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Francesco Venturi: la potenza delle parole che raccontano la vita

Francesco Venturi e Achille Lauro

Francesco Venturi insieme al suo grande amico, il musicista Achille Lauro, che ha scritto la prefazione e la postfazione del libro “Tutto di me”

«Ho scelto la poesia, poiché l’unico modo per descrivere la mia vita così piena di ostacoli ed “inciampi” è quello di utilizzare il canto, una poetica che sottolinei la bellezza inusuale del mistero di questa esistenza»: con queste parole si aprono le pagine di Tutto di me (LAB Edizioni, 2021), opera prima del giovane Francesco Venturi.
Marchigiano, classe 1999, Venturi coltiva da sempre il sogno di scrivere, perché, a suo dire, è solo attraverso l’arte della parola che ha scoperto di poter raccontare il suo posto nel mondo, prima con i testi delle canzoni rap e poi con la poesia. Ed è così che nasce la sua prima raccolta di poesie e flussi di pensiero con i quali l’Autore «butta fuori tutto sul proprio conto»; lui che si definisce “a doppio cognome”, il primo di sangue e il secondo, copiato e ingombrante, che porta il nome di Duchenne, ovvero la distrofia muscolare con la quale convive da quando è piccolo e che ha contribuito a definire ciò che è oggi e a tratteggiare la sua visione della vita.

Un universo di emozioni, dunque, introdotte con profondità dall’amico di Venturi, che è anche uno dei più noti protagonisti della scena musicale italiana, Achille Lauro. Il talentuoso artista dall’inconfondibile poetica ha infatti sposato da subito il progetto di Francesco, perché crede nella forza delle parole e sigilla così la chiusura del libro: «Sono perdutamente innamorato delle persone che fermano su fogli di carta i pensieri più nascosti per donarli al mondo, chi sogna l’irreale per poi dipingerlo, chi decide di raccontare la propria storia offrendola a chi la ascolterà».
Sì, perché il libro è prima di tutto il dono di pensieri e stati d’animo che cambiano la prospettiva su noi stessi e sul mondo; che aprono a nuove possibilità di azione e invitano a nuove occasioni di relazione, pur nel coraggio di non nascondere la paura, la rabbia e la fatica. Esattamente come la consapevolezza del limite fisico legato alla distrofia di Duchenne, malattia genetica rara che colpisce un bambino su 5.000 e da subito dichiarata dall’Autore nel suo racconto, che apre a spazi generativi nei quali trovano casa i sogni e i progetti tutti da costruire.

Copertina di "Tutto di me" di Francesco VenturiLa distrofia di Duichenne è una malattia neuromuscolare i cui segnali si manifestano già nei primi anni di vita. I bambini perdono progressivamente la capacità di deambulare e, successivamente, vedono un interessamento dei muscoli respiratori e cardiaci. Diventa allora fondamentale una presa in carico multidisciplinare per tutto il percorso di vita, esattamente come avverrà nel prossimo Centro Clinico NEMO di Ancona (NeuroMuscular Omnicentre) la cui apertura è prevista entro la primavera, presso gli Ospedali Riuniti a Torrette. Quella di Ancona diventerà quindi la settima sede di una rete come quella di NEMO, già presente a Milano, Roma, Arenzano (Genova), Brescia, Trento e Napoli.
I Centri NEMO, va detto, hanno all’interno dei propri reparti ben ventitré specialità cliniche che possono prendersi cura in maniera personalizzata e puntuale della persona; dal neurologo, al neuropsichiatra infantile, allo pneumologo, al nutrizionista, al fisiatra, al terapista occupazionale, allo psicologo, per citarne alcuni. Non solo, in ognuno di essi è sempre molto importante l’attenzione e la cura degli spazi personali di degenza e delle aree relax, dedicate sia agli adulti che ai bimbi e alle bimbe. È proprio qui che sarà possibile leggere anche Tutto di me.
«L’ingegno poetico di Francesco Venturi – dice Alberto Fontana, presidente dei Centri NEMO – sta proprio nel riuscire a muovere il Lettore alla scoperta di una verità, talvolta scomoda come la vita, ma della quale non si può che rimanerne sempre estasiati e sorpresi. E quando il talento si fa dono per gli altri, diventa impegno per costruire una società nella quale ciascuno possa sentirsi parte integrante e risorsa di valore».

«Mettere le scarpe a un poeta è come isolarlo», diceva Alda Merini, perché i poeti camminano a piedi scalzi per lasciarsi aggredire dalle emozioni e scrivere di poesia. La giusta metafora che spiega come le parole di Venturi “passeggino a piedi nudi” sul foglio di carta, per addentrarsi nelle pieghe nascoste dei limiti imposti proprio dalla vita, per liberarsi poi nella passione, fino a scovare tratti di un noi che scopriamo ci somiglia.
La potenza delle parole, dunque, che raccontano la vita: è questo, in fondo, il dono più grande e di cui Achille Lauro ha colto l’essenza, condividendo il sogno di un ragazzo che da grande vuole essere uno scrittore. (Simona Lancioni)

È possibile contattare Francesco Venturi all’indirizzo francescoventuri1999@gmail.com. Il libro Tutto di me, è acquistabile nelle librerie e online. Per ogni ulteriore informazione: Ufficio Stampa Centro Clinico NEMO (Valentina Tomirotti), ufficio.stampa@centrocliniconemo.it.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa), e viene qui ripreso – con minime modifiche dovute al diverso contenitore – per gentile concessione.

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