: è infatti un’area multisensoriale dove è possibile scoprire in modo interattivo la bellezza dei 32 oggetti esposti e il pensiero di chi li ha prodotti. Si tratta di simboli del design italiano a partire dagli Anni Sessanta, messi in mostra lungo un percorso suddiviso per cinque aree tematiche (“Viaggiare”, “Abitare”, “Cucinare”, “Lavorare”, “Giocare”) e come sempre gli oggetti possono essere toccati, ascoltati e manipolati

"Collezione Design" del Museo Omero di Ancona

La nuova “Collezione Design” del Museo Omero di Ancona

Dopo l’arte, il design: il noto Museo Tattile Statale Omero di Ancona ha inaugurato una nuova sezione che promette di essere un nuovo percorso di conoscenza culturale per le persone cieche.
La Collezione Design, il nuovo spazio espositivo, pensato e realizzato secondo la stessa filosofia del Museo, è un’area multisensoriale dove è possibile scoprire in modo interattivo la bellezza dei trentadue oggetti esposti e il pensiero di chi li ha prodotti. Si tratta di simboli del design italiano a partire dagli Anni Sessanta, messi in mostra lungo un percorso suddiviso per cinque aree tematiche: viaggiare, abitare, cucinare, lavorare e giocare.
Come sempre gli oggetti possono essere toccati, ascoltati e manipolati. Tutti i pezzi in mostra sono stati vincitori o selezionati per il Premio Compasso d’Oro, il più antico e prestigioso di questa disciplina, assegnato dall’ADI (Associazione Disegno Industriale) e, nel tempo, sono diventati delle icone. Tra questi vi sono la moka Bialetti, la radio cubo della Brionvega, la sedia Ghost della Kartell, la macchina da scrivere Valentine della Olivetti, i 16 animali di Danese e la Vespa della Piaggio.

«La nascente collezione – ha dichiarato Aldo Grassini, presidente del Museo Omero – è una sezione del museo e non un’entità a sé stante; è una sezione nata dall’Associazione per il Museo Statale Tattile Omero e dedicata all’ex direttore Roberto Farroni che fortemente l’ha promossa».
Due presupposti sono alla base della collezione. Le cose ci parlano attraverso i loro linguaggi, che non sono necessariamente visivi e agiscono sulle nostre emozioni. Il design, come l’arte, è una ricerca continua che opera nella forma, nel contenuto e nella materia. Per poter apprezzare la vera qualità degli oggetti e viverli secondo quest’ottica, un ruolo fondamentale lo giocano quindi la tattilità e la sensorialità, grazie alle quali è possibile condurre un’analisi di tipo esplorativo. Affinché, poi, anche le persone con disabilità visiva possano fare questa esperienza in piena autonomia, viene utilizzato un sistema di audioguida, basato su tecnologia Bluetooth. Esso è composto da un tag indossabile in vita, due braccialetti e due auricolari. I braccialetti, attraverso delle vibrazioni, guidano le persone cieche durante il percorso e quando esse incontrano gli oggetti automaticamente entra in funzione la descrizione e la narrazione sonora, ascoltabile attraverso gli auricolari.

La Collezione Design è stata concepita per far rivivere a tutti i visitatori il viaggio degli oggetti dai negozi alle nostre case; in tale ottica assumono un grande ruolo scenografico e narrativo elementi come scatole e confezioni. Gli oggetti più piccoli sono esposti su un bancone, quelli di dimensione maggiore vengono presentati in isole espositive.
All’inizio del percorso, i visitatori sono accolti dalla scultura in terracotta Frontone di Paolo Annibali, che ricorda il legame tra il design italiano e la classicità. Inoltre, lungo l’itinerario della collezione si può accedere allo spazio Fuori tutti, concepito come luogo di silenzio e di studio, dove si trovano le miniature degli oggetti esposti che si possono manipolare e su cui si può meditare in totale solitudine. Quest’ultima esperienza è molto piacevole per tutte le persone, ma in modo particolare per quelle con una neurodiversità.

Il presente contributo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it» (con il titolo “Il design da toccare, la nuova tappa del Museo Omero”). Viene qui ripreso – con minimi riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.

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