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Violenza di genere: ci saranno anche i dati sulle donne con disabilità

Donne con diverse forme di disabilità

Donne con diverse forme di disabilità

Il 27 aprile la Camera ha approvato in via definitiva la Proposta di Legge n. 2805 avente ad oggetto le Disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere. Si tratta di un provvedimento importante e atteso perché sistematizza la raccolta di dati su questo fenomeno, disponendo che l’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) e il SISTAN (Sistema Statistico Nazionale) realizzino, «con cadenza triennale, un’indagine campionaria interamente dedicata alla violenza contro le donne che produca stime anche sulla parte sommersa dei diversi tipi di violenza, ossia violenza fisica, sessuale, psicologica, economica, anche alla presenza sul luogo del fatto dei figli degli autori o delle vittime, e atti persecutori in riferimento a comportamenti che costituiscono o contribuiscono a costituire reato, fino al livello regionale», come prevede il primo comma dell’articolo 2 in tema di Obblighi generali di rilevazione (grassetti nostri in questa e nelle successive citazioni).
E tuttavia il testo originario presentava una rilevante criticità: la mancanza di attenzione specifica alle donne con disabilità, nel momento in cui non prevedeva che i dati raccolti fossero disaggregati anche per la disabilità della vittima, né che nella rilevazione inerente ai centri antiviolenza e alle case rifugio fosse rilevata anche l’accessibilità degli uni e delle altre. La qual cosa, in termini concreti, significherebbe non poter disporre di una base scientifica per descrivere in modo adeguato il fenomeno della violenza nei confronti delle donne con disabilità, né per definire/attuare politiche e programmazioni mirate per questo target.
In sostanza, questa lacuna è in contrasto con il principio di non discriminazione sulla base della disabilità che informa la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (articolo 3, Princìpi generali), e la stessa Convenzione di Istanbul, ovvero la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, che lo esplicita all’articolo 4 (Diritti fondamentali, uguaglianza e non discriminazione). Quest’ultima costituisce, a parere di chi scrive, il riferimento normativo di grado più elevato in tema di contrasto alla violenza di genere, dal momento che il nostro Paese l’ha ratificata con la Legge 77/13.

Per sanare dunque queste criticità, il 28 marzo scorso il Centro Informare un’H, impegnato da diversi anni sui temi della disabilità al femminile e come riferito anche su queste pagine, aveva lanciato la campagna di sensibilizzazione denominata Dateci i dati!, volta a chiedere che i dati che verranno raccolti nelle indagini statistiche previste nella Proposta di Legge n. 2805 fossero disaggregati anche per la disabilità e che nelle stesse indagini venissero inseriti indicatori sull’accessibilità dei luoghi e dei servizi antiviolenza.
La campagna non si proponeva di introdurre modifiche al testo già approvato al Senato e trasmesso alla Camera per l’approvazione definitiva, perché ciò ne avrebbe impedito l’approvazione entro la legislatura. La campagna, invece, richiedeva che, in conformità a quanto previsto dal comma 2 dell’articolo 2 della Proposta in questione, la Ministra con Delega alle Pari Opportunità, cui è affidato il potere di indirizzo in merito all’individuazione delle esigenze di rilevazione statistica in materia di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne, integrasse i quesiti già previsti nel testo con appositi provvedimenti volti a sanare le criticità riscontrate.
Alla campagna stessa hanno aderito numerosi Enti impegnati nel settore della disabilità, delle donne e del contrasto alla violenza di genere (se ne veda l’elenco nel box in calce).

Fa piacere apprendere che nel contesto dell’approvazione della Proposta di Legge alla Camera, la deputata Lisa Noja abbia presentato un Ordine del Giorno, accolto dal Governo, finalizzato a recepire le istanze della campagna. «Con un voto unanime – ha dichiarato Noja ai media – abbiamo approvato oggi un’importante legge per contrastare efficacemente la violenza contro le donne, demandando all’ISTAT di raccogliere e pubblicare i dati in forma disaggregata e uniformi su base nazionale, tenendo conto delle numerose variabili che possono influire sulla vulnerabilità delle vittime. Ciononostante, il testo, giunto in seconda lettura dal Senato, conteneva una mancanza, evidenziata da numerose Associazioni e che non poteva essere ignorata: tra le variabili statistiche non era stata inclusa la disabilità delle vittime. Con un mio Ordine del Giorno, dunque, accolto dal Governo, abbiamo reso ancora più completa questa legge, visto l’impegno di adottare, anche in fase attuativa del provvedimento in esame, le iniziative necessarie all’adozione di strumenti e procedure di rilevamento e valutazione della diffusione, della gravità e delle conseguenze del fenomeno della violenza di genere ai danni delle ragazze e delle donne con disabilità, come, ad esempio, la disaggregazione dei dati anche per la variabile delle diverse disabilità». Noja si è impegnata altresì a vigilare affinché l’impegno assunto dal Governo si concretizzi.
Va tra l’altro riconosciuto che già in passato la stessa Deputata aveva manifestato attenzione al contrasto alle discriminazioni multiple nei confronti delle donne con disabilità, un’attenzione che l’ha portata, ad esempio, a promuovere la prima delle quattro Mozioni su tale tema approvate alla Camera il 15 ottobre 2019.

