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Umbria: una Proposta di Legge per la parità di genere delle donne con disabilità

Donne con diverse forme di disabilità

Donne con diverse forme di disabilità

Il 24 febbraio scorso la Terza Commissione Consiliare dell’Assemblea Legislativa della Regione Umbria, presieduta da Eleonora Pace, aveva avviato un’istruttoria sulla Proposta di Legge volta a modificare e integrare la Legge Regionale 14/16, avente ad oggetto Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini. Nello specifico, la Proposta di Legge di iniziativa dei consiglieri Francesca Peppucci (prima firmataria), Daniele Carissimi e Paola Fioroni intende introdurre misure finalizzate a contrastare la discriminazione multipla cui sono soggette donne con disabilità e a promuovere anche per loro la parità di genere.
Un paio di settimanme fa, il 23 giugno, la Terza Commissione Consiliare, anche in questa circostanza presieduta da Eleonora Pace, ha approvato, con i soli voti dei Consiglieri di maggioranza, la Proposta di Legge Modificazioni ed integrazioni alla Legge Regionale 14/2016.
«Con questa Proposta di Legge – aveva spiegato Peppucci in occasione della presentazione del testo alla Terza Commissione Consiliare – si vogliono introdurre misure per contrastare la discriminazione multipla delle donne con disabilità, una doppia discriminazione, sia di genere che per quanto attiene alla disabilità. Le donne con disabilità subiscono discriminazioni maggiori anche rispetto agli uomini con disabilità, così come violenze fisiche e psicologiche. Sono discriminate anche per quanto riguarda la formazione e il lavoro; spesso dopo la scuola non sono avviate a percorsi di formazione che possano garantire posizioni lavorative migliori. Per questi motivi si ritiene di aggiornare la Legge regionale sulla parità di genere che attualmente non cita nemmeno le donne con disabilità».

La Proposta di Legge si compone di cinque articoli finalizzati a far sì che la Regione Umbria «riconosca adeguata tutela alle donne con disabilità, quale categoria soggetta a discriminazioni multiple e trasversali, sostenendo azioni finalizzate a garantire loro una piena inclusione sociale; promuova campagne di sensibilizzazione e informazione sul tema della parità di genere in riferimento alla discriminazione multipla delle donne disabili; assicuri la piena accessibilità dei servizi e dei presidi sanitari, sociosanitari e sociali da parte delle donne con disabilità, assicurando l’offerta di informazioni, in modo specifico e adeguato alla propria disabilità, per consentire e favorire la libera scelta circa la propria salute, con riguardo anche all’ambito ginecologico, della salute sessuale e riproduttiva; elabori, nell’ambito delle misure regionali per i servizi per il lavoro, azioni per favorire l’inserimento nel mercato del lavoro delle donne con disabilità, favorisca nelle sedi competenti forme di flessibilità adeguate alle specifiche esigenze connesse alla condizione di disabilità; assicuri iniziative per garantire alle donne con disabilità dì trovarsi sempre nella condizione di poter sporgere denuncia e adire l’autorità giudiziaria contro le violenze subite». (Simona Lancioni)

Per approfondire ulteriormente il tema Donne e disabilità, oltre a fare riferimento al lungo elenco di testi da noi pubblicati, presente a questo link, nella colonnina a destra dell’articolo intitolato Voci di donne ancora sovrastate, se non zittite, suggeriamo la consultazione, nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa), della Sezione Donne con disabilità.
Il presente contributo è già apparso nello stesso sito di Informare un’H e viene qui ripreso – con minime modifiche dovute al diverso contenitore – per gentile concessione.

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