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I diritti della “terza nazione del mondo”: una consapevolezza che cresce

Realizzazione grafica dedicata ai diritti umani delle persone con disabilitàAllargando l’orizzonte al di fuori dei nostri confini nazionali, come procede la consapevolezza sui diritti delle persone con disabilità, ovvero di coloro che, presi tutti assieme, costituiscono “la terza nazione del mondo”, per citare il titolo di un libro di Matteo Schianchi?
A giudicare dalla stragrande maggioranza dei Paesi aderenti alle Nazioni Unite che ad oggi hanno ratificato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, rendendola una Legge del proprio Stato, il bilancio, in prospettiva storica, risulta più che positivo. Ma purtroppo, com’è ben noto, la ratifica non basta, se è vero che agisce uno specifico Comitato ONU preposto proprio a monitorare l’attuazione concreta di quanto fissato dalla Convenzione. Ci sono tuttavia altri piccoli, ma preziosi segnali da cogliere, che possono far capire se veramente stia aumentando il peso dei diritti di quella “terza nazione del mondo” e soprattutto se quei diritti vengano rispettati.
 

Uno di quei segnali arriva dalla Repubblica di Guinea Bissau, Stato dell’Africa Occidentale affacciato sull’Oceano Atlantico, uno dei più piccoli del continente, che la Convenzione ONU l’ha ratificata esattamente il 24 settembre 2014. Ebbene, proprio la scorsa settimana il Governo di quel Paese ha approvato una Strategia Nazionale di Inclusione delle Persone con Disabilità, come riferisce l’AIFO, l’Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau coinvolta direttamente in questa azione, come vedremo in seguito, che tra l’altro ha dato vita nel nostro Paese alla RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), insieme a EducAid, DPI Italia (Disabled Peoples’ International), FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e successivamente OVCI-La Nostra Famiglia (Organismo di Volontariato per la Cooperazione Internazionale).

«Per ammissione del Governo della Repubblica di Guinea Bissau – spiegano dunque dall’AIFO -, le statistiche nazionali sottostimano il numero delle persone con disabilità, ma mettono comunque in evidenza la stretta correlazione tra disabilità e condizione socio-ecomica e in modo particolare la povertà estrema che riguarda oltre un terzo della popolazione. Il Ministero della Famiglia e della Solidarietà Sociale riconosce in tal senso che “non ci sono misure efficaci nel Paese per favorire la loro piena inclusione nella società, quelle che esistono o sono insufficienti o incoerenti”».

«Il contesto in cui si inserisce questa Strategia Nazionale – proseguono dall’Associazione – è pertanto particolarmente difficile, notando infatti, sia da parte di alcune Istituzioni che della popolazione in generale, il prevalere del concetto di aiuto anziché di integrazione, affinché la persona con disabilità si senta coinvolta e assuma la piena realizzazione dei propri diritti. In tal modo, qualsiasi Strategia di Inclusione deve tener conto dei cambiamenti necessari a livello socio-culturale, per i quali è molto importante la creazione di istituzioni e di un quadro normativo adeguati, oltreché di misure coerenti».


Per cercare quindi di raggiungere tali obiettivi, il Governo del Paese africano ha innanzitutto messo in atto un processo di analisi, consultazioni e confronto con le diverse Istituzioni, a partire dalla FADPD, la Federazione delle Associazioni di Difesa e Promozione delle Persone con Disabilità della Guinea Bissau, e con alcune altre Organizzazioni Non Governative e Associazioni, tra cui appunto l’AIFO, coinvolta fin dall’inizio nel processo che ha portato alla Strategia, senza dimenticare che tra i partner tecnico-finanziari della Strategia Nazionale appena adottata vi sono anche l’Unione Europea e l’AICS, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

L’AIFO stessa, del resto, è presente ormai da decenni in Guinea Bissau, con una serie di progetti volti a superare il concetto di aiuto dall’alto, rendendo attori di cambiamento sia le persone cui viene rivolta l’azione, sia le comunità da rendere consapevoli e quindi accoglienti, il tutto in base all’approccio di Sviluppo inclusivo su base comunitaria, promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, un approccio già consolidato in altri Paesi, consistente nell’interloquire non solo con il Governo, perché adotti politiche adeguate, ma soprattutto nel preparare le condizioni affinché queste siano efficaci.

