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Così si rischia di tradire la base stessa dell’inclusione scolastica!

Ragazzo in carrozzina studia al tavolo di una biblioteca«Chiediamo con urgenza l’immediata convocazione dell’Osservatorio Ministeriale Permanente sull’Inclusione, mettendo in guardia da una riforma che rischia di minare nei suoi fondamenti l’inclusione scolastica delle alunne e degli alunni con disabilità»: è quanto si legge in una nota diffusa dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), a proposito della notizia, appresa da fonti di stampa, secondo dovrebbe essere imminente l’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, di una nuova riforma della scuola che dovrebbe andare in vigore entro l’estate prossima, come previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Ma di che cosa si parla esattamente? Bisogna innanzitutto fare riferimento al fatto che la stessa FISH sostiene da tempo, nelle interlocuzioni con il Ministero dell’Istruzione e con quello dell’Università, la necessità, specie per i docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado, di una seria formazione iniziale sulla pedagogia e sulle metodologie didattiche generali e speciali per le alunne e gli alunni con disabilità. Questo segnatamente allo scopo di evitare la continua delega ai docenti di sostegno del progetto di inclusione scolastica. A tal proposito, come ampiamente segnalato anche sulle nostre pagine, alla fine dello scorso anno la Federazione aveva anche presentato una Proposta di Legge, recepita dal Sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso.
«Ora però – dichiara Vincenzo Falabella, presidente della FISH – siamo doppiamente indignati, in primo luogo perché il Ministero, prima di pubblicare lo scherma di Decreto Legge, ha incontrato soltanto le organizzazioni sindacali, senza convocare l’Osservatorio sull’Inclusione, ovvero l’organismo dove sono presenti le principali Federazioni e Associazioni Nazionali di persone con disabilità. Ma anche perché, dopo avere letto la bozza del testo, siamo sorpresi dal fatto che si riservino solo 30 crediti formativi e non 60, quale preparazione obbligatoria per tutti gli attuali docenti, senza prevedere alcun accenno a quanto da noi richiesto nella Proposta di Legge che abbiamo presentato alla fine dello scorso anno».

«In questo modo – aggiunge Falabella – si sta violando totalmente la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che impone alle Pubbliche Amministrazioni l’obbligo di interpellare le organizzazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità prima dell’emanazione di atti che le riguardino. E soprattutto, si continua a perpetuare lo strumento della delega ai docenti di sostegno del progetto di inclusione scolastica, tradendo alla radice cinquant’anni di storia dell’inclusione scolastica italiana». (S.B.)

Cediamo la parola per un commento a Salvatore Nocera, uno dei “padri” dell’inclusione scolastica nel nostro Paese, attuale presidente del Comitato dei Garanti della FISH.

Leggo dunque di un’importantissima riforma sulla formazione iniziale di tutti i docenti che interessa moltissimo l’inclusione scolastica. Proprio nei prossimi giorni, infatti, il Governo dovrebbe approvare un Decreto Legge nel quale si prevede l’obbligo di formazione iniziale di tutti i futuri docenti con 60 Crediti Formativi Universitari sulla pedagogia e sulla didattica generale e speciale, per coloro che dopo la laurea vorranno insegnare nelle scuole. È ormai da tempo, del resto, che le Associazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari denunciano la mancanza di formazione in tal senso, specie da parte dei docenti delle scuole secondarie. Questa gravissima lacuna, ad oltre cinquant’anni dall’inizio in Italia dell’inclusione scolastica degli alunni e delle alunne con disabilità, ha determinato la perenne delega del progetto inclusivo da parte dei docenti curricolari ai soli docenti per il sostegno, negando così la logica stessa dell’inclusione.
E tuttavia la bozza del Decreto Legge stabilisce che per i docenti i quali entreranno in ruolo con i prossimi concorsi, questa formazione si ridurrà a soli 30 Crediti Formativi. Ciò significa che, data la scarsità di formazione sulla pedagogia e la didattica ivi prevista, permarrà di fatto la delega e la violazione “legale” dei princìpi dell’inclusione scolastica.
Dal canto suo la FISH ha chiesto l’urgente convocazione dell’Osservatorio Ministeriale per l’Inclusione, perché possa esprimere il parere obbligatorio, ma non vincolante, previsto su questa materia dall’articolo 4, comma 3 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. A ciò si aggiunga che, se il Decreto Legge verrà approvato senza un preventivo parere dell’Osservatorio Ministeriale, tale procedura violerebbe anche l’articolo 15, comma 2, lettera E del Decreto Legislativo 66/17 sull’inclusione scolastica, emanato dallo stesso Governo su proposta del Ministro dell’Istruzione.
Si confida dunque in una sospensione dell’approvazione del Decreto Legge, in attesa appunto che venga prima espresso il parere dell’Osservatorio Ministeriale.
La collaborazione tra Associazioni e Governo, specie riguardo al Ministro dell’Istruzione, è stata sempre ottima e costante. Se non si accedesse dunque a questo rispetto della normativa nazionale e internazionale, ciò segnerebbe un radicale cambiamento di atteggiamento, assai grave, specie in una materia tanto delicata e importante.

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