Nell’Ordine del Giorno presentato da Lisa Noja viene messo in rilievo che nella Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità «la condizione di disabilità viene ricondotta all’esistenza di barriere di varia natura che possono essere di ostacolo a quanti, portatori di minorazioni fisiche, mentali o sensoriali a lungo termine, hanno il diritto di partecipare in modo pieno ed effettivo alla società», e viene opportunamente evidenziato che «l’intersezione del fattore del genere con quello della disabilità pone problematiche specifiche che un tale approccio [quello utilizzato nella stesura della Proposta di Legge, N.d.R.] rischia di tralasciare: le donne con disabilità, infatti, possono subire, oltre alle diverse forme di violenza di genere (fisica, psicologica, sessuale, economica), anche violenze specifiche quali, ad esempio, l’uso improprio dei farmaci, l’autorizzazione dei trattamenti sanitari da parte di terzi – tra i quali gli aborti e le sterilizzazioni forzati – ovvero il danneggiamento o la sottrazione degli ausili per l’autonomia».
Nel documento viene ancora citato un passaggio di una delle citate Mozioni approvate alla Camera nel 2019, che richiede la Governo di «promuovere strumenti e procedure di rilevamento e valutazione della diffusione, della gravità e delle conseguenze del fenomeno della discriminazione multipla ai danni delle ragazze e delle donne con disabilità, nonché dell’efficacia degli strumenti di prevenzione e di contrasto messi in campo dalle istituzioni».
Successivamente il documento evidenzia come, per attuare azioni e politiche mirate per le donne con disabilità, sia «necessario prevedere che i dati sulla violenza di genere raccolti con il sistema istituito dalla proposta di legge in esame siano disaggregati anche in funzione della disabilità, colmando una lacuna che altrimenti si ripercuoterebbe sulla fase di elaborazione di tali politiche di contrasto al fenomeno».
Infine, l’Ordine del Giorno «impegna il Governo ad adottare, anche in fase attuativa del provvedimento in esame, le iniziative necessarie all’adozione di strumenti e procedure di rilevamento e valutazione della diffusione, della gravità e delle conseguenze del fenomeno della violenza di genere ai danni delle ragazze e delle donne con disabilità, come, ad esempio, la disaggregazione dei dati anche per la variabile delle diverse disabilità».

L’Ordine del Giorno contiene elementi di grande importanza e accoglie in forma esplicita una delle istanze contenute nella campagna Dateci i dati!, quella cioè sulla raccolta di dati disaggregati anche in funzione della disabilità della vittima e delle diverse forme di disabilità che possono interessarla. Ringraziamo pertanto l’onorevole Noja per averla fatta propria.
Possiamo inoltre ritenere che, essendo state correttamente citate nel documento anche le forme specifiche di violenza cui sono esposte le donne con disabilità, l’impegno del Governo sia volto a rilevare pure queste, sebbene tale richiesta risulti solo in forma implicita.
E in forma implicita risulta anche l’inserimento di indicatori sull’accessibilità dei luoghi e dei servizi della rete antiviolenza (dovrebbe rientrare nel «rilevamento e valutazione […] dell’efficacia degli strumenti di prevenzione e di contrasto messi in campo dalle istituzioni»).
C’è poi un ulteriore aspetto che nell’Ordine del Giorno non viene citato, ma che merita una riflessione. Esiste un organismo, l’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità, creato proprio allo scopo di concorrere a definire le politiche per le persone con disabilità del nostro Paese con il coinvolgimento dei loro Enti di rappresentanza. Uno dei 13 Gruppi di Lavoro dell’Osservatorio (il Gruppo 9) si occupa in modo specifico delle tematiche inerenti alle Donne con disabilità, al contrasto alla discriminazione, alla prevenzione della violenza, all’occupazione e la genitorialità (a questo link è disponibile un approfondimento sulle politiche di genere promosse dall’Osservatorio). Càpita però ancora troppo spesso che le donne con disabilità non vengano coinvolte nella definizione delle politiche che le riguardano e le lacune presenti nella Proposta di Legge n. 2805 costituiscono una rappresentazione plastica di tale atteggiamento. Se poi nella Proposta di Legge non vi fosse stata alcuna lacuna, questa modalità operativa è e rimane in contrasto con una Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che trova nell’autodeterminazione delle stesse uno dei princìpi etici più elevati e imprescindibili.

In conclusione, quindi, sebbene il testo che state leggendo non sia un “Ordine del Giorno” né una Mozione, ci sentiamo di raccomandare che il Governo si consideri comunque impegnato anche sul fronte del coinvolgimento degli Enti di rappresentanza delle persone con disabilità nella definizione delle politiche che incidono sulle loro vite.

Responsabile di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa), nel cui sito il presente contributo è già apparso. Viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

Organizzazioni che hanno aderito alla campagna Dateci i dati! (in ordine di adesione)
° UILDM Nazionale (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare)
° FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap)
° Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica
° Associazione Casa della Donna di Pisa
° Associazione Diritti alla Follia
° CERPA Italia (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità)
° AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla)
° Associazione Femminile Maschile Plurale di Ravenna
° Casa delle donne di Ravenna
° AILS (Associazione Italiana Lotta alla Sclerodermia)
° SensibilMente di Olbia
° Linea Rosa (Centro Antiviolenza) di Ravenna
° Associazione MondoDonna di Bologna
° Coordinamento Etico dei Caregivers di Pisa
° AIAS Bologna (Associazione Italiana Assistenza Spastici)
° AVI di Roma (Agenzia Vita Indipendente)
° ANMIC Pisa (Associazione Nazionale per la Tutela delle Persone con Disabilità, già Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili)
° Centro di Documentazione e Studi delle Donne di Cagliari
° Associazione onData

Per approfondire il tema della violenza nei confronti delle donne con disabilità, si può accedere alla Sezione La violenza nei confronti delle donne con disabilità, nel sito del Centro Informare un’h, mentre sul tema più generale Donne e disabilità, si può fare riferimento al lungo elenco di testi da noi pubblicati, presente a questo link, nella colonnina a destra dell’articolo intitolato Voci di donne ancora sovrastate, se non zittite, oltreché alla Sezione Donne con disabilità, anch’essa nel sito del Centro Informare un’h.

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