«In particolare – ricordano dall’AIFO – adottiamo una duplice strategia di sensibilizzazione e formazione: da una parte dei funzionari delle Istituzioni competenti, nazionali e locali, dall’altra della società civile, favorendo e sostenendo la nascita di Associazioni di persone con disabilità. In questo modo le strutture amministrative e gli atti normativi sono il frutto di un percorso condiviso e partecipato di Istituzioni e Società Civile, facendo sì che quest’ultima possa acquisire la capacità di tutela (advocacy), di interloquire cioè con le autorità locali e nazionali per il rispetto delle persone più fragili. Vediamo dunque con soddisfazione l’adozione di questa Strategia della Guinea Bissau, che si iscrive in una linea progettuale e di operatività volta a favorire politiche inclusive e a perseguire nei territori dove è presente il reale rispetto dei diritti e della dignità delle persone con disabilità e l’inclusione socio-economica nelle comunità locali dove queste persone vivono».

L’approccio è certamente quello giusto, il lavoro da fare, in questo e in tanti altri Paesi dell’Africa e del resto del mondo, è a dir poco gigantesco. Ma la sensazione è che pur non facendo certo pendere dalla parte dell’ottimismo l’attuale panorama mondiale, nuove strade per i diritti stiano pian piano per aprirsi.

Per ulteriori informazioni sulla Guinea Bissau: Federica Dona (federica.dona@aifo.it).

