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Non sono più accettabili le barriere negli studi dei medici di medicina generale

Carrozzina manuale davanti a una scala«Non è più tollerabile che medici che svolgono un servizio pubblico siano ancora oggi liberi di scegliere studi ubicati in immobili inaccessibili per barriere architettoniche, nonostante la normativa sia chiarissima nelle prescrizioni e, da ultimo, anche sotto l’aspetto antidiscriminatorio: è una prassi antistorica, in quanto anche la popolazione anziana è tendenzialmente in aumento, ed eticamente scorretta, ma anche in palese violazione di più àmbiti normativi trasversali, a partire dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia con la Legge 18/09»: sta in queste parole il senso sostanziale dell’esposto (disponibile a questo link) inviato da Vitaliano Ferrajolo, presidente della LPH (Associazione di Tutela dei Diritti delle Persone con Disabilità), al Direttore Generale dell’ASL di Frosinone, al Presidente dell’Ordine dei Medici di Frosinone e, per conoscenza, al Presidente della FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) e al Direttore dell’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni).
Nello specifico, il rilievo, come scrive Ferrajolo, riguarda il fatto che, «in quanto persona non deambulante, sono materialmente impossibilitato all’accesso nella sede di tutti gli studi dei medici di medicina generale di Fiuggi (Frosinone)», aggiungendo però che «purtroppo l’esperienza dell’età e della realtà dei fatti mi fa constatare che questo sia un paradigma coniugato costantemente, non solo  a Fiuggi, ma su tutto il territorio nazionale».

La richiesta contenuta nel documento è pertanto assai precisa e potrebbe anche aprire spazi ad una stessa modifica delle norme attualmente in vigore: «Si chiede – scrive infatti Ferrajolo -, che tutte le prossime nuove convenzioni tra ASL e Medici di Medicina Generale (o, se previsto, in caso di rinnovo delle precedenti) siano stipulate anche disciplinando lo svolgimento della funzione di servizio pubblico in modo che non si creino situazioni di inconsapevole discriminazione rispetto all’accessibilità fisica dello studio. Per quanto invece di riferimento a FNOMCeO e UNAR, si chiedono rispettivamente per la prima un riscontro su prassi adottate dalle ASL nelle diverse Province italiane, mentre, per il secondo, un parere tecnico giuridico sotto l’ottica dell’evoluzione normativa». (S.B.)

Ricordiamo ancora il link al testo dell’esposto presentato da Vitaliano Ferrajolo (lphcaserta@gmail.com) di cui si parla nel presente contributo.

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