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Un modello di accessibilità e inclusione per il turismo e il tempo libero

Progetto "SiPuò"«Un sistema ospitale non si realizza solo attraverso una maggiore attenzione tecnica, ma è necessario coniugare il comfort ambientale con una gestione attenta dei servizi e una maggiore attenzione alle esigenze delle persone con disabilità a trecentosessanta gradi. Bisogna formare adeguatamente il personale coinvolto e diffondere la consapevolezza dell’importanza dell’accessibilità e dell’inclusività. Ma consapevolezza e buona volontà non bastano da sole: sono necessarie, infatti, specifiche professionalità, conoscenze e competenze. Per questo all’interno del presente rapporto abbiamo voluto fornire a tutti le metodologie e gli strumenti pratici per conseguirle, evitando modelli di accessibilità improvvisata, ma inidonei a soddisfare realmente le esigenze delle persone con disabilità»: parole chiare e illuminanti, quelle pronunciate da Piera Nobili, presidente di CERPA Italia (Centro Europeo per la Ricerca e la Promozione dell’Accessibilità), durante la conferenza stampa denominata Progetto SiPuò, per un’accessibilità inclusiva (se ne legga la presentazione sulle nostre pagine), che ha coinciso con la presentazione del Rapporto SiPuò (disponibile a questo link), report conclusivo del progetto SiPuò. Pratiche di accessibilità, promosso quale capofila dall’APMARR (Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare),  insieme all’AST (Associazione Sclerosi Tuberosa) e alla UILDM di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), ideato e supportato nello sviluppo dall’Agenzia di Servizio Sociale SocialNet,  con la consulenza tecnica del citato CERPA Italia e il cofinanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

«Con il progetto SiPuò – ha dichiarato per l’occasione Antonella Celano, presidente dell’APMARR – abbiamo voluto promuovere e sviluppare un modello innovativo di accessibilità e inclusività delle pratiche di turismo e tempo libero, che consenta alle persone con disabilità e ai loro familiari di poter accedere a questi settori come tutti. È bene infatti precisare che il benessere e l’inclusione sociale delle persone con disabilità e con malattie croniche e rare non passano solo dall’assistenza sanitaria e sociale, ma dal garantire una qualità della vita soddisfacente in tutti i campi, compreso quello dello svago, del turismo, del tempo libero e dello sport, aspetti essenziali dell’esistenza di una persona, spesso sottovalutati, purtroppo, nonostante la piena attuazione del diritto di cittadinanza e delle pari opportunità passi anche da essi. È fondamentale, quindi, rendere anche questi settori quali prioritari campi d’intervento delle politiche di pari opportunità, viste le enormi possibilità e gli amplissimi bisogni di tante e diverse persone con disabilità, ad oggi ancora spesso discriminate».

«Grazie a questa iniziativa – ha aggiunto Francesca Macari, presidente dell’AST – le famiglie e le persone con disabilità hanno potuto viaggiare, scoprire il mare e la montagna, praticare sport, vivere esperienze culturali, coltivare nuove passioni e stare a contatto con la natura, attraverso una serie di pratiche svolte in tutto il territorio nazionale, in modo da garantire la massima accessibilità e inclusione. Auspichiamo pertanto che queste esperienze e la gioia provata dalle persone nel loro svolgimento non debbano essere trovate solo all’interno di progettualità definite, ma che i contenuti e le Linee Guida del Rapporto SiPuò possano contribuire a diffondere sempre più tali occasioni, rendendole fruibili a tutti. Perché tutti hanno il diritto di essere felici, anche attraverso un viaggio e lo svago».

«Un Paese a vocazione turistica come il nostro – ha concluso Giovanna Tramonte, presidente della UILDM di Mazara del Vallo – dovrebbe investire maggiori risorse per ottenere livelli di accessibilità più elevati e più soddisfacenti delle proprie destinazioni. Come sottolineato dal Rapporto SiPuò, l’accessibilità dovrebbe sempre andare di pari passo con l’inclusione, evitando il più possibile situazioni potenzialmente discriminatorie. In una delle numerose esperienze attuate nell’àmbito di questo progetto, ad esempio, abbiamo attrezzato uno stabilimento balneare, rendendolo completamente accessibile, in quanto dotato di tutti gli strumenti idonei a soddisfare le esigenze dei clienti con disabilità, e allo stesso tempo pienamente inclusivo, in quanto gli ombrelloni e i servizi per le persone con disabilità sono stati collocati uniformemente in mezzo a tutti gli altri. Ciò ha contribuito in misura determinante al successo dell’attività e a non far sentire nessuno escluso o diverso dagli altri». (S.B.)

A questo link è disponibile un testo di ulteriore approfondimento. Per informazioni: Manuel Sant (manuel.sant@axesspr.com).

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