La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità: le ratifiche
Ad oggi, 13 luglio 2022, hanno ratificato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (l’ordine cronologico è quello ufficiale, indicato dal portale delle Nazioni Unite):
Giamaica (30 marzo 2007) – Ungheria (20 luglio 2007) – Panama (7 agosto 2007) – Croazia (15 agosto 2007) – Cuba (6 settembre 2007) – Gabon (1° ottobre 2007) – India (1° ottobre 2007) – Bangladesh (30 novembre 2007) – Sudafrica (30 novembre 2007) – Spagna (3 dicembre 2007) – Namibia (4 dicembre 2007) – Nicaragua (7 dicembre 2007) – El Salvador (14 dicembre 2007) – Messico (17 dicembre 2007) – Perù (30 gennaio 2008) – Guinea (8 febbraio 2008) – San Marino (22 febbraio 2008) – Giordania (31 marzo 2008) – Tunisia (2 aprile 2008) – Ecuador (3 aprile 2008) – Mali (7 aprile 2008) – Egitto (14 aprile 2008) – Honduras (14 aprile 2008) – Filippine (15 aprile 2008) – Slovenia (24 aprile 2008) – Qatar (13 maggio 2008) – Kenya (19 maggio 2008) – Arabia Saudita (24 giugno 2008) – Niger (24 giugno 2008) – Australia (17 luglio 2008) – Thailandia (29 luglio 2008) – Cile (29 luglio 2008) – Brasile (1° agosto 2008) – Cina (1° agosto 2008) – Argentina (2 settembre 2008) – Paraguay (3 settembre 2008) – Turkmenistan (4 settembre 2008) – Nuova Zelanda (25 settembre 2008) – Uganda (25 settembre 2008) – Austria (26 settembre 2008) – Costarica (1° ottobre 2008) – Vanuatu (23 ottobre 2008) – Lesotho (2 dicembre 2008) – Corea del Sud (11 dicembre 2008) – Ruanda (15 dicembre 2008) – Svezia (15 dicembre 2008) – Oman (6 gennaio 2009) – Azerbaijan (28 gennaio 2009) – Uruguay (11 febbraio 2009) – Germania (24 febbraio 2009) – Yemen (26 marzo 2009) – Guatemala (7 aprile 2009) – Marocco (8 aprile 2009) – Sudan (24 aprile 2009) – Isole Cook (8 maggio 2009) – Mongolia (13 maggio 2009) – Italia (15 maggio 2009) – Gran Bretagna (8 giugno 2009) – Belgio (2 luglio 2009) – Siria (10 luglio 2009) – Haiti (23 luglio 2009) – Burkina Faso (23 luglio 2009) – Danimarca (24 luglio 2009) – Serbia (31 luglio 2009) – Repubblica Dominicana (18 agosto 2009) – Malawi (27 agosto 2009) – Portogallo (23 settembre 2009) – Laos (25 settembre 2009) – Repubblica Ceca (28 settembre 2009) – Turchia (28 settembre 2009) – Seychelles (2 ottobre 2009) – Iran (23 ottobre 2009) – Montenegro (2 novembre 2009) – Tanzania (10 novembre 2009) – Bolivia (16 novembre 2009) – Algeria (4 dicembre 2009) – Mauritius (8 gennaio 2010) – Zambia (1° febbraio 2010) – Ucraina (4 febbraio 2010) – Francia (18 febbraio 2010) – Lettonia (1° marzo 2010) – Canada (11 marzo 2010) – Bosnia-Erzegovina (12 marzo 2010) – Emirati Arabi Uniti (19 marzo 2010) – Maldive (5 aprile 2010) – Nepal (7 maggio 2010) – Slovacchia (26 maggio 2010) – Etiopia (7 luglio 2010) – Malaysia (19 luglio 2010) – Lituania (18 agosto 2010) – Senegal (7 settembre 2010) – Moldavia (21 settembre 2010) – Armenia (22 settembre 2010) – Nigeria (24 settembre 2010) – Sierra Leone (4 ottobre 2010) – Saint Vincent e Grenadine (29 ottobre 2010) – Unione Europea (23 dicembre 2010) – Romania (31 gennaio 2011) – Togo (1° marzo 2011) – Colombia (10 maggio 2011) – Belize (2 giugno 2011) – Cipro (27 giugno 2011) – Pakistan (5 luglio 2011) – Bahrein (22 settembre 2011) – Lussemburgo (26 settembre 2011) – Capo Verde (10 ottobre 2011) – Indonesia (30 novembre 2011) – Myanmar (7 dicembre 2011) – Macedonia (29 dicembre 2011) – Bulgaria (22 marzo 2012) – Mozambico (30 gennaio 2012) – Mauritania (3 aprile 2012) – Estonia (30 maggio 2012) – Grecia (31 maggio 2012) – Gibuti (18 giugno 2012) – Nauru (27 giugno 2012) – Benin (5 luglio 2012) – Liberia (26 luglio 2012) – Ghana (31 luglio 2012) – Afghanistan (18 settembre 2012) – Swaziland (24 settembre 2012) – Polonia (25 settembre 2012) – Russia (25 settembre 2012) – Israele (28 settembre 2012) – Dominica (1° ottobre 2012) – Malta (10 ottobre 2012) – Cambogia (20 dicembre 2012) – Albania (11 febbraio 2013) – Barbados (27 febbraio 2013) – Iraq (20 marzo 2013) – Norvegia (3 giugno 2013) – Palau (11 giugno 2013) – Singapore (18 luglio 2013) – Kuwait (22 agosto 2013) – Zimbabwe (23 settembre 2013) – Venezuela (24 settembre 2013) – Papua Nuova Guinea (26 settembre 2013) – Kiribati (27 settembre 2013) – Tuvalu (18 dicembre 2013) – Costa d’Avorio (10 gennaio 2014) – Giappone (20 gennaio 2014) – Andorra (11 marzo 2014) – Georgia (13 marzo 2014) – Stato di Palestina (2 aprile 2014) – Svizzera (15 aprile 2014) – Angola (19 maggio 2014) – Burundi (22 maggio 2014) – Grenada (27 agosto 2014) – Repubblica Democratica del Congo (2 settembre 2014) – Guyana (10 settembre 2014) – Guinea Bissau (24 settembre 2014) – Vietnam (5 febbraio 2015) – Isole Marshall (17 marzo 2015) – Kazakistan (21 aprile 2015) – Madagascar (12 giugno 2015) – Trinidad e Tobago (25 giugno 2015) – Gambia (6 luglio 2015) –Bahamas (28 settembre 2015) – São Tomé e Príncipe (5 novembre 2015) – Antigua e Barbuda (7 gennaio 2016) – Sri Lanka (8 febbraio 2016) – Brunei (11 aprile 2016) – Finlandia (11 maggio 2016) – Comore (16 giugno 2016) – Paesi Bassi (13 luglio 2016) – Islanda (23 settembre 2016) – Repubblica Centrafricana (11 ottobre 2016) – Bielorussia (29 novembre 2016) – Samoa (2 dicembre 2016) – Corea del Sud (6 dicembre 2016) – Stati Federati di Micronesia (7 dicembre 2016) – Suriname (29 marzo 2017) – Isole Figi (7 giugno 2017) – Principato di Monaco (19 settembre 2017) – Libia (13 febbraio 2018) – Irlanda (20 marzo 2018) – Kirghizistan (16 maggio 2019) – Ciad (20 giugno 2019) – Somalia (6 agosto 2019) – Saint Kitts e Nevis (17 ottobre 2019) – Santa Lucia (11 giugno 2020) – Uzbekistan (28 giugno 2021) – Botswana (12 luglio 2021) – Guinea Equatoriale (25 marzo 2022).

I seguenti Stati hanno ratificato anche il Protocollo Opzionale alla Convenzione, che consente al Comitato sui Diritti delle Persone con Disabilità, l’organismo preposto a monitorare l’attuazione della Convenzione stessa nei vari Stati, di ricevere ed esaminare comunicazioni presentate da individui o gruppi di individui che dichiarino di essere vittime di violazioni delle disposizioni della Convenzione da parte del proprio Stato:
Ungheria (20 luglio 2007) – Panama (7 agosto 2007) – Croazia (15 agosto 2007) – Sudafrica (30 novembre 2007) – Spagna (3 dicembre 2007) – Namibia (4 dicembre 2007) – El Salvador (14 dicembre 2007) – Messico (17 dicembre 2007) – Perù (30 gennaio 2008) – Guinea (8 febbraio 2008) – San Marino (22 febbraio 2008) – Tunisia (2 aprile 2008) – Ecuador (3 aprile 2008) – Mali (7 aprile 2008) – Slovenia (24 aprile 2008) – Bangladesh (12 maggio 2008) – Arabia Saudita (24 giugno 2008) – Niger (24 giugno 2008) – Cile (29 luglio 2008) – Brasile (1° agosto 2008) – Argentina (2 settembre 2008) – Paraguay (3 settembre 2008) – Uganda (25 settembre 2008) – Austria (26 settembre 2008) – Costarica (1° ottobre 2008) – Ruanda (15 dicembre 2008) –  Svezia (15 dicembre 2008) – Azerbaijan (28 gennaio 2009) – Germania (24 febbraio 2009) – Yemen (26 marzo 2009) – Guatemala (7 aprile 2009) – Marocco (8 aprile 2009) – Sudan (24 aprile 2009) – Isole Cook (8 maggio 2009) – Mongolia (13 maggio 2009) – Italia (15 maggio 2009) – Belgio (2 luglio 2009) – Siria (10 luglio 2009) – Haiti (23 luglio 2009) – Burkina Faso (23 luglio 2009) – Serbia (31 luglio 2009) – Gran Bretagna (7 agosto 2009) – Repubblica Dominicana (18 agosto 2009) – Australia (21 agosto 2009) – Portogallo (23 settembre 2009) – Turchia (28 settembre 2009) – Montenegro (2 novembre 2009) – Tanzania (10 novembre 2009) – Bolivia (16 novembre 2009) – Nicaragua (2 febbraio 2010) – Ucraina (4 febbraio 2010) – Francia (18 febbraio 2010) – Bosnia-Erzegovina (12 marzo 2010) – Nepal (7 maggio 2010) – Slovacchia (26 maggio 2010) – Honduras (16 agosto 2010) – Lituania (18 agosto 2010) – Lettonia (31 agosto 2010) – Nigeria (24 settembre 2010) – Saint Vincent e Grenadine (29 ottobre 2010) – Turkmenistan (10 novembre 2010) – Togo (1° marzo 2011) – Cipro (27 giugno 2011) – Lussemburgo (26 settembre 2011) – Uruguay (28 ottobre 2011) – Macedonia (29 dicembre 2011) – Mozambico (30 gennaio 2012) – Mauritania (3 aprile 2012) – Estonia (30 maggio 2012) – Grecia (31 maggio 2012) – Gibuti (18 giugno 2012) – Benin (5 luglio 2012) – Ghana (31 luglio 2012) – Afghanistan (18 settembre 2012) – Swaziland (24 settembre 2012) – Dominica (1° ottobre 2012) – Malta (10 ottobre 2012) – Palau (11 giugno 2013) – Zimbabwe (23 settembre 2013) – Andorra (11 marzo 2014) – Angola (19 maggio 2014) – Burundi (22 maggio 2014) – Gabon (26 giugno 2014) – Repubblica Democratica del Congo (2 settembre 2014) – Danimarca (23 settembre 2014) – Turchia (26 marzo 2015) – Gambia (6 luglio 2015) – Finlandia (11 maggio 2016) – Comore (17 giugno 2016) – Thailandia (2 settembre 2016) – Nuova Zelanda (4 ottobre 2016) – Repubblica Centrafricana (11 ottobre 2016) – Guinea-Bissau (22 ottobre 2018) – Canada (3 dicembre 2018) – Stato di Palestina (10 aprile 2019) – Monaco (27 giugno 2019) – Santa Lucia (11 giugno 2020) – Georgia (12 aprile 2021) – São Tomé e Príncipe (26 maggio 2021) – Repubblica Ceca (24 agosto 2021).

Per ulteriori approfondimenti: https://www.un.org/development/desa/disabilities